Il 16 giugno 2011 IBM ha festeggiato cent'anni di vita. In ottima salute, con i suoi 197 miliardi di dollari di capitalizzazione. “The Big Blue” è la quinta azienda americana per valore azionario.“La storia di IBM può essere vista come un esperimento lungo un secolo, in cui abbiamo cercato di istituzionalizzare ciò che ci rende unici”, afferma Nicola Ciniero, Presidente e AD della filiale italiana. Sono poche le aziende che possono vantare di aver raggiunto il traguardo del centenario. IBM è l’unica tra quelle che operano in un campo dinamico e in costante evoluzione come l’Information Technology. Forse perché ha saputo cavalcare e guidare il cambiamento, ponendosi obiettivi sempre nuovi e via via più ambiziosi. Forse perché è forte della consapevolezza che “il ruolo dell’IT è stato ed è più profondo: come scienza e come componente pervasiva del modo in cui il mondo funziona. A contare non sono i dettagli tecnologici ma le implicazioni che queste determinano”.
di Fiammetta Di Vilio, Anna Guida
“Un’organizzazione deve essere pronta a cambiare qualsiasi cosa di sé, tranne le convinzioni, i valori posti alla base della propria cultura. Questi devono restare immutabili”. Così Nicola Ciniero, Presidente e AD di IBM Italia, sintetizza l’equilibrio dinamico tra identità e mutamento che è forse il segreto della stupefacente longevità della multinazionale. Un’azienda che ha dimostrato nell’arco di un secolo la capacità di trasformarsi, reinventarsi, inseguire nuove vocazioni. Dalle prime tabulatrici a schede perforate al supercomputer Watson, IBM ha sempre saputo anticipare le tappe del progresso e rendere disponibili le invenzioni che hanno caratterizzato, direttamente o indirettamente, prima le macchine, poi i sistemi e infine le infrastrutture preposte alla gestione dei dati. E, con questi, anche parte della nostra vita. “Il centenario non è solo una celebrazione del passato, dei risultati sin qui ottenuti. Noi lo interpretiamo come occasione per riflettere, per conversare tutti insieme sul futuro”, dichiara Ciniero.
LA LUNGA FEDELTÀ ALLA SCIENZA
È il 16 giugno 1911 quando, dalla fusione di quattro società, nasce la Computing Tabulating Recording Company, la futura International Business Machines. Conta 1.300 dipendenti e costruisce strumenti di precisione come orologi, bilance, affettatrici. Ma anche tabulatrici a schede perforate per l'immagazzinamento e la registrazione dei dati. Anche se per ora si limitano a “contare”, le schede perforate si dimostrano subito un prodotto ricco di numerose applicazioni e suscettibile di continue innovazioni. È questa la straordinaria intuizione del fondatore, Thomas Watson Sr., che decide di investire nello sviluppo di questo settore. Così nel 1923 alle competitive tabulatrici IBM viene affidata un’impresa colossale: il primo vero censimento demografico statunitense su scala federale. Nove anni dopo le calcolatrici IBM vengono scelte per gestire la Social Security, il primo sistema previdenziale moderno. Nel 1935 “the Big Blue” inventa Radiotype, una macchina che trasmette istantaneamente parole dal Polo Sud al New Jersey, precursore della moderna e-mail. Nel 1944 l’azienda presenta Mark I. È lungo 50 piedi, alto 8 e pesa 5 tonnellate. È il primo ASCC, Automated Sequence Controlled Calculator, che permette di gestire automaticamente i calcoli grazie all'uso di relais elettromeccanici. È seguito, a due anni di distanza, dall'IBM 603, il primo calcolatore elettronico.
L'archiviazione elettronica dei dati prende il via nel 1956, con Ramac, Random Access Method of Accounting and Control, che contiene il primo hard disk drive magnetico. Da questo momento comincia un progressivo e rapido incremento della densità di registrazione e nel giro di pochi anni termini come gigabyte e terabyte diventano d'uso comune. È il momento d’oro del colosso di Armonk, che afferma il suo predominio nell'industria dei calcolatori, i padri dei moderni computer. Nel 1957 nasce FORTRAN, che diventa il linguaggio di programmazione standard in tutto il mondo. Bisogna attendere invece il 1964 per il primo elaboratore di seconda generazione (il Sistema 360), con tecnologia a chip integrati. Nel 1969 la tecnologia IBM guida l'Apollo all'allunaggio. Due anni dopo, l'azienda lancia il floppy disk. Negli stessi anni nella grande distribuzione si comincia ad adottare il codice a barre, inventato da IBM un decennio prima.
