I dati che emergono dall’ultimo studio condotto da IRCrES-CNR, in collaborazione con il Centro Studi GISI, volto a monitorare l’evoluzione del comparto della Strumentazione e dell’Automazione Industriale, di Processo e di Laboratorio, evidenziano una crescita che ha caratterizzato tanto il quanto il 2014.
Un biennio di crescita per il comparto SAIPL, che prima aggancia a poi supera il livello record delle vendite registrate nel 2008. Bene l’export, nonostante i venti di crisi provenienti dall’Est Europa. Timidi segnali di ripresa dal mercato interno, che resta ancora sotto la quota dei 2 miliardi e mezzo di euro e per il quale si prevede un 2015 all’insegna di un contenuto ottimismo.
di Alberto Taddei
I dati che emergono dall’ultimo studio condotto da IRCrES-CNR, in collaborazione con il Centro Studi GISI (www.gisi.it), volto a monitorare l’evoluzione del comparto della Strumentazione e dell’Automazione Industriale, di Processo e di Laboratorio (SAIPL), evidenziano una crescita che ha caratterizzato tanto il 2013 (3,56 miliardi di euro, +3,4%) quanto il 2014 (3,67 miliardi di euro, +3%). Un segnale positivo arriva finalmente anche dal fronte interno (+2% nel 2013, +1,7% nel 2014), anche se sono state le esportazioni a sostenere con più forza il ritmo della crescita (+5,9% nel 2013 e + 5,3% nel 2014).
“Questi risultati indicano quanto le imprese rappresentate da GISI siano resilienti nei confronti dei cambiamenti, spesso traumatici, a cui il mercato le ha ultimamente costrette”, ha affermato il presidente di GISI Sebastian Fabio Agnello durante la presentazione dello studio di ricerca avvenuto nel corso dell’ultima Assemblea dei Soci. “Le buone performance realizzate nell’ultimo biennio indicano un’elevata capacità da parte del comparto SAIPL di reagire in maniera positiva alle criticità congiunturali. Ciò non solo grazie all’elevato contenuto di innovazione tecnologica che lo caratterizza, ma anche – come dimostra questo ultimo rapporto di studio – alla capacità di gestire in maniera equilibrata la propria posizione finanziaria nei confronti di un mercato del credito non ancora ritornato a dare piena fiducia”.
Relativamente ai mercati di sbocco, le applicazioni industriali (processo e manifatturiero) fanno la parte del leone con il 58% del totale vendite. Seguono macchinari e robotica (24%), building automation (10%), quindi gli strumenti e i prodotti per le applicazioni di laboratorio (8%).
Scendendo nel dettaglio delle famiglie di prodotto, si evidenzia come i sistemi e i dispositivi dedicati al controllo, al monitoraggio e alla comunicazione industriali rappresentino la voce più importante del comparto SAIPL, con un valore prossimo agli 1,1 miliardi di euro e una dinamica ampiamente positiva (+6,7%, 2014 vs. 2013).
UN 2014 DECISAMENTE BUONO
Lo studio ha dunque messo in luce come il 2014 sia stato un anno di crescita generalizzata per la quasi totalità delle imprese SAIPL – micro, piccole, medie e grandi –, anche se l’andamento tra il primo e il secondo semestre si è dimostrato differente. Va infatti detto che sebbene i tre quarti delle aziende abbiano registrato un incremento dei propri ricavi, le indagini congiunturali condotte sul secondo semestre hanno palesato, soprattutto da parte delle grandi realtà, un ridimensionamento delle performance rispetto ai primi sei mesi dell’anno.
Questa tendenza di contenuta positività sembrerebbe caratterizzare anche i primi mesi del 2015: i dati provvisoriamente raccolti appaiono infatti pressoché in linea con il trend registrato negli ultimi mesi del 2014. Tutto ciò lascia supporre un prosieguo di crescita del comparto SAIPL anche nella prima parte di quest’anno, il cui andamento sembra specchiarsi nelle stime del fatturato industriale e degli indici di fiducia che Confindustria ha elaborato per i mesi da gennaio a maggio.
LA STRUTTURA DEL SETTORE SAIPL
Se si suddividono le imprese del settore SAIPL nelle categorie micro (fatturato inferiore ai 2 milioni di euro), piccole (fatturato compreso tra 2 e 10 milioni di euro), medie (fatturato compreso tra 10 e 50 milioni di euro) e grandi (fatturato superiore ai 50 milioni di euro), si nota come le micro aziende costituiscano la forma d’impresa più diffusa con il 39%. Seguono le piccole imprese con il 36% del totale e le medie con il 18%. L’importanza della grande azienda, anche se numericamente minima (7%), è però messa in chiara evidenza dal peso che essa detiene sul fatturato totale del settore, che si aggira in un intorno dei tre quarti del totale.
Considerazioni simili valgono se si esaminano le imprese sulla base della variabile occupazione. Dai dati sull’occupazione relativi alle comunicazioni di impresa all’INPS, raccolti nell’Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA) dell’ISTAT, si evince come le micro e le piccole imprese rappresentino rispettivamente il 36% e il 45% delle imprese totali, mentre le medie il 15% e le grandi solo il 4%.
