Per assicurare una costante alimentazione di energia elettrica per la produzione, Schneider Electric non ha solo sviluppato prodotti come i quadri di media tensione SM AirSeT o gli UPS, ma anche servizi come EcoCare che monitorano costantemente gli asset.
Schneider Electric ha messo a punto una strategia per proteggere le aziende da eventuali interruzioni e gestire al meglio le manutenzioni.
di Riccardo Oldani
Le interruzioni di attività sono un’eventualità molto temuta dagli imprenditori, che compare ogni anno in testa alle classifiche dei rischi ritenuti più pericolosi dalle aziende italiane. Schneider Electric ha sviluppato una serie di soluzioni e un’articolata strategia per far fronte al problema. Ce ne parla Fabio Parmeggiani, Vice President Service di Schneider Electric Italia.
“Le interruzioni di servizio legate alla continuità della fornitura dell’energia elettrica”, osserva, “oggi sono un tema quanto mai attuale, anche in virtù del trend che spinge sempre più le aziende manifatturiere verso l’elettrificazione. Questo vale non solo per i settori più energivori, come quello vetrario o ceramico che hanno bisogno di forni ad alta efficienza e basse emissioni, ma anche per tutta l’industria in generale, che ricorre sempre di più all’apporto dell’energia elettrica anche per il motion, l’automazione, la movimentazione dei beni”.
A questo si aggiungono anche gli edifici, dove per esempio si sta passando alle pompe di calore per sostituire le caldaie a gas, in virtù di una loro maggiore efficienza e versatilità.
Fabio Parmeggiani, Vice President Service di Schneider Electric Italia.
COSTI SEMPRE PIÙ ELEVATI
I processi industriali sono quindi quanto mai dipendenti da una fornitura di energia elettrica costante e di qualità, così come già avviene per i data center. Non a caso sono cambiate anche le stime dei danni che le interruzioni nell’erogazione dell’energia possono produrre alle imprese. “Se fino a un decennio fa si parlava di un danno medio di circa 10.000 euro l’ora, adesso questo valore può considerarsi almeno raddoppiato per le imprese alimentari o quintuplicato per quelle automotive. Può salire anche fino a un milione di euro in certe realtà”, spiega Parmeggiani.
La questione, per di più, non è soltanto inerente al controllo del processo. Entrano in gioco anche fattori esterni, ci spiega l’esperto di Schneider Electric, “come la sempre maggior complessità dell’approvvigionamento elettrico, perturbato da un numero crescente di variabili, tra cui la possibilità di scegliere tra fonti energetiche rinnovabili o tradizionali. Perfino gli eventi climatici impattano sulle forniture elettriche. Le aziende che si dotano di impianti fotovoltaici diventano ‘prosumer’, cioè allo stesso tempo produttori e consumatori di energia. Se quindi da un lato le opportunità si ampliano, dall’altro cresce la difficoltà di gestire elettrificazione e approvvigionamento elettrico”.
UN PROBLEMA DI COMPETENZE
Per completare il quadro c’è anche un tema non banale da considerare, quello delle competenze. Anche solo guardando al numero di laureati in Ingegneria Elettrica in un anno in Italia, vediamo che sono in media 500 contro un fabbisogno di almeno tre o quattro volte tanto. “Mancano gli esperti da inquadrare come energy manager nelle imprese per gestire le maggiori complessità”, osserva Parmeggiani, “e anche per questo serve un nuovo approccio al problema dell’elettrificazione, in cui gli asset che introduciamo nelle imprese, come i quadri di media tensione, gli UPS o i gruppi di continuità siano sempre più pronti a gestire situazioni inattese. Per esempio, con un maggiore impiego di sensoristica, in grado di misurare lo stato di salute non soltanto dell’asset stesso ma anche della qualità dell’energia, e poi con una connessione diretta con chi dispone delle competenze necessarie per gestirlo, programmarne la manutenzione ed evitare che si fermi. Oggi è sempre più importante agire in anticipo e saper leggere i segnali contenuti nei dati provenienti dagli asset, per evitare fermi non programmati, ma anche per ridurre gli interventi di manutenzione”. Insomma, Schneider Electric indica un passaggio da una gestione programmata in modo tradizionale a una pianificata sui dati raccolti dalle macchine. “Un po’ come sta avvenendo per le automobili”, continua Parmeggiani, “i cui i tagliandi non vengono più fatti a intervalli fissi di chilometri o di mesi ma in base ai dati di consumo e di chilometraggio raccolti dai singoli veicoli. Lo stesso tipo di approccio viene ora sempre più applicato anche agli asset delle imprese produttive”.
EcoCare è il sistema Schneider Electric di monitoraggio “24/7” degli asset di media tensione. Oltre a segnalare allarmi ai clienti o manutentori prevede, nei suoi tre livelli di “membership”, supporto, formazione, tariffe vantaggiose sui pezzi di ricambio, consulenza di esperti ed estensioni di garanzia.
