Swifti, nome in codice CRB 1100, è uno dei due robot collaborativi appena introdotti da ABB sul mercato. Il target di questi nuovi prodotti va oltre il manifatturiero e comprende anche piccole e medie imprese, negozi e il mondo consumer.
In un evento online concepito quasi come uno show, ABB ha presentato al mercato due nuovi cobot che si affiancano all’ormai famoso YuMi: denominati GoFa e Swifti, grazie alle loro doti, faranno certamente parlare di loro.
di Riccardo Oldani
“Innovare” non significa soltanto migliorare un concetto esistente, ma spingerlo anche verso declinazioni nuove e, inizialmente, non previste. Quando, per esempio, sono nati i robot collaborativi, verso la fine del primo decennio del nuovo millennio, l’utilizzo che si immaginava per loro era all’interno di siti produttivi. Per mansioni certamente diverse rispetto a quelle dei loro “cugini” industriali, ma pur sempre legate alla manifattura. Ora però le cose stanno cambiando e a testimoniarlo sono anche due nuovissimi cobot da poco presentati al mercato dal Gruppo ABB. Si chiamano GoFa e Swifti, entrambi marchi registrati per dare un nome “di battesimo” a due macchine altrimenti identificate da due sigle, rispettivamente CRB 15000 e CRB 1100.
Leonardo Leani, Division Manager Robotics & Discrete Automation di ABB Italia.
USER FRIENDLY
Il fatto di dare un’identità a questi due nuovi prodotti, che nella gamma di cobot di ABB si aggiungono ai già supercollaudati YuMi nelle versioni a uno e due bracci, non è soltanto un vezzo. Fa parte di una profonda riflessione sul futuro di queste macchine, che i manager del Gruppo hanno tradotto anche in una comunicazione e in un packaging decisamente innovativi per questo tipo di strumenti. Il tutto per rendere estremamente semplice l’esperienza di disimballare e installare queste macchine, quasi fossero elettrodomestici, anziché attrezzature industriali. Perfino l’evento online che ABB ha pensato per promuovere i due nuovi cobot a un pubblico di clienti e alla stampa internazionale riflette questa idea “pop” ed è stato concepito più come un happening e uno spettacolo tecnologico che come un webinar tecnico.
GoFa è dotato di uno sbraccio di 950 mm, velocità fino a 2,2 m/s e capacità di carico di 5 kg.
UN’APPLICAZIONE REALE
Durante l’evento è intervenuto, tra gli altri, Leonardo Leani, Division Manager Robotics & Discrete Automation di ABB Italia che ha presentato uno dei primissimi casi applicativi di questi nuovi cobot, in particolare di GoFa, realizzato ancora prima del loro lancio sul mercato. Lo abbiamo contattato per farci raccontare meglio le caratteristiche delle nuove macchine. “Si tratta”, spiega, “di un’applicazione che abbiamo realizzato in uno dei nostri stabilimenti, in cui vengono prodotti componenti per la domotica della nostra Divisione Smart Building della Business Area Electrification. Realizzarla è stato al tempo stesso facile e gratificante. Il cobot è stato fissato semplicemente su un carrello mobile e collocato di fronte a una marcatrice laser, per alimentarla con i pezzi che devono essere contrassegnati con un codice. A lavoro ultimato, GoFa preleva i pezzi dalla marcatrice per avviarli alle fasi successive”.
GoFa è dotato di sensori di coppia e posizionamento intelligenti in ognuno dei suoi sei giunti, grazie ai quali il movimento si blocca in pochi millisecondi in caso di contatto con l’operatore.
PAROLA D’ORDINE: SEMPLICITÀ
In che cosa si concretizza questa semplicità d’uso? “Noi abbiamo gestito il GoFa”, spiega Leani, “esattamente come farebbe un cliente che lo ha acquistato, quindi seguendo una serie di tutorial video che accompagnano e guidano tutte le fasi, dal disimballaggio del prodotto alla sua messa in opera. Questa avviene davvero in pochi minuti e con passaggi semplicissimi. Intuitiva è anche la programmazione, che si basa sul nostro Wizard Easy Programming, una soluzione per i robot ABB concepita su una modalità di programmazione grafica a blocchi estremamente intuitiva. Si costruisce il programma trascinando sullo schermo del display icone che rappresentano blocchi di istruzioni e comandi, definendo la sequenza di compiti e movimenti che il cobot deve effettuare”.
