Robot KUKA per basse portate.
L’intervista con Manfred Gundel, CEO di KUKA Roboter, edita sulla n ewsletter della filiale italiana della nota casa della robotica, evidenzia il futuro che ci attende in questo comparto. Chi meglio di Gundel conosce lo sviluppo del settore robotica? E questo non solo perché è il CEO di un’azienda che ha affiliate in tutto il mondo. Da 27 anni Gundel è un KUKAno ed ha contribuito alla posa di diverse pietre miliari nel campo della robotica.
di Eleonora Dolce
“Nel 1973”, ha raccontato nell’introduzione alla newsletter aziendale numero 5-2013 Gian Luca Branca, CEO di KUKA Roboter Italia, “KUKA iniziò la costruzione di Famulus, il primo robot industriale al mondo con 6 assi elettromeccanici. Nel frattempo l’Università di Waseda di Tokio era impegnata nello sviluppo del suo primo robot umanoide. In 40 anni sono stati fatti molti salti quantici nel campo della robotica che si hanno portato a un punto di svolta: i confini tra robotica industriale e di servizio si confondono. Cosa ci aspetta? Un nuovissimo tipo di collaborazione tra l’uomo e i robot. Ecco perché riteniamo utile riproporre ai lettori di tecnelab l’intervista edita sulla newsletter con il CEO di KUKA Roboter Manfred Gundel.
Alla KUKA Roboter, infatti, chi meglio di Manfred Gundel conosce lo sviluppo del settore robotica? E questo non solo perché è il CEO di un’azienda che ha affiliate in tutto il mondo. Da 27 anni Manfred Gundel è un KUKAno. E ha contribuito alla posa di diverse pietre miliari nel campo della robotica.
Robot KUKA per medie portate.
Robot KUKA per elevate portate.
D: Ci racconta i 40 anni di robotica KUKA. Cosa ricorda degli esordi della robotica alla KUKA?
R: Ho iniziato a lavorare in KUKA nel 1986. A quei tempi i primi importanti sviluppi nel campo della robotica erano già stati prodotti. Nel 1973, esattamente 40 anni fa, venne realizzato il primo robot KUKA. Azionato elettricamente e comandato da microprocessori: fu una vera e propria rivoluzione nella produzione industriale! Prima dello sviluppo di Famulus, così chiamammo il nostro primo robot, avevamo già avuto modo di acquisire esperienza con robot di produttori terzi. Soprattutto da parte dell’industria automobilistica si faceva però sempre più forte la domanda di robot di grande potenza e affidabilità. Decidemmo pertanto di sviluppare un nostro robot. E non vi fu idea più lungimirante di questa. Appena due anni dopo Famulus mettemmo a segno un vero e proprio colpo: nel 1976 Daimler, Ford e BMW ricevettero quasi contemporaneamente il robot KUKA 6/60, da testare, già equipaggiato con un sistema di controllo Siemens, che Daimler aveva convinto a entrare in questo campo d’attività. Nel 1977 ebbe quindi inizio la produzione di serie del KUKA IR 601/60. Gli ultimi 40 anni possono essere facilmente riepilogati elencando semplicemente i fatti: partendo da un team di appena tre persone, negli ultimi 40 anni KUKA Roboter è cresciuta fino a diventare un’azienda attiva a livello mondiale con quasi 3.200 dipendenti. Attualmente costruiamo più di 15.000 robot all’anno.
D: Quali sono i risultati che ritiene più importanti negli ultimi 40 anni alla KUKA?
R: Sono molti i nostri sviluppi che ci hanno permesso di focalizzare su di noi un’attenzione sempre maggiore: come il primo sistema di controllo PC presentato nel 1996 alla fiera di Hannover o il nostro KR 1000 titan, che è entrato addirittura nel libro dei guinness dei primati. Una pietra miliare particolarmente importante degli ultimi anni ritengo sia il nostro cambio di direzione verso una strategia di tipo “general-industry”. I nostri esordi hanno radice nell’industria automobilistica, ma negli ultimi anni abbiamo iniziato a concentrarci sempre più su nuovi campi d’impiego in tutti i settori industriali. Con i nostri attuali prodotti, la Serie Kr Quantec, il minirobot KR Agilus e non da ultimo il nostro robot leggero e sensibile LBR iiwa, perseguiamo questo cambio di direzione in modo più intenso che mai.