PRODOTTI E SERVIZI INNOVATIVI
Come pensa di giungere a questo risultato il gruppo? Con dispositivi, come i nuovi quadri di media tensione della serie SM AirSeT sostenibili, tecnologicamente avanzati e dotati di funzioni e servizi basati sull’intelligenza artificiale. I quadri AirSeT sono isolati “in aria”, in ossequio a una normativa che dal 2026 proibisce la commercializzazione di quelli isolati con gas SF6 (esafluoruro di zolfo). Rappresentano una vera e propria rivoluzione, a impatto zero, perché sono dotati di sensori e connessi in remoto. “Possono essere monitorati”, aggiunge il Vice President Service di Schneider Electric Italia, “in una serie di aspetti, come le scariche parziali, le condizioni di temperatura e di umidità, e altri parametri che, poi, vengono analizzati attraverso particolari algoritmi di intelligenza artificiale e tecniche di machine learning. Questo significa che i clienti possono essere informati in tempo reale sulla situazione del dispositivo e godere di una manutenzione ottimizzata, basata su dati e diagnostica da remoto, e messa in pratica solo esclusivamente quando serve. Abbiamo messo a punto una serie di servizi, in questa direzione, definita EcoCare, gratuita per un anno a tutti coloro che decidono di installare un nostro nuovo asset”.
I VANTAGGI DI ECOCARE
EcoCare è un sistema di monitoraggio “24/7” degli asset di media tensione. Nel momento in cui intercetta da remoto un segnale di allarme lo segnala subito al cliente o al manutentore. Si articola su tre diversi livelli di “membership”, che danno diritto ad altrettanti gradi di assistenza: Essential, Advanced e Advanced+. Oltre al monitoraggio, tutte consentono di accedere a forme di supporto all’attività, formazione, tariffe vantaggiose su pezzi di ricambio e interventi in sito, consulenza di esperti con rapporti periodici ed estensioni di garanzia. Gli asset coperti da EcoCare sono i quadri di media tensione, ma anche gli UPS, sempre più importanti perché garantiscono la continuità operativa anche alle imprese produttive, mettendole al riparo da microinterruzioni della fornitura di energia che possono comportare blocchi delle macchine e perdite di tempo per il loro riavvio, oltre che possibili danni all’elettronica. “Parliamo di dispositivi”, sottolinea Parmeggiani, “che possiamo considerare la porta d’ingresso dell’alimentazione elettrica delle imprese. Controllarli attraverso i servizi EcoCare significa anche assicurare una corretta distribuzione dell’energia elettrica agli altri dispositivi connessi a bassa tensione, come macchine, utility, computer e vuol dire assicurare la continuità dell’attività d’impresa”.
Il livello Advanced+ di membership a EcoCare consente alle aziende di accedere ad analisi dei dati dei dispositivi monitorati realizzate con strumenti di intelligenza artificiale, in grado di prevenire problemi e programmare i fermi per manutenzione solo quando sono veramente necessari.
VARI LIVELLI DI ASSISTENZA
Entrando ancora più nel dettaglio, la membership Essential di EcoCare consente un accesso prioritario alle parti di ricambio, “che stocchiamo”, dice Parmeggiani, “in magazzini su tutto il territorio nazionale secondo uno schema che abbiamo messo a punto con l’intelligenza artificiale, allo scopo di rendere disponibili i prodotti nel minor tempo possibile in caso di potenziale fermo impianto. Per quanto riguarda il supporto si può accedere a un portale ricco di informazioni e, soprattutto, entrare in relazione diretta con i nostri Customer Success Manager per qualsiasi dubbio riguardi l’utilizzo e la gestione dell’asset fornito da Schneider Electric. Questi manager hanno una visione completa della situazione del dispositivo su cui producono rapporti periodici durante l’anno”.
L’adesione alle membership Advanced e Advanced+ include servizi aggiuntivi. Con il livello più elevato si può godere di un’ulteriore tipo di analisi, basata su una “condition based maintenance” resa possibile dall’intelligenza artificiale. Si accede anche ad algoritmi di intelligenza artificiale che forniscono informazioni sullo stato di salute dell’asset e sui potenziali interventi che possono migliorarne l’efficienza. I dati che arrivano dal campo vengono analizzati con questi tool e i risultati forniti al cliente.
Monitoraggio di un quadro di media tensione SM AirSeT da parte di due tecnici Schneider Electric. Questo nuovo prodotto usa un sistema di isolamento “in aria” in luogo del gas SF6.
FOCUS: CONSULENZA E RETROFIT SUGLI IMPIANTI
EcoCare è un servizio di Schneider Electric che è parte integrante del dispositivo acquistato, come il quadro di media tensione SM AirSeT o gli UPS. Ma ce ne sono anche altri pensati da Schneider Electric per i suoi clienti.
EcoConsult è una forma di consulenza pensata per le imprese manifatturiere, ci spiega Fabio Parmeggiani, “per analizzare, con il supporto di nostri esperti in ‘power quality’ e distribuzione elettrica, il parco installato nell’azienda in media e bassa tensione e analizzare eventuali criticità o problemi di qualità dell’erogazione dell’energia. In sostanza è un assessment dello lo stato dell’impianto con proposte di soluzioni per migliorarlo”.
EcoFit consiste invece in un’attività di sostituzione e revamping di asset esistenti, realizzata anche a valle dell’analisi condotta con EcoConsult. “Consente di sostituire o aggiornare i dispositivi ritenuti migliorabili con soluzioni nuove o aggiornate, per esempio introducendo sensori e connettività, configurando quindi un miglioramento dell’impianto già esistente”, conclude Parmeggiani. ©ÈUREKA!