Gli anni Ottanta sono segnati dalla nascita del personal computer IBM (1981) e dall’assegnazione di ben due Nobel per la fisica a dipendenti IBM: nel 1986 il premio va a Gerd Binnig e Heinrich Rohrer per il microscopio a scansione per effetto tunnel, l'anno successivo a Johannes Bednorz e Karl Müller per lo sviluppo dei superconduttori ad alta temperatura. I protagonisti assoluti degli anni Novanta sono invece il laptop ThinkPad (1992) e il gestore di database DB2 (1996), tra i primi predisposti per l'utilizzo sul web. Nel 2003 viene annunciato Blue Gene, una famiglia di supercomputer 500 volte più potenti di quelli della precedente generazione. Blue Gene è usato per le previsioni meteorologiche, per simulare l'esplorazione di giacimenti petroliferi, per lo studio del genoma umano: il National Geographic avvia nel 2005 con IBM il Genographic Project per mappare l'albero genealogico dell'umanità.
Nel 2009 la società costruisce a Malta la prima rete nazionale intelligente per l'energia e l'acqua e un sistema per il monitoraggio e la protezione dell'area marina. Nel 2010, dopo quattro anni di lavoro e milioni di dollari di investimenti, il sistema Watson, che usa un avanzato sistema di Deep Q&A per poter comprendere il linguaggio naturale, sfida e sconfigge l’essere umano nel famoso quiz “Jeopardy!”. I ricercatori della Big Blue stanno già studiando le possibili applicazioni di Watson in diversi campi, dalla medicina alla pubblica amministrazione, dal commercio alla finanza.
“La strada è aperta verso una nuova era di sistemi intelligenti” conclude Nicola Ciniero, “sistemi che hanno la capacità di imparare, che usano tecniche e funzioni analitiche estremamente avanzate, che sono integrati verticalmente e ottimizzati in base a ciò che devono fare, in modo da svolgere bene determinati compiti, rispetto ai calcolatori programmabili di tipo generico. Questo è il mondo verso cui stiamo andando, e IBM vuole continuare a fare da guida”.
SEMPRE PIÙ IN ALTO
Nel 2010 i ricavi hanno raggiunto i 99,9 miliardi di dollari, in crescita del 3% a tasso di cambio costante rispetto al 2009. L'utile netto, pari a 14,8 miliardi di dollari, è il più alto nella storia dell'azienda e corrisponde a un utile per azione di 11,52 dollari, a fronte degli 11 previsti dalla “roadmap 2010”. L'incremento dell'utile per azione, pari al 15%, è a due cifre per l'ottavo anno consecutivo. E tra i principali indicatori di performance, va registrata la crescita, per il settimo anno consecutivo, del margine di profitto lordo (46,1%) e della liquidità di cassa, con un valore record di oltre 16,3 miliardi di dollari.
OLTRE L'IMPRESA
A TU PER TU CON ANGELO FAILLA, Direttore della Fondazione IBM Italia.
Come ha scelto IBM di celebrare l'anno del suo centenario?
Ha scelto un modo molto orientato al futuro. IBM festeggia lo storico traguardo raggiunto attraverso Celebration of Service, un evento internazionale di volontariato “lungo un anno”, che ha avuto il suo culmine, in termini di attività e di visibilità, proprio a partire dal 15 giugno, ultimo giorno del suo primo secolo di vita. Quest’iniziativa sottolinea e rafforza l'intima relazione tra IBM e la comunità, e mette in luce il rapporto molto stretto dell'azienda con il territorio. Da sempre la società si basa su una visione della Responsabilità Sociale d’Impresa completamente integrata nella strategia di business, tanto che da anni sostiene, attraverso un programma speciale, i dipendenti e i pensionati che svolgono attività di volontariato. Attraverso quest’iniziativa, IBM ha invitato tutte le sue persone in tutto il mondo a continuare su questa strada, realizzando almeno un’attività di utilità sociale nel corso dell'anno. Al di là dei diversi contesti locali in cui i volontari IBM si muovono, le iniziative in programma hanno lo scopo di mettere a disposizione di associazioni, scuole, istituzioni le competenze distintive dei professionisti d’azienda per permettere agli enti partner dei progetti di ricevere benefici nell’immediato e nel lungo periodo. In Italia sono in calendario varie attività su tutto il territorio nazionale nel corso dell’anno.