D: Se la sente di azzardare un pronostico sul futuro? Cosa dobbiamo aspettarci dalla robotica nei prossimi 40 anni?
R: Alla fiera di Hannover abbiamo presentato il nostro nuovo robot leggero e sensibile LBR iiwa, abbiamo così aperto un importante capitolo per il futuro della robotica. Sensibile e cedevole, dotato di una meccanica e di un sistema di azionamento per l’impiego industriale, il modello LBR iiwa inaugura una nuova generazione di robot. Grazie a esso, in futuro l’uomo e i robot potranno lavorare mano nella mano e con le loro competenze complementari si integreranno in modo ottimale. Il passaggio dalla robotica industriale a quella di servizio sarà graduale. Anche lo sviluppo demografico ci porrà di fronte a nuove sfide. All’interno delle fabbriche, così come nell’ambiente domestico: i robot per l’assistenza ad anziani e disabili diverranno onnipresenti.
UN ROBOT ECCEZIONALE PER L'INDUSTRIA
Per il suo nuovo robot leggero LBR iiwa a 7 assi, KUKA si è ispirata al braccio umano. Può essere azionato in modalità di controllo posizione e cedevolezza. Tutto ciò, combinato con un sistema di sensori integrato, conferisce al robot leggero una sensibilità programmabile. Grazie al suo sistema di riconoscimento di collisione ad alte prestazioni e ai sensori integrati che regolano la coppia di ogni articolazione, LBR iiwa è destinato a un impiego in processi d’accoppiamento di precisione e consente l’utilizzo di semplici tool. Grazie al suo peso ridotto, alla presenza dei 7 assi e alla forma snella, è l’ideale per condizioni di montaggio in spazi ristretti e può essere integrato facilmente negli impianti di produzione. Il modello LBR iiwa è disponibile con una portata di 7 e 14 kg. KUKA offre così il primo e finora unico robot leggero con una portata di oltre 10 kg.
Il robot LBR iiwa apre un nuovo capitolo nella storia della collaborazione tra uomo e robot. È come se fungesse da terzo braccio per l'operatore e alle aziende spiana la strada per future nuove possibilità d’impiego che non richiedono alcuna recinzione di protezione. I visitatori della fiera di Hannover hanno avuto modo di convincersi da soli vedendo il robot in azione nell’ambito di quattro stazioni dimostrative. Le quattro dimostrazioni hanno messo in evidenza i vantaggi del modello LBR iiwa. La prima stazione mostrava le funzioni base del robot LBR iiwa. I visitatori avevano la possibilità di condurre per mano il robot e di testare diversi parametri di cedevolezza. Attraverso l’esibizione “Peso”, i visitatori della fiera hanno potuto sperimentare come il robot sia in grado di avere una delicatezza maggiore di quella di alcuni uomini. Infatti il robot LBR iiwa può porre su una bilancia un peso da 10 kg e tenerlo in modo che risulti di soli 4 kg. Attraverso l’esibizione “bicchiere di vetro”, il robot LBR iiwa ha dimostrato tutta la sua sensibilità. In tale situazione seguiva un nastro su cui il visitatore poteva appoggiare un bicchiere di vetro. Grazie alla sua funzione di riconoscimento di collisione, il robot LBR iiwa si arrestava quando toccava il bicchiere, senza versare una goccia d’acqua. Infine, alla fiera di Hannover, il robot LBR iiwa ha mostrato come potrebbe essere la sua postazione di lavoro nella catena di montaggio. Durante questa dimostrazione posizionava un componente su un perno e assemblava con precisione i due pezzi.
Per il suo nuovo robot leggero LBR iiwa a 7 assi, KUKA si è ispirata al braccio umano.