Nicola Scarlatelli, amministratore unico di Samec e presidente della CNA, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa torinese, alla festa per i 40 anni di attività dell’azienda.
C’è un imprenditore metalmeccanico alla guida della CNA, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa torinese: Nicola Scarlatelli, titolare di Samec s.r.l. (www.samecsrl.com), azienda specializzata nella realizzazione di componenti e sistemi complessi nell’ambito dell’automazione e della robotica industriale. Da sempre convinto della necessità di una forte collaborazione tra le piccole imprese per poter vincere le sfide poste dall’internazionalizzazione e dall’innovazione, da presidente dell’Associazione Scarlatelli si sta impegnando per rendere questo scenario sempre più reale.
di Anna Guida
Da marzo 2014 il presidente della CNA (Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa) Torino è Nicola Scarlatelli, amministratore unico di Samec. Nata a fine anni Ottanta da una costola della OMS fondata nel 1974 dal fratello Pasqualino, l'azienda di Rivoli occupa oggi 30 addetti. Due ruoli, quelli di imprenditore e di presidente dell'associazione, che richiedono non solo capacità e competenze differenti, ma anche un'analisi diversa della realtà odierna.
D. Che tipologia di aziende rappresenta CNA Torino?
R. Pur avendo uno storico core business nel mondo dell’artigianato, la Confederazione torinese da alcuni anni si è posta come un’associazione di rappresentanza di tutte le imprese operanti a Torino e provincia nei diversi settori merceologici, ampliando al sua capacità attrattiva in modo particolare sul commercio e sulle PMI. La presenza numericamente più forte è quella delle costruzioni, seguita dalla metalmeccanica, settore in cui sono presenti oltre 1100 aziende, che nella maggioranza dei casi agiscono come subfornitori all’interno della filiera.
In occasione della celebrazione è stata allestita una rappresentazione teatrale in memoria di Pasqualino Scarlatelli, fondatore della OMS, da una costola della quale è nata Samec.
D. Quale ruolo ricopre l'associazione nello sviluppo del settore metalmeccanico, così importante per l’industria italiana?
R. L’associazione assolve un ruolo cruciale nell’offrire alle aziende del settore supporti e sostegni concreti per affrontare le sfide dell’innovazione e dell’internazionalizzazione. In primo luogo opera per creare un più stretto rapporto tra aziende e istituti tecnici al fine di rendere attrattive nei confronti dei giovani le piccole imprese metalmeccaniche, incentivando gli stage e le sperimentazioni sull’alternanza scuola-lavoro. Ad esempio, nella nostra provincia, gli istituti che aderiscono al protocollo sulla robotica e automazione, sottoscritto recentemente dalla CNA, possono innovare i programmi scolastici, incrementando il monte ore dedicate alla meccanica, all’elettronica e all’ICT. L’associazione deve poi presidiare le frontiere delle nuove tecnologie avvalendosi delle relazioni con l’Università e il Politecnico per facilitare l’accesso e il trasferimento alle piccole imprese delle innovazioni che renderanno sempre più smart la fabbrica del futuro. Infine, sull’apertura ai nuovi mercati la CNA interviene per favorire la realizzazione di reti di impresa che consentano alle singole aziende di migliorare le loro competenze tecnico/manageriali e di individuare nuovi modelli di business più ricettivi. La creazione di clusters di imprese collaborative è la condizione per poter essere presenti sui mercati di esportazione dell’Europa occidentale, orientale e del Mediterraneo.
D. Crede che in questi anni così difficili il ruolo svolto dalla CNA possa essere ancora più importante?
R. Certamente. A fronte di una scarsità di risorse pubbliche, il nostro ruolo assume una valenza ancora più forte in quanto abbiamo sviluppato una continua azione di confronto verso i decisori pubblici per definire pratiche di sostegno verso le PMI. Il ruolo associativo inoltre è importante in quanto la dimensione imprenditoriale micro e piccola non permette a queste realtà di interloquire direttamente con le istituzioni pubbliche. La rappresentanza dei piccoli oggi, grazie all’azione e all’intuizione della CNA, si è rafforzata con la costituzione di Rete Imprese Italia – di cui CNA fa parte a livello nazionale e regionale – insieme ad altre sigle del commercio e dell’artigianato che rappresentano il 95% delle aziende italiane, il 58% della forza lavoro impiegata in Italia e il 60% del valore aggiunto prodotto.