Questa distribuzione riflette abbastanza bene le caratteristiche dell’industria manifatturiera italiana, che si contraddistingue per la forte presenza di imprese di piccole dimensioni, nonché per il ruolo della grande dimensione nel definire le caratteristiche medie del comparto.
Per quanto riguarda la localizzazione, l’analisi geografica mette in luce come la maggior parte delle imprese sia concentrata al Nord Italia (82%), mentre il Centro pesi per il 13% e il Sud solamente per il 5% della numerosità totale. Le aziende operanti in Lombardia rappresentano oltre il 70% delle imprese localizzate al Nord, la maggior parte delle quali si concentra nella provincia di Milano.
IL COMPORTAMENTO DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE
Esaminando i bilanci ufficialmente depositati presso le Camere di Commercio dal 2009 al 2013 delle piccole e medie società di capitale (con fatturato inferiore a 50 milioni di euro) emergono alcune considerazioni interessanti.
Si evince innanzitutto che nel periodo preso in esame tra le PMI del settore SAIPL a crescere maggiormente sono quelle dei servizi (progettazione, engineering, maintenance): si tratta di una crescita lineare superiore nel complesso al 30%.
Le PMI che svolgono attività di produzione e commercio nel 2012 e nel 2013 evidenziano performance peggiori di quelle del 2011. Da ciò si desume che per queste imprese l’anno più positivo dopo il crash finanziario è stato il 2011 mentre il 2012, in linea con il rimbalzo negativo registrato dal comparto industriale nazionale, registra delle sofferenze, sia pur lievi.
Prendendo in esame l’andamento della redditività sulle vendite (ROS, Return on Sales), i dati si capovolgono. Se le PMI SAIPL operanti nel comparto servizi sono quelle che hanno registrato le migliori performance come valore della produzione, le stesse imprese registrano invece nel periodo un crollo degli indici di redditività. Ciò lascia supporre che si tratti di strategie aziendali tendenti ad espandere la produzione sacrificando i livelli di redditività. Questo risultato potrebbe anche non essere frutto di scelte specifiche, ma di condizioni oggettive di mercato (aumento della concorrenza).
Appare evidente come le imprese produttive mantengano una redditività più stabile nell’intero periodo. Cresce la redditività delle piccole e medie imprese del commercio (per lo più filiali italiane di produttori europei), ma su questo fenomeno influiscono variabili sulle quali è difficile sbilanciarsi.
Da una ulteriore analisi dei bilanci è inoltre possibile evincere che le imprese medie e piccole risultano adeguatamente patrimonializzate e sufficientemente equilibrate da un punto di vista finanziario, sia sul breve che sul lungo periodo, anche se la tenuta delle quote di mercato è stata spesso pagata sacrificando i livelli di redditività.
Trattandosi di un settore direttamente correlato all’evoluzione del mercato industriale nel suo complesso, si potrebbe manifestare un moderato ottimismo per il futuro, considerando le scelte strategiche predominanti fra le imprese.
L’IMPATTO DELL’INSTABILITÀ GEO-POLITICA NELL’EST EUROPA
È stata presa in esame la questione della crisi Crimea/Ucraina e i rapporti in generale con la Russia e le nazioni affini. Ciò si giustifica in quanto il nostro Paese, in stretto contatto economico con le realtà di quell’area geografica, ha subito una grave scossa dovuta all’inclinazione negativa dei rapporti commerciali tra i Paesi filo Russi e il mercato europeo.
Per fortuna, da quanto emerge dalle rilevazioni effettuate sul campione delle aziende, sulle performance di settore non sembrano risultare gravi ripercussioni, che sembrano aver sortito effetti solamente per una quota minimale di imprese (5%), in maniera poco rilevante per il 16% e assolutamente non incidenti per il resto.
Altre ripercussioni sono state invece riscontrate nei rapporti con altri Paesi, come Iran, Iraq, Egitto, Siria e Nigeria, dovute a conflitti precedenti, rapporti economici instabili o a situazioni critiche all’interno del paese di riferimento.
I MERCATI DI SBOCCO DELLE IMPRESE SAIPL
L’analisi sui mercati di sbocco ha rivelato come nel Food & Beverage e nel Pharma il peso della grande impresa sia dominante, determinando rispettivamente il 58% e il 66% del volume d’affari dei due comparti contro la media del 47% del campione. In realtà la grande impresa si dimostra molto forte anche nel settore delle applicazioni di building automation, ma va detto che l’incidenza di questo comparto sul totale vendite è decisamente più bassa. Nella Chimica la distribuzione tra grandi e piccole imprese è la più equilibrata (riflette la distribuzione media del campione), così come il resto degli altri settori, che mostrano percentuali più livellate tra le varie dimensioni di impresa.
INSERIRE CHIUSURA
Per approfondire la tematica della diversificazione produttiva, è stato calcolato il numero dei settori di sbocco in cui ogni impresa opera. Solo una quota minima di imprese (4%) ha un output monosettoriale, mentre il 12% delle imprese serve contemporaneamente 7 settori, indicando quindi una elevata diversificazione dei mercati. I valori modali della distribuzione si hanno in corrispondenza della diversificazione tra 3 e 6 settori.
Distribuzione fatturato per dimensione e per settore di sbocco. Fonte: elaborazioni IRCrES su dati GISI. Percentuale arrotondate.