La famiglia di cobot di ABB. Da sinistra, YuMi a due bracci e a braccio singolo, GoFa e SWIFTI. Insieme compongono una gamma completa per le esigenze delle imprese manifatturiere italiane.
Robot industriali e collaborativi fanno la differenza anche nelle PMI. Ecco come ABB Robotics ha costruito un ecosistema, composto da prodotti, servizi, aziende e tecnici preparati, per supportare chi vuole intraprendere la transizione digitale.
di Riccardo Oldani
C’è un segreto dietro agli straordinari risultati raggiunti dal settore manifatturiero italiano nel 2021 e nella prima metà del 2022, che pongono la nostra economia su un binario di crescita più rapido rispetto a tutti in Europa, Germania compresa. Si tratta della flessibilità, una prerogativa tradizionale delle nostre aziende, che però è cresciuta moltissimo negli ultimi anni, insieme a una produttività che nel privato ha raggiunto livelli record. Il merito di questa trasformazione risiede soprattutto nell’introduzione delle tecnologie digitali, dell’automazione e della robotica, favorita dagli incentivi statali che da soli, però, non bastano. Occorrono, soprattutto alle aziende medio-piccole, interlocutori affidabili che non si limitino a sviluppare tecnologie affidabili, ma che siano anche in grado di consigliare le soluzioni e i percorsi più adatti a ogni attività.
Andrea, Massimo e Filippo Missaglia di Cobo Italia, system integrator che lavora in stretta collaborazione con ABB nel progettare e realizzare integrazioni robotiche.
ABB E I SYSTEM INTEGRATOR
ABB Robotics, la divisione di ABB leader nello sviluppo di robot industriali e collaborativi, da tempo si è attrezzata per fornire questo tipo di supporto, attraverso una serie di servizi digitali ma anche mediante la selezione accurata dei system integrator. Queste aziende, figure chiave nell’integrazione delle tecnologie robotiche ai processi produttivi, svolgono un ruolo fondamentale di intermediazione tra i produttori di tecnologie e gli utilizzatori finali. Per questo ABB nello sviluppo delle sue proposte non ha pensato soltanto alle necessità delle aziende manifatturiere, ma ha messo a punto anche tool che facilitano il lavoro degli integratori di sistemi costruendo con loro uno stretto rapporto di collaborazione.
l’uomo, per esempio in laboratori di analisi, nel farmaceutico, nella cosmetica.
UN ESEMPIO VIRTUOSO
Un esempio di questo rapporto privilegiato proviene da Cobo Italia, azienda con competenze su un ampio ventaglio di settori applicativi. Andrea Missaglia, che ne è socio e Robotic Engineer, racconta come è costruito il sodalizio con ABB Robotics partendo dall’esempio dei robot collaborativi. I cobot stanno infatti aprendo nuove possibilità per le PMI di introdurre la robotica nella produzione, ma devono essere scelti e integrati con raziocinio, pena il rischio, purtroppo non infrequente, di non utilizzarli al pieno delle loro potenzialità.
I COBOT MOTORI DELL’INNOVAZIONE
“I robot collaborativi”, dice Missaglia, “hanno reso più democratico il percorso verso l’automazione. Possono essere integrati ovunque, sono semplici da programmare e da utilizzare e hanno un costo ridotto rispetto a quelli industriali. Occorre però ricordare che, per quanto flessibili e pratici, devono essere scelti in base a determinati criteri, installati correttamente e arricchiti con il giusto ecosistema di attrezzature, software e competenze. A questo serviamo noi integratori: a cogliere le esigenze del cliente e a trasformarle in progetti capaci di rispondere in modo affermativo in termini di costi, produttività e flessibilità”.
YuMi a due bracci è un cobot con un payload leggero (500 g) che può trovare impiego in applicazioni a contatto con
DAL PROGETTO ALL’ESECUZIONE
L’apporto di ABB nel favorire il lavoro di aziende come Cobo è sostanziale. Innanzitutto, il Gruppo ha sviluppato una gamma particolarmente profonda di robot collaborativi. YuMi, in versione a uno o a due bracci, è ideale per applicazioni leggere (il payload è di 500 g), flessibili, non necessariamente veloci ma condotte in stretto contatto con l’operatore umano. GoFa (identificato anche con la sigla CRB 15000) ha una capacità di carico di 5 kg e si distingue per la programmazione semplificata e la capacità di condividere con l’uomo l’ambiente di lavoro. Lo SWIFTI (CRB 1100), unisce alla velocità e alle prestazioni di un robot industriale caratteristiche di sicurezza che consentono di usarlo anche senza barriere.
Ma oltre ai cobot c’è di più. “Una volta stabilita la fattibilità economica e tecnica, creiamo per il cliente un progetto virtuale sfruttando software come RobotStudio di ABB”, aggiunge Andrea Missaglia. “Dopodiché si parte con la costruzione vera e propria, che implica l’utilizzo di robot ABB, accessori come sistemi di visione o di presa, sviluppo di software e tutto quanto occorre. Il collaudo presso il nostro stabilimento di Usmate Velate (MB) può durare anche diverse settimane, così da avere la certezza di offrire una soluzione testata e affidabile. Terminiamo poi con l’installazione definitiva e con la formazione degli operatori del cliente”.
Un esempio di soluzione sviluppata da Cobo Italia, con un sistema di presa per utilizzi specifici integrato sul braccio robotico YuMi.