Scarlatelli è stato eletto presidente della CNA Torino a marzo 2014. “Occorre far sì che cresca il concetto di modello di 'impresa estesa', capace di rispondere alle esigenze dei mercati in termini di efficienza ed efficacia dei servizi e dei prodotti, riducendo i costi fissi, condividendo e massimizzando l’impiego delle tecnologie e delle risorse umane”.
D. Quali sono oggi i temi più “caldi” per le imprese associate?
R. I temi che oggi le aziende ci pongono come i più importanti sono il peso fiscale ormai insostenibile, il costo del lavoro, il credito sempre più difficile e scarso per le PMI. Inoltre le imprese chiedono alla CNA di essere sempre di più un soggetto che le assista e le accompagni costruendo con le istituzioni politiche programmi a misura di PMI sui temi dell’innovazione, dell’internazionalizzazione e del mercato interno.
D. Quali iniziative sarebbe auspicabile intraprendere per innovare il sistema produttivo italiano e rilanciare la crescita?
R. Sono indispensabili politiche pubbliche nazionali che possano favorire la rispecializzazione produttiva del settore manifatturiero e che mettano sempre più in relazione design, progettazione e produzione, manifattura. Ad esempio l'attesissimo voucher che prevede un contributo per la digitalizzazione non riesce ad entrare nella fase operativa, probabilmente per la difficoltà di individuare le coperture finanziarie. Sulle reti d’impresa non sono previsti incentivi di natura fiscale che possano incrementare la collaborazione e favorirne una maggiore diffusione. Una delle ultime misure di politiche pubbliche fu Industria 2015, il disegno di legge sulla nuova politica industriale varato dal Governo italiano nel lontano 2006. Quell’esperienza di individuazione e di sostegno delle filiere portanti dovrebbe essere rilanciato valorizzando maggiormente il ruolo del sistema produttivo, e soprattutto delle micro e piccole imprese, allora confinate in una funzione di contorno rispetto ai grandi players.
D. Veniamo ora alla sua azienda. Come nasce l’idea imprenditoriale alla base di Samec?
R. L’idea imprenditoriale nasce dalle origini contadine della mia famiglia. Il contadino (papà Antonio), così come il sarto (mestiere iniziale di mio fratello Pasqualino) sono dei “manifattori” che portano a compimento, con grande dedizione, un progetto, un abito su misura. Senza ordine, scrupolo, tempismo e rispetto non si arriva a nessun compimento, diceva mio fratello maggiore. E fu proprio lui, Pasqualino, l’imprenditore pioniere in famiglia che dopo aver lavorato come sarto, come dipendente della Lancia e come perito meccanico specializzato, decise di mettersi in proprio. Fondò così, nel 1974, la OMS (Officine Meccaniche Scarlatelli), una delle tante aziende meccaniche che operava in subfornitura nell’indotto della Lancia. Io nel 1976 mi diplomai all’istituto tecnico e iniziai subito a lavorare per imparare il mestiere da lui. Alla fine degli anni Ottanta non lavoravamo più solo per l’indotto Lancia e non più solo in subfornitura. OMS iniziò a costruire attrezzature speciali per l’automotive e, soprattutto, organi di presa pneumatici per lo stampaggio della lamiera che sarebbero diventati la fortuna dell’azienda. Nel 1988 si arrivò così alla costituzione della Samec, nata per commercializzare i prodotti realizzati da OMS. Tutto il personale è stato assunto con una formazione commerciale ed è rimasto distinto da quello dell’azienda di mio fratello, dedita alla produzione. Solo nel 2007 si è realizzata la fusione delle due aziende.
Samec è specializzata nella realizzazione di componenti e sistemi complessi nell’ambito dell’automazione e della robotica industriale. Samec conta oggi 30 dipendenti, con un’età media di 34 anni.
