Alleantia e Dassault Systèmes hanno stretto un accordo per integrare l’Industry 4.0 con la piattaforma 3D Experience. Nella foto in home page: da destra, Stefano Linari, CEO di Alleantia, Guido Porro, amministratore delegato di Dassault Systèmes Italia, Pier Luigi Zenevre, direttore della Business Unit Industry 4.0 di Alleantia.
L’incontro tra la piccola società high-tech pisana Alleantia, e Dassault Systèmes, tra i principali sviluppatori di software per la progettazione 3D e la gestione del ciclo di vita del prodotto, delle linee di produzione e dei servizi, apre per le PMI italiane una nuova strada, semplice e a costo contenuto, per realizzare i dettami dell’Industry 4.0 e stabilire un rapporto virtuoso con i loro fornitori tecnologici.
di Riccardo Oldani
Supponete che macchine e sistemi di automazione del vostro stabilimento possano inviare dati a una piattaforma di analisi, in grado di elaborarli e di fornirvi informazioni sul loro stato di salute e sul livello dei “consumabili”, oppure di dare a chi li ha prodotti un feedback per migliorarli. O, ancora, di mostrare ad assicurazioni o banche il loro livello di utilizzo, magari allo scopo di modulare le rate del leasing. Fantasia? In realtà no. Tutto questo è già in parte possibile grazie all’Industry 4.0 e alla digitalizzazione delle attività di fabbrica. Ma c’è modo e modo di creare un sistema in grado di raccogliere i dati provenienti dalla produzione, il “campo”, costituito dalle macchine e dalle persone che le utilizzano.
“Per trasferire dati dal campo al cervello dell’impresa”, spiega Guido Porro, amministratore delegato di Dassault Systèmes Italia, “la chiave è l’IIoT, l’Industrial Internet of Things, indispensabile per fare in modo che la nostra 3D Experience si esprima in tutte le sue potenzialità”.
UN FELICE INCONTRO
Una soluzione innovativa è quella messa a punto da una giovane società hi-tech pisana, Alleantia (www.alleantia.com), in grado di rendere “plug & play” l’implementazione dell’Industry 4.0 in qualsiasi azienda, anche piccola. Un approccio che ha attirato l’attenzione di importanti player a livello mondiale, tra cui Dassault Systèmes (www.3ds.com), tra i principali fornitori di soluzioni software per ambienti di engineering, modellazione 3D e simulazione virtuale, big data e business intelligence. Le due aziende hanno stretto un accordo per integrare l’Industry 4.0 di Alleantia con la piattaforma 3D Experience di Dassault Systèmes, un insieme di pacchetti e soluzioni che integrano in maniera strutturata le necessità delle aziende di oggi, spinte dall’esigenza di articolare secondo le richieste del cliente lo sviluppo del prodotto, la sua industrializzazione e la “servitizzazione”, cioè la generazione di servizi. “Per trasferire dati dal campo al cervello dell’impresa”, spiega Guido Porro, amministratore delegato di Dassault Systèmes Italia, “la chiave è l’IIoT, l’Industrial Internet of Things, indispensabile per fare in modo che la nostra 3D Experience si esprima in tutte le sue potenzialità. I dati di campo consentono di generare un circolo virtuoso, grazie al quale non soltanto si migliora la produzione, riducendo sprechi, tempi morti, fermo-macchina, ma che consente anche al produttore di macchine o al system integrator di migliorare le proprie soluzioni e di verificare come il cliente le utilizza”. Un approccio che supera un problema spesso insoluto nel rapporto tra il cliente finale e fornitore di soluzioni di automazione, in cui è sempre presente il rischio, dice Porro, “di privilegiare le necessità ingegneristiche rispetto a quelle della funzionalità, del costo e della facilità di utilizzo per il cliente”.
IL SEGRETO È NEI DRIVER
Ma come si ottengono dati omogenei e selezionati da un “campo” che, nella migliore delle ipotesi, è attrezzato con macchine e soluzioni di produttori diversi, incapaci di comunicare tra loro? Lo spiega il CEO di Alleantia, Stefano Linari: “Nel ragionare su questo problema abbiamo pensato all’approccio di Microsoft, che con Windows ha reso possibile il collegamento in rete di device diversi ricorrendo a driver. Noi abbiamo fatto la stessa cosa per il mondo industriale. Abbiamo creato una libreria di driver che è la più grande al mondo e comprende oggi circa 4.200 macchine, PLC, sistemi di automazione di tutti i produttori, con un ritmo di crescita di oltre 100 al mese. Questi driver rendono visibili, su qualsiasi tipo di rete e in tempi brevissimi, in genere non oltre un’ora, i dati su parametri fondamentali di funzionamento delle macchine, utilizzabili sia dal progettista sia dall’utilizzatore, che può così migliorare efficienza e qualità, sia dal proprietario. Quest’ultimo può per esempio decidere di abilitare alla ricezione e analisi di questi dati soggetti terzi come il manutentore, il fornitore di consumabili, ma anche l’assicurazione, per ottenere vantaggi su canoni o polizze”.