Quali sono gli obiettivi della Fondazione IBM Italia?
È un'organizzazione no profit costituita da IBM al fine di consolidare in una struttura istituzionale l'impegno dell'azienda nei campi sociale e culturale. Nata con decreto del Presidente della Repubblica del 18 settembre 1990, è operativa dal gennaio 1991. La Fondazione IBM Italia, attraverso l'On Demand Community, progetta e mette a punto direttamente studi, ricerche e progetti sperimentali, sostenendo attività a favore di altri enti operativi in campo sociale, assistenziale, culturale. Lo spirito che la caratterizza è la volontà di operare con un orientamento sperimentale, ricercando modi di intervento innovativi che risultino quali casi esemplari, di riferimento. Si tratta dunque di una realtà operativa, che gestisce i progetti in cui è impegnata, sui temi della cultura, della formazione, del lavoro e del sociale, con una costante attenzione all’innovazione tecnologica.
Può sintetizzare l'approccio di Fondazione IBM IBM Italia rispetto alla Celebration of Service?
È sostanzialmente l'invito agli “IBMer” ad aderire a un impegno sociale quale espressione concreta e visibile della condivisione di valori perseguiti dall'azienda fin dai suoi esordi. Il suo orientamento non si limita al sostegno finanziario a enti e istituzioni che operano in questi campi, ma è caratterizzato da un ruolo propositivo in tutte le fasi dei progetti: dal disegno iniziale alla gestione delle attività, alla diffusione dei risultati. In particolare‘Celebration of Service’ è un evento globale, che ha coinvolto più di 300mila dipendenti di oltre 120 Paesi nell'attività di servizio volontario in tutto il mondo, presso associazioni di varia natura, offrendo competenze professionali per lo sviluppo di oltre 5.000 progetti a carattere sociale. Nel nostro Paese, sempre il 15 giugno, hanno avuto luogo attività in Lombardia e a Genova, Roma e Napoli. Venti dipendenti IBM hanno portato al San Gerardo di Monza e al Policlinico di San Donato Milanese un progetto attivo già da quattro anni nelle scuole, “Missione su Marte”, coinvolgendo i bambini lungodegenti dei reparti di pediatria con un'attività di robotica, che consiste nel progettare e programmare un robot atterrato virtualmente sul pianeta Marte grazie a una navicella spaziale, al fine di recuperare un campione di roccia dal suolo: una vera e propria “missione” avveniristica che ha trasmesso a questi bambini entusiasmo verso la scienza e la tecnologia. Presso una Scuola d' Infanzia di Soresina, nel cremonese, è stato proiettato un cartone animato, realizzato dai volontari IBM, disponibile anche in una versione per la scuola primaria, dedicato al tema della sostenibilità ambientale.
A Roma l’11 giugno presso il Liceo Classico Augusto è stata tenuta una presentazione su Watson e il 16 giugno è stato presentato il progetto “Integration for a Smarter World”, software realizzato da un team del laboratorio IBM Tivoli a favore dell’integrazione dei bambini stranieri nelle scuole primarie. A Genova, alcuni volontari hanno donato e aperto uno spazio multimediale all’interno della Biblioteca De Amicis. A Napoli, si sono invece dedicati ad attività di doposcuola per i ragazzi del Rione Sanità.
È una forma di volontariato skill-based. Quale migliore iniziativa per celebrare un secolo di vita se non porre a disposizione della comunità le proprie conoscenze e il proprio talento?
E così, tra progetti spaziali, supercomputer e software ideati per il mondo dell’infanzia si delinea uno Smarter Planet, dove istruzioni e servizi sono alla portata di tutti...
La direzione verso cui IBM è orientata è la messa a punto di progetti in grado di aiutare enti, imprese, istituzioni e città a sviluppare idee innovative fondate su tecnologie sempre più pervasive, capaci di dialogare tra loro costruendo relazioni intelligenti. La sfida è dunque creare progetti che rispondano efficacemente a necessità reali, utili, volte a migliorare la qualità della vita delle persone.