D. Quando ha cominciato a ritenere che per crescere fosse necessario stringere alleanze e fare rete con altre imprese?
R. Nel 1998 Samec strinse un’alleanza commerciale con l’azienda Misati di Barcellona, diventando distributore esclusivo per l’Italia delle chiusure pneumatiche Misati utilizzate inizialmente nei sistemi robotizzati di saldatura dell’automotive e implementata da Samec successivamente nei suoi sistemi di manipolazione lamiera su presse transfert. Samec è diventata in questo modo leader a livello nazionale nelle applicazioni per lo stampaggio di lamiere su presse transfert, andando ad occupare il 95% del mercato italiano. Al tempo stesso Samec intendeva crescere sui mercati internazionali, continuare ad alzare l’asticella dell’innovazione tecnologica, rafforzare la propria immagine. Realizzare questi obiettivi richiedeva una maggiore collaborazione tra le piccole imprese. Samec è diventata così promotore della rete d’imprese MTN (Mech Tron Net) che ha preso vita nel 2011 insieme a GM TEAM Studio, un ufficio di progettazione e ingegneria, e Ingenia Automation, che produce soluzioni software e componenti informatici hardware. Le tre aziende hanno da subito cercato di integrare le proprie competenze e professionalità, a tutto vantaggio dei clienti. La seconda rete è stata costituita nel 2013 da Samec con altre due aziende di Rivoli: Amerio e Boano, specializzate nella progettazione delle attrezzature e la loro realizzazione, nelle operazioni di fresatura, rullatura filetti e profili speciali, tornitura con macchine a controllo numerico di ultima generazione, rettifica in tondo e in piano, controllo dimensionale con apparecchiature elettroniche e macchina di misura tridimensionale, trattamenti termici e superficiali fino all’assemblaggio dei componenti in gruppi o sottogruppi. Le tre aziende insieme esprimono quasi 150 anni di storia imprenditoriale, una forza lavoro di 70 dipendenti e oltre 60 macchine a controllo numerico.
D. Perché le vostre soluzioni possono definirsi competitive?
R. Samec è un’azienda specializzata in progettazione, produzione e commercializzazione di componenti e sistemi per l’automazione industriale da oltre 40 anni. Il nostro core business è rappresentato dai componenti e dai sistemi modulari di manipolazione su presse transfer. Produciamo anche celle robotizzate per asservimento macchine utensili e grippers per le applicazioni di manipolazione e saldatura robotizzata. I vantaggi competitivi sono: il controllo dell’intera filiera produttiva, dalla progettazione e programmazione alla produzione; la personalizzazione e adattabilità proattiva dei componenti ai differenti sistemi; l'assistenza tecnica e messa in servizio. In particolare, siamo l’unica azienda produttrice di sistemi di manipolazione su presse transfert a mettere a disposizione del cliente anche consulenza tecnica e messa in servizio in loco, oltre all’assistenza post vendita.
D. Qual è il suo punto di vista sull'andamento del mercato, con particolare riguardo alle prospettive di sviluppo tecnologico?
R. I trend generali sono sicuramente il risparmio energetico, la flessibilità, la produttività, la profittabilità – il tutto ottenuto grazie alla riduzione costante del peso ed alla velocità di movimentazione. Per quel che concerne il settore dello stampaggio lamiera sta prendendo sempre più piede lo stampaggio a caldo. Benché sia una tecnologia non troppo recente è in forte crescita perché consente di ottenere dei prodotti resilienti, cioè altamente resistenti all’urto. Questa tecnica vuole rispondere all'esigenza di ottenere ulteriori miglioramenti per la sicurezza dei passeggeri intervenendo sui componenti della scocca (BIW). Samec sta investendo considerevolmente nell’introduzione di soluzioni innovative in questo settore.
D. Come vede il settore della componentistica e quali interventi ritiene necessari oggi per lo sviluppo del comparto?
R. Lo sviluppo del comparto della componentistica per l’industria automobilistica è legata a una serie di azioni e strategie, come lean production, outsourcing, just-in-time, che consentono di aumentare l’efficienza produttiva dell’impresa, non più tramite la ricerca di grandi dimensioni in termini assoluti, ma con il raggiungimento di dimensioni adeguate a livello di “reti di impresa”. Occorre far sì che cresca il concetto di “impresa estesa”, capace di rispondere alle esigenze dei mercati in termini di efficienza ed efficacia dei servizi e dei prodotti, riducendo i costi fissi, condividendo e massimizzando l’impiego delle tecnologie e delle risorse umane nella piena consapevolezza che queste ultime debbano necessariamente crescere in modo congiunto attraverso l'innovazione e la formazione.
“L'INTRAPRESA”
Al link https://youtu.be/Yomiz3dO9IE è possibile guardare il video della festa per i 40 anni di attività dell’azienda. In occasione della celebrazione è stata allestita nello stabilimento di Rivoli una rappresentazione teatrale dal titolo “L'intrapresa. Viaggio nell'Italia d'un Ulisse imprenditore”.