“Abbiamo creato una libreria di driver che comprende oggi circa 4.200 macchine, PLC, sistemi di automazione di tutti i produttori, con un ritmo di crescita di oltre 100 al mese. Questi driver rendono visibili, su qualsiasi tipo di rete e in tempi brevissimi, i dati su parametri fondamentali di funzionamento delle macchine”, racconta Stefano Linari, CEO di Alleantia.
NUOVE ECONOMIE E MODELLI DI BUSINESS
Insomma, la possibilità di ricavare facilmente dati dal campo può aprire la strada ad attività impensabili fino a poco tempo fa. Osserva Pier Luigi Zenevre, direttore della Business Unit Industry 4.0 di Alleantia: “Il tema della crescita dell’ecosistema degli sviluppatori dell’Internet delle cose industriali, oltre 3 milioni di specialisti stando alle stime fatte per il prossimo triennio da importanti corporation del settore, è assolutamente in linea con la strategia di sviluppo del business di Alleantia. Questo contesto permetterà la diffusione di nuove professionalità e competenze trasversali, necessarie per la realizzazione di applicazioni in chiave Industry 4.0. Molte delle quali, essendo dirompenti e aprendo le funzioni aziendali alla disponibilità di dati, contribuiranno alla definizione di nuovi modelli di business in logica win-win da parte degli attori coinvolti: costruttori delle macchine, utilizzatori finali, centri di competenza, hub per l’innovazione digitale, istituzioni”.
DATI “DEMOCRATICI”
Nel rapporto con Dassault Systèmes, in particolare, l’Industry 4.0 “plug & play” di Alleantia si integra con la suite ExaLead, mettendola in grado, spiega Guido Porro, “di raccogliere l’esperienza aziendale e distribuirla in maniera semplice e oggettiva a tutti i livelli decisionali, dagli acquisti alla logistica, alla produzione, all’Application Engineering e al controllo di qualità, grazie a un’analisi capillare delle prestazioni dei dispositivi durante il loro funzionamento. Ingegneri e buyer avranno a disposizione, per ogni componente, un rating generato dalla nostra applicazione che contribuirà ad arricchire il patrimonio informativo di ciascun costruttore di macchine, senza legarlo alla memoria storica del singolo”. Quale il vantaggio di questo approccio? “Una notevole riduzione dei costi”, dice ancora Porro, “sia dal lato cliente, grazie alla migliore efficienza di gestione, sia per lo sviluppatore di macchine o di automazione, che può attivare un sistema circolare di analisi dei dati, revisione, ottimizzazione e modifica dei propri prodotti. È poi importante la semplificazione che si riesce a creare nella condivisione e comprensione da parte di tutte le funzioni aziendali: ingegneri, uomini di marketing, venditori potranno d’ora in avanti parlare tutti un unico linguaggio, grazie a dati che possono essere elaborati dai nostri sistemi in grafici di facile comprensione. Ne trarrà vantaggio soprattutto la comunicazione tra settori aziendali che storicamente hanno sempre avuto difficoltà a colloquiare”.
L’UOMO AL CENTRO
Le soluzioni Industry 4.0 “plug & play” di Alleantia sono in continua espansione. “Una nuova idea, in fase di realizzazione”, dice il CEO dell’azienda Stefano Linari, “consiste nella creazione di un nuovo driver da aggiungere alla libreria già disponibile, quello dedicato all’uomo. A colui, cioè, che determina l’efficienza delle macchine in base a come le utilizza e che contribuisce a raggiungere gli obiettivi aziendali”. Non si tratta, però, di equiparare l’essere umano alle macchine, tutt’altro. “L’obiettivo è rendere più semplice per chiunque l’interpretazione delle necessità delle macchine e, quindi, dialogare con loro. Per questo abbiamo deciso di sfruttare un social network, Yammer, che ogni utilizzatore di smartphone o tablet ottiene con facilità perché fa parte del pacchetto Office di Microsoft. Attraverso Yammer ogni macchina può inviare messaggi, opportunamente filtrati, sia all’addetto che sta lavorando su di essa, per segnalare lo stato, anomalie, necessità di controlli o di consumabili, sia al caporeparto, al responsabile della manutenzione o al capo stabilimento”. Un passo ulteriore per rendere la fabbrica davvero digitale e implementare l’Industry 4.0, in modo semplice ed economico. Èureka!
“Il tema della crescita dell’ecosistema degli sviluppatori dell’Internet delle cose industriali, oltre 3 milioni di specialisti stando alle stime fatte per il prossimo triennio da importanti corporation del settore, è in linea con la strategia di sviluppo del business di Alleantia”, sottolinea Pier Luigi Zenevre, direttore della Business Unit Industry 4.0 di Alleantia.