Giancarlo Losma, Presidente di Ucimu-Sistemi per Produrre.
L’assemblea annuale di Ucimu-Sistemi per Produrre ha evidenziato, in particolare, il buon momento dell’industria italiana dei robot che consolida il momento favorevole, registrando un produzione di +18,1% e un export di +22,3%. Nel 2010, l’industria italiana delle macchine utensili, robot e automazione ha saputo comunque cogliere la via della ripresa, confermandosi ai vertici delle graduatorie mondiali.
di Margherita Di Vilio
La strada è aperta e si viaggia “sull’onda della ripresa”, mantenendosi in bilico, ma certi che il futuro sarà tinteggiato da colori positivi. L’assemblea annuale di Ucimu-Sistemi per produrre ha evidenziato come nel 2010 l’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione ha saputo cogliere la via della ripresa, confermandosi ai vertici delle graduatorie mondiali, ove occupa la quarta posizione tra i produttori e la terza tra gli esportatori. Crescono la produzione a 4.196 milioni di euro (+2,5%), l’export a 2.604 milioni di euro (+3%), il consumo a 2.467 milioni di euro (+5,7%) e le consegne sul mercato interno a 1.592 milioni (+1,7%). Questo, in sintesi, il bilancio 2010 illustrato da Giancarlo Losma, presidente di Ucimu-Sistemi per Produrre, l’Associazione dei costruttori italiani di macchine utensili robot e automazione all’Assemblea annuale a cui è intervenuto anche Maurizio Lupi, vicepresidente Camera dei Deputati.
L'ITALIA CHE RESISTE
“Se i costruttori hanno nella loro intraprendenza, nel supporto dell’Associazione di riferimento e dell’ICE elementi fondamentali per il successo, tutto questo non è però sufficiente. Ciò da cui le imprese italiane internazionalizzate non possono prescindere è un adeguato supporto del sistema bancario-creditizio che permetta loro di penetrare e presidiare i mercati stranieri in modo strutturato”, sostiene Losma. Presente all'evento anche il Professor Marco Vitale, Economista d'impresa, che davanti all'assemblea di imprenditori ha ricordato come se ha un senso oggi parlare di 'Italia che resiste', è proprio in riferimento alle imprese del settore manifatturiero le quali, nonostante le avversità determinate dalla situazione economica mondiale e della situazione politica locale, continuano ad essere il motore del nostro Paese.
La ripresa avviata nel 2010 sembrerebbe intensificarsi in questo 2011, come emerge anche dai dati elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-Sistemi per Produrre. Secondo le previsioni, infatti, la produzione dell’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot, automazione crescerà nel 2011 a 4.955 milioni di euro, registrando un incremento del 18,1% rispetto all’anno precedente. Il positivo risultato sarà determinato principalmente dalla performance delle esportazioni che, in crescita del 22,3%, raggiungeranno quota 3.185 milioni di euro.
Se nel 2010, la Cina è risultata il primo mercato di sbocco dell’offerta italiana di Made in Italy di settore, scalzando la Germania dal vertice della graduatoria, nei primi tre mesi del 2011 (ndr: ultimo dato disponibile), le vendite di macchine utensili italiane destinate ai costruttori tedeschi hanno segnato un deciso incremento. In ragione di ciò, Germania e Cina assorbono la stessa quota di export italiano, pari al 13,9%. In particolare, nel periodo gennaio-marzo 2011, le principali aree di destinazione sono risultate la Cina (+13,8%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, la Germania (+115,6%), gli Stati Uniti (+123,4%), l’India (+58,9%), il Brasile (+125,7%), la Francia (-14,7%), la Turchia (+110,5%), la Polonia (+96,3%), la Russia (-52,5%), la Svizzera (+42,7%).
Con riferimento al mercato domestico, nel 2011, il consumo, atteso in crescita dell’11,7%, dovrebbe attestarsi a 2.755 milioni di euro, trainando la ripresa delle consegne dei costruttori che raggiungeranno il valore di 1.770 milioni, l’11,2% in più rispetto all’anno precedente.
PROMOZIONE DEL MADE IN ITALY
“Nonostante il quadro di generale miglioramento, resta alto il timore dei costruttori per la debolezza del mercato domestico che recupera soltanto una minima parte del terreno perso durante la crisi”, ha evidenziato Losma. “La svogliatezza della domanda interna ha spinto i costruttori a intensificare la propria attività sui mercati stranieri, anche in quelli più lontani. A supporto delle imprese, l’Associazione ha sviluppato iniziative concrete. È il caso di “Uomo Ucimu in Cina”, manager cinese che affianca le aziende italiane nella attività di penetrazione nel paese del dragone, cui si aggiunge “Piattaforma India”, nata con il medesimo obiettivo e per la quale saranno avviate a breve le procedure di recruitment del manager che opererà a fianco delle imprese”. “Partner strategico di questi progetti è l’ICE, i cui fondi, tra il 2008 e il 2011, sono stati dimezzati. Al di là della decurtazione dell’ammontare destinato alla promozione del Made in Italy nel mondo, ciò che preoccupa maggiormente è la confusione che si è creata intorno al ruolo dell’Istituto nazionale per il commercio estero, la cui sopravvivenza, negli ultimi mesi, è stata messa in discussione più volte”, ha aggiunto Losma.
“Le piccole e medie imprese hanno bisogno di un’agenzia dedicata alla promozione capace di supportarle nel processo di internazionalizzazione, così come hanno bisogno di un adeguato supporto del sistema bancario-creditizio”, ha poi continuato il Presidente di Ucimu-Sistemi per produrre. “Occorre che, al pari delle imprese di piccole e medie dimensioni, anche le banche italiane avviino un reale processo di internazionalizzazione, in modo da assistere le aziende in quelle aree dove il business è vivace. L’esempio dei concorrenti tedeschi è sotto gli occhi di tutti: le banche seguono le imprese nelle loro “incursioni” nei mercati stranieri. Questo deve essere possibile anche per noi imprenditori italiani”. “In tal senso, il rapporto banca-impresa non può fermarsi al solo dibattito sull’opportunità di Basilea 3. Esso ha bisogno di un concreto re-design da cui dipende il rafforzamento dell’intero sistema economico del paese che ha nell’export la sua più chiara prospettiva di sviluppo”, ha concluso Losma.