Swifti ha uno sbraccio di 580 mm, velocità fino a 5 m/s e payload di 4 kg.
Per definire i movimenti del braccio, necessari per esempio per afferrare un oggetto e depositarlo in un punto preciso, si usa un sistema di apprendimento “lead through”. Si accompagna cioè con la mano il robot sulle posizioni target, che vengono memorizzate tramite dei pulsanti sul polso del robot stesso. “Sfruttando queste funzionalità abbiamo realizzato la nostra applicazione reale in fabbrica in meno di un’ora. Ma soprattutto abbiamo integrato il robot in una linea produttiva già esistente, senza dover apportare alcuna modifica, opera o protezione a terra. Abbiamo semplicemente portato il robot con un carrello davanti alla macchina e siamo partiti immediatamente a produrre”.
Swifti si integra a uno scanner di sicurezza, con software SafeMove Collaborative di ABB, che rallenta o blocca il robot a seconda di quanto l’operatore è vicino al cobot.
UTILIZZABILI OVUNQUE
Un cobot concepito in questo modo può essere davvero messo in funzione da chiunque, anche se non ha competenze di programmazione. “GoFa e Swifti”, spiega Leani, “sono più veloci, dotati di sbracci più ampi e in grado di sollevare pesi superiori rispetto a YuMi, e sono stati pensati per entrare in nuove aree di mercato, a partire dall’automotive, dove possono dare il loro contributo in molte operazioni di finitura, assemblaggio e kitting, fino nelle PMI e nei laboratori artigianali, nei settori del cosmetico, F&B, farmaceutico, medicale o di supporto a laboratori per velocizzare e automatizzare le analisi mediche.
Progettato per supportare la collaborazione intermittente tra operatore e robot, Swifti può muoversi ad alta velocità per la massima produttività, senza mettere a rischio la sicurezza di un lavoratore quando deve avvicinarsi al cobot
Prevediamo anche utilizzi fuori dall’ambito industriale, per esempio in negozi e ristoranti, dove già possono collaborare a personalizzare oggetti, mescere birra o persino a servire gelati. All’interno del Texas Medical Center di Houston stiamo sviluppando applicazioni con YuMi per erogare servizi ai pazienti negli ospedali del futuro”.
Uno degli elementi chiave nell’implementazione di successo dei robot collaborativi è il loro design accessibile, elegante, compatto e leggero che consente di spostarli facilmente di posizione in modo da utilizzarli quando e dove necessario.
PERSONAL ROBOT PER TUTTI
Insomma, il cobot evolve, e anche grazie all’arrivo di GoFa e Swifti, può diventare qualcos’altro rispetto a quanto abbiamo immaginato finora. Per esempio, un personal robot, che tutti quanti potremmo avere nelle nostre case per svolgere compiti di vita quotidiana o che tutti i maker potrebbero aggiungere alla loro dotazione di strumenti per compiere lavorazioni di qualità e precisione industriali anche su singoli pezzi. “Stiamo lavorando intensamente”, conclude Leani, “per semplificare al massimo la customer experience.
GoFa incorpora una gamma di funzionalità che ne consentono l’utilizzo direttamente al fianco dell’operatore, eliminando spazio e costi per barriere fisiche o recinzioni.
Per esempio, chi sa usare un tablet non ha nessun problema a imparare a programmare GoFa o Swifti. Stiamo anche sviluppando un ecosistema di accessori per rendere più semplice lo sviluppo delle applicazioni con i cobot: sistemi di presa, avvitatori, supporti, grazie anche al contributo di partner esterni”. Il target, quindi, va ben oltre l’industria e si estende a tutte le piccole e medie imprese, alla logistica, ai negozi. Anche al mondo consumer. L’arrivo dei due nuovi cobot ABB potrebbe fissare un nuovo orizzonte per lo sviluppo di questi straordinari oggetti tecnologici. ©TECN’È
Offrendo la programmazione lead-through, il software di programmazione facile Wizard e l’app di configurazione grafica SafeMove sulla FlexPendant, Swifti può essere configurato e programmato facilmente e rapidamente.