I VANTAGGI DI UNA SIMULAZIONE PRECISA
Poter lavorare con un gemello digitale di un impianto semplifica e velocizza il lavoro: RobotStudio è uno strumento potentissimo, che offre diverse possibilità di utilizzo, dalla virtualizzazione della linea robotizzata alla programmazione dei cicli.
Wizard Easy Programming, poi, consente di sviluppare i programmi basandosi su alcuni semplici passaggi, senza la necessità di utilizzare codice macchina, e di programmare attraverso un PC in ufficio senza interrompere la produzione.
“Le realtà con le quali lavoriamo sono molto diverse tra loro: alcune hanno operatori preparati e indipendenti da noi nella riconfigurazione dei robot, mentre altre ci chiedono di intervenire quando necessario. Sono tutti servizi che mettiamo a disposizione e che le aziende apprezzano”, aggiunge Missaglia.
GoFa, braccio collaborativo che può essere programmato con guida manuale e può sostenere pesi fino a 5 kg al polso.
L’IMPORTANZA DELLE PERSONE
ABB non produce solo robot e strumenti, ma può supportare i system integrator con i suoi tecnici ed esperti, persone di valore, con competenze elevate e la capacità di comprendere le necessità del mercato. Dice ancora Missaglia: “Quando abbiamo scelto ABB lo abbiamo fatto per diversi motivi. Innanzitutto, perché è una realtà strutturata, che offre servizi e prodotti di alto livello. Poi per la profondità della gamma. Ma importantissimo è il rapporto umano: commerciali e tecnici si dimostrano risorse preziose per avere il giusto consiglio quando necessario”.
IL CREATORE DI ROBOTSTUDIO
Il riferimento alle persone di ABB non è generico o casuale. Nell’azienda lavorano persone davvero di altissimo valore, spesso tra i migliori nei rispettivi campi di competenza. Pensiamo a RobotStudio. Colui che ha reso possibile lo sviluppo di questo software, che è il più usato al mondo nella programmazione offline e nella virtualizzazione robotica, è Bertil Thorvaldsson, che non solo ha dedicato a questo progetto più di due decenni della sua vita professionale ma è stato appena premiato con gli Engelberger Awards, il riconoscimento più importante al mondo in campo robotico. Thorvaldsson è da poco in pensione, ma continua l’attività di Senior Advisor di ABB e conduce in Svezia, suo Paese natale, attività di livello universitario negli atenei di Chalmers e Skövde. Una vera autorità, ma anche un uomo ricco di comunicativa e di umanità che non ha esitato ad accettare di fronte alla nostra richiesta di un’intervista.
Bertil Thorvaldsson, il “padre” della suite di programmazione e virtualizzazione RobotStudio di ABB, recente vincitore degli Engelberger Awards.
UNO STRUMENTO POTENTE
Thorvaldsson ci ha spiegato perché l’utilizzo congiunto di robot e di RobotStudio può davvero cambiare gli orizzonti anche di un’azienda piccola, come ce ne sono tante nel nostro Paese. “RobotStudio è uno strumento potente, che risolve una grande quantità di problemi”, ci ha detto. “Consente di svolgere e anticipare in maniera virtuale gran parte del lavoro che altrimenti dovrebbe essere fatto sul sistema reale. Permette di sviluppare tutta la programmazione del robot, collaudare il sistema, simulare errori e arrivare con tutti i problemi risolti nel momento in cui la macchina viene installata a livello di shopfloor. In altre parole, consente di giungere allo start-up e all’avvio della produzione molto più in fretta, con un enorme risparmio di denaro”. Anche in questo modo le soluzioni di ABB “democratizzano” l’automazione.
RobotStudio è stato sviluppato in una grande quantità di funzionalità, che consentono anche la creazione di gemelli virtuali e di applicazioni di realtà aumentata per il training e la manutenzione.
REALE E VIRTUALE
Ma chi ci dice che tutto il lavoro di simulazione e virtualizzazione offline sia fedele alla realtà e non contenga in sé errori che potrebbero poi trasferirsi al sistema robotico reale? “È il modo con cui abbiamo concepito RobotStudio a renderlo diverso dagli altri sistemi simili”, ci confida Thorvaldsson. “Lo abbiamo sviluppato non su un sistema operativo specifico e su un hardware particolare, ma su un sistema operativo fittizio, che può essere fatto girare sul sistema operativo reale installato sul sistema di controllo del robot e sull’hardware usato per la simulazione. In questo modo possiamo utilizzare il codice del controller del robot ovunque, anche su un pc con Windows. In altre parole, RobotStudio non è solo un programma di simulazione è anche il software di controllo del robot reale. Esiste solo un codice sorgente, che è lo stesso per il controller del robot e per Robot Studio. In questo modo quello che succede sul robot succede anche esattamente su RobotStudio ed è quello che accade poi nella realtà. Senza uno strumento come questo, anche attività come il virtual commissioning sarebbero veramente difficili. È da qui che nasce il vantaggio competitivo di ABB rispetto agli altri player, perché davvero, con Robot Studio, si ha una totale corrispondenza tra realtà e virtualità”. ©TECN’È
Un altro punto forte dei robot ABB, che si presta ad applicazioni flessibili e user-friendly, è il sistema di programmazione per blocchi reso possibile da Wizard Easy Programming.