Il 2017 del Food & Beverage italiano archivia un anno decisamente positivo, come non accadeva da un decennio a questa parte, con un incremento del 3,8%.
Il 2017 del Food & Beverage italiano archivia un anno decisamente positivo, come non accadeva da un decennio a questa parte, con un incremento del 3,8%. Anche il 2018 non sembra essere da meno, visto che tutti i principali parametri sono positivi.
di Alberto Taddei
Le previsioni rilasciate durante Expo 2015 (www.expo2015.org) non erano poi così tanto azzardate. A giudicare dalle performance che il comparto rappresentato da Federalimentare (www.federalimentare.it) – la cui incidenza sul PIL nazionale vale circa 8 punti percentuali – sta facendo registrare, l’obiettivo dei 50 miliardi di euro di export entro il 2020 per l’intera filiera agroalimentare italiana sembra più che mai a portata di mano. Già, perché guardando ai dati del 2017 e all’andamento congiunturale mappato nei primi mesi del 2018, il comparto degli alimenti e delle bevande registra risultati più che lusinghieri. Ciò grazie soprattutto all’export, che nel 2017 è aumentato sull’anno precedente del 7% e ha sfondato la quota dei 32 miliardi di euro, ma anche alla ripresina che le vendite sul mercato interno hanno fatto registrare (+0,8%, pari a +1,1% in volume). E se all’export delle imprese rappresentate da Federalimentare si assomma il contributo generato dalle esportazioni del settore primario, che ammontano a circa 8,5 miliardi di euro, il totale dell’agroalimentare nazionale partito oltre frontiera nel 2017 ha sfondato il tetto dei 40 miliardi di euro, apparendo sempre più in forma e pronto per lo scatto finale verso il traguardo dei 50 miliardi di euro.
Nel raggiungimento dei 50 miliardi di euro quale export target che la filiera agroalimentare italiana si è posta di raggiungere entro il 2020, i ricchi mercati della Cina e della Federazione Russa potranno fare la vera differenza.
OCCHI PUNTATI SU CINA E RUSSIA
Anche se la produzione industriale del comparto Food & Beverage si mantiene complessivamente 20 punti base sotto il livello precedente alla crisi, i dati che il Centro Studi di Federalimentare monitora parlano chiaro: la ripresa può oramai definirsi certa e stabile.
Il fatturato complessivo del comparto nel 2017 si è attestato a quota 137 miliardi di euro (che salgono a 190 se si intende aggregare anche i numeri del comparto agroalimentare, comprensivo del cosiddetto primario), facendo registrare un ottimo +3,8%, addirittura oltre le aspettative.
È estremamente significativo notare come il rapporto export su fatturato nel 2017 abbia raggiunto il 23,4%: quasi un quarto del giro d’affari – o se vogliamo dirlo in termini più coloriti, un prodotto alimentare su quattro – è stato destinato ai mercati esteri, con Germania, USA, Francia e Regno Unito a totalizzare quasi il 50% delle esportazioni nel loro complesso.
Se le grandi economie europee e del Nord America costituiscono i principali bacini di sbocco dell’alimentare italiano, i risultati più rilevanti in termini di crescita percentuale sono stati però registrati altrove e più esattamente in Russia (+30%, nonostante le politiche di embargo), in Cina (+20), in Spagna (+14%) e in Polonia (+14%). È chiaro che nel raggiungimento dei 50 miliardi di euro quale export target che la filiera agroalimentare italiana si è posta di raggiungere entro il 2020, i ricchi mercati della Cina e della Federazione Russa potranno fare la vera differenza: e i presupposti ci sono tutti. Anche se il fattore contraffazione è ancora ben lungi dall’essere risolto a mezzo di politiche chiare e soddisfacenti, con una popolazione sempre più affamata di prodotti caratterizzati da tradizione, qualità e immagine “Made in Italy”, questi mercati potranno dimostrarsi decisivi se continueranno a segnare performance di crescita a due cifre.
IL 2018 LANCIA SEGNALI MOLTO BUONI
Mandato in archivio un 2017 più che positivo, le aziende produttrici di alimenti e bevande puntano a bissare i risultati anche nel 2018, incrementando ulteriormente l’export ma puntando anche alle migliori performance che il mercato interno dovrebbe quest’anno registrare, stimate tra il +1% e il +2%.
Nel primo quarter dell’anno, quindi ad aprile, secondo i dati elaborati dal Centro Studi di Federalimentare su base Istat, la produzione complessiva, rispetto all’analogo periodo 2017, segna un ottimo +2%, preludio di una annata che potrebbe rivelarsi molto positiva. Volano i comparti dei piatti preparati (+18,4%) e della birra (+13,9%), a differenza dell’industria dello zucchero che segna invece il passo (-13,1%): una chiara evidenza dei tempi che cambiano e di come le abitudini alimentari si stiano via via modificando. A livello di macrodati, quasi tutte le industrie mostrano buone performance (tra il 3% e il 4% di incremento), tra cui quelle relative alla produzione, lavorazione e conservazione della carne e dei prodotti lattiero-caseari.
Mandato in archivio un 2017 più che positivo, le aziende produttrici di alimenti e bevande puntano a bissare i risultati anche nel 2018, incrementando l’export e puntando anche a migliori performance sul mercato interno.
FOCUS1: MACCHINE AUTOMATICHE, TREND POSITIVO
Anche il comparto delle macchine automatiche, e in particolare quelle dedicate al confezionamento degli alimenti e all’imbottigliamento delle bevande, ha seguito nel 2017 lo stesso trend dell’industria agroalimentare, facendo registrare il miglior risultato di sempre con oltre 7 miliardi di euro di fatturato complessivo. Oltre a confermare la stabilità che il settore dimostra di possedere, indipendentemente dai cicli economici, l’automazione dedicata al packaging nel 2017 ha registrato l’ulteriore spinta generata dall’iperammortamento che, stando al sentiment delle aziende, non sembra però essere di pari intensità per quanto riguarda questi primi mesi del 2018.
Con un export pari all’80% del giro d’affari complessivo, il packaging sembra aver seguito le orme delle esportazioni registrate dal Food & Beverage, con buone performance percentuali in Europa (Germania e Francia hanno chiuso a +8% e +6% rispettivamente), nei paesi extra-UE (la Russia è in crescita del 25% sull’anno precedente), in Cina (+25%) e in Nord America (+12% tra USA e Canada).
Giova ricordare che, secondo l’ultima indagine congiunturale condotta da UCIMA (www.ucima.it), facente riferimento ai dati 2016, il comparto delle tecnologie del confezionamento, imballaggio e imbottigliamento dedicate all’industria alimentare e delle bevande costituisce oltre il 57% dell’intera produzione nazionale, con il Food a rappresentare addirittura in valore assoluto il 30% dell’intero fatturato (1,97 miliardi di euro). ©ÈUREKA!
Distribuzione del fatturato per settore delle macchine automatiche. Dati relativi all’ultima indagine congiunturale UCIMA del 2016.