Gualtiero Seva, Sales Department FANUC Italia, nello “sgargiante” giallo d’ordinanza.
Fin dalla sue origini, FANUC è sempre stata all’avanguardia nella ricerca e sviluppo di soluzioni di automazione per macchine utensili, giocando un ruolo di primo piano assoluto nella produzione di controlli numerici computerizzati, ancora oggi tra i “fiori all’occhiello” del colosso giapponese. Ma il Gruppo è costantemente attivo e innovativo anche nelle Divisioni Robotics e Robomachine.
di Giancarlo Giannangeli
FANUC Italia (www.fanuc.eu/it) ha già da tempo riunito tutte le proprie Divisioni in un’unica struttura per lavorare a stretto contatto con gli utenti e condividere esperienza e conoscenze sfruttando le sinergie di gruppo. La convinzione è che, dai controlli numerici ai sistemi laser, dai motori e azionamenti ai robot industriali e centri di lavoro, un interlocutore unico è in grado di offrire alla clientela un servizio migliore.
ROBOT COLLABORATIVI
Oggi, un particolare accento viene posto sul robot cosiddetto “collaborativo”, quello cioè che non ha bisogno di dispositivi di sicurezza aggiuntivi mentre condivide lo spazio di lavoro con gli operatori. Numerosi costruttori sono già impegnati in questo campo, e FANUC è in prima linea con il suo CR-35iA, per il quale ha messo a punto una tecnologia speciale per garantire l’arresto immediato del robot in seguito a un contatto. Insensibile a umidità e polvere, il robot è rivestito da una copertura morbida antiurto resistente al fuoco; in ogni caso, le sue forme arrotondate non presentano bordi affilati o comunque punti che potrebbero ferire l’operatore. Un’altra protezione ha l’incarico di impedire la creazione di spazi inferiori a 12 cm che potrebbero intrappolare una mano o un braccio dell’operatore. Tutti questi accorgimenti innalzano al massimo il livello di sicurezza e contribuiscono a evitare danni nell’eventualità di un impatto accidentale.
Fino a ieri nella robotica l’operatore dipendeva dal robot, assisteva la macchina nel suo lavoro. Da oggi accade il contrario, afferma Gualtiero Seva, Sales Department FANUC Italia: “Esistevano già sollevatori e altri meccanismi d’ausilio che risolvevano i problemi nel portare in posizione i vari carichi, ma le macchine non erano in grado di interagire con l’uomo. Il nostro robot collaborativo, invece, con la sua capacità di sollevare pesi fino a 35 kg e con un’estensione di quasi 2 m, si rivela perfetto per eseguire operazioni che espongono gli operatori a sforzi ripetitivi con movimenti monotoni per ore. Il robot controlla la forza con una precisione molto maggiore rispetto agli operatori umani; inoltre, un sensore di visione gli permette di individuare pezzi riposti in modo casuale in un contenitore e di ordinarli. Il settore dell’assemblaggio automobilistico, da sempre all’avanguardia nella robotica, lo impiega già con successo: la ripetibilità offerta da un robot collaborativo migliora la qualità e riduce i tempi”.
Il robot collaborativo CR-35iA di FANUC è qui impegnato nel montaggio del gruppo ottico posteriore di un auto.
Sul display della postazione di controllo dell’isola automatizzata Robodrill si visualizza tutto l’assetto operativo della cella.
FRESE E PRESSE
Passando alle macchine utensili, un vero e proprio “cavallo di battaglia” di FANUC è Robodrill, un centro di lavoro verticale fino a 5 assi interamente prodotto negli stabilimenti FANUC, come tutte le soluzioni proposte dall’azienda giapponese. L’ultima novità è la disponibilità di questa macchina in una configurazione automatizzata, un’isola produttiva che comprende robot della stessa casa. L’appartenenza dell’hardware allo stesso costruttore è una garanzia per un’integrazione efficiente. “Definiamo ‘semplice’ questa cella robotizzata perché è vicina all’utente finale, sia dal punto di vista dell’utilizzo sia dell’occupazione di spazio. Tutti i segnali di interfaccia parlano la stessa lingua; basti pensare che sul video della Robodrill si possono visualizzare le informazioni operative del robot in apposite paginate di controllo; viceversa, da una comoda postazione esterna, l’operatore ha un controllo totale sulla cella chiusa. Questa soluzione sta incontrando il favore della clientela e le richieste aumentano”, sottolinea Seva. Tra le altre tecnologie di FANUC va anche ricordato lo stampaggio a iniezione, settore nel quale il gruppo giapponese si distingue per aver costruito la prima macchina al mondo totalmente elettrica. FANUC Roboshot, rispetto alle presse idrauliche tradizionali, garantisce, innanzitutto, una maggiore pulizia: l’olio è un componente critico, soggetto a sbalzi di temperatura e foriero di problemi di manutenzione, per non dire dei costi di smaltimento. Nella Roboshot non ci sono perdite, scarti, o fluidi che potrebbero rischiare di contaminare il prodotto: è un requisito fondamentale nelle lavorazioni per le industrie alimentare, medicale e farmaceutica. In secondo luogo, la tecnologia elettrica consente di ottenere un considerevole risparmio energetico. “Roboshot necessita del 10-15% di energia in meno rispetto ad altre macchine elettriche e fino al 70% in meno rispetto alle macchine idrauliche di taglia comparabile, grazie al recupero energetico intelligente ottenuto sfruttando l’avanzata tecnologia dei servoazionamenti di nostra invenzione. La macchina idraulica, al contrario, è incredibilmente energivora; consuma anche quando l’impianto è in sosta, perché il fluido deve essere mantenuto in temperatura e pressione”, evidenzia Seva. L’azionamento di tipo elettrico garantisce anche una migliore ripetibilità del prodotto: la taratura può essere personalizzata secondo le diverse esigenze di lavorazione e i movimenti sono estremamente precisi. Indipendentemente dal numero di parti prodotte, la velocità di iniezione rimane costante, garantendo alti livelli di coerenza e precisione.
FANUC ha costruito la prima pressa al mondo totalmente elettrica.