Dallo scorso 13 marzo, un giovane musicista dal cuore grande, e i suoi vicini entusiasti, hanno dato vita a 52 giorni emozionanti, imprevedibili, semplicemente unici.
Grazie al Dott. Sergio Vellante, Managing Director di Lenze, pubblichiamo questa intervista alla Signora Monica Gradilone che ci racconta l’esperienza vissuta sui “balconi di Milano”, nel corso del primo lockdown, con la band di Martino Iacchetti.
di Federica Conti
Nei momenti più bui che l’umanità si trova ad affrontare, ci si rende conto che la luce può essere ovunque, anche su un balcone. È quanto è successo in Mac Mahon, zona Nord Ovest di Milano, durante i difficili mesi del primo lockdown a causa della diffusione del coronavirus. Qui, un giovane musicista dal cuore grande, e i suoi vicini entusiasti, hanno dato vita a 52 giorni emozionanti, imprevedibili, semplicemente unici. Ne parliamo con Monica Gradilone, una signora residente in Mac Mahon e protagonista dell’iniziativa #Oltreunbalcone.
A TU PER TU CON MONICA GRADILONE
Alla prima domanda su come sia nata questa iniziativa, Monica Gradilone risponde senza alcuna incertezza: “È nata lo scorso 13 marzo, giornata memorabile in cui l’Italia intera ha manifestato il proprio ringraziamento per tutto il personale sanitario durante la pandemia, applaudendolo dai balconi di casa. Mentre eravamo fuori, sul nostro balcone, un ragazzo ha iniziato a suonare Imagine alla pianola; si trovava esattamente nel condominio di fronte al nostro e, in pochi minuti, quasi tutti i condomini sono usciti fuori, attirati dalla sua musica. Da quel giorno, ogni sera, questo ragazzo misterioso ha suonato dal suo balcone, mentre noi lo ringraziavamo appendendo striscioni e applaudendo le sue performance, ogni giorno di più”.
COME NASCE UN’EMOZIONE
Sapevate chi fosse questo ragazzo? “Lo abbiamo scoperto un po’ per caso, nei giorni seguenti: si tratta di Martino Iacchetti, figlio di Enzo Iacchetti. È un attore di teatro che ha anche una sua compagnia teatrale, oltre che un bravissimo cantautore. Ebbene, Martino ha suonato ininterrottamente per 52 giorni, ogni sera alle 18:00, tenendoci compagnia in un momento storico che, ahimè, ricorderemo per sempre”, racconta Monica Gradilone.
Ma cosa rappresentavano, per voi, quei momenti? “Posso dire con grande emozione che le sue esibizioni musicali sono ben presto diventate per noi un vero e proprio faro nella notte, un momento della giornata a cui aggrapparsi, un’alternativa ai bollettini quotidiani che creavano angoscia in casa e che io e mio marito cercavamo di nascondere ai nostri figli”, aggiunge Monica Gradilone.
Uno degli appuntamenti di musica dai balconi organizzato da Martino Iacchetti.
QUELLI DI MAC 32
Parlando di figli, come ha gestito la sua famiglia durante il primo lockdown? “I miei figli hanno seguito le lezioni a distanza, mentre io stessa, in quanto insegnante, le tenevo. Avere la musica di Martino alle 18:00 era un vero toccasana, il momento più felice della giornata. Mio figlio più piccolo, di tre anni, scandiva le sue giornate con un “prima e dopo Martino”. Era diventato l’obiettivo della nostra giornata. Una sera poi, dal nostro balcone, ha anche suonato mio figlio Tommaso! Era il 17 aprile, il giorno del suo compleanno, e Martino, come regalo, gli ha suonato la sua canzone preferita, per poi lasciargli “il palco” e farlo suonare. È stato un momento molto emozionante, che ricorderemo per sempre”, sottolinea Monica Gradilone.
Dai vostri striscioni al tam tam sui social il passo è stato breve. “Esattamente. Oltre al nostro entusiasmo dal vivo, piano piano sul web è nato il gruppo “Quelli di Mac 32”, un gruppo su Facebook in cui i vicini si aiutavano reciprocamente in piccole azioni quotidiane come fare la spesa, dare consigli sui servizi di quartiere, sulle farmacie aperte. Fondamentalmente, il gruppo serviva – e serve tuttora – per non sentirsi soli. Parallelamente abbiamo iniziato tutti a seguire la pagina de Il Moro, il gruppo di Martino, e a dialogare con lui a distanza”, spiega Monica Gradilone.
UNA STORIA IN PROGRESS
E come si è conclusa questa esperienza musicale? “Era domenica 3 maggio, e Martino aveva deciso di concludere positivamente l’iniziativa, poiché dal 4 maggio ci sarebbe stata una prima riapertura in Italia. Per celebrare l’ultimo giorno di musica dai balconi ha quindi deciso di organizzare uno spettacolo direttamente da casa sua, con gli attori collegati da remoto. È stato un momento molto coinvolgente”, dice Monica Gradilone.
“Noi abbiamo deciso di fargli un regalo speciale, per ringraziarlo della sua positività e della luce con cui è riuscito a illuminare quei giorni così difficili. Quell’ultimo giorno abbiamo attaccato dei fili tra un balcone e l’altro, appendendo dei palloncini colorati e una scritta con un “Grazie” gigante. Alle 12:00, con una scusa, li abbiamo fatti uscire dal balcone: per Martino ed Elena, la sua fidanzata, è stato un momento molto emozionante e coinvolgente”, aggiunge Monica Gradilone.
Che cosa è successo dopo? Come è nata l’idea del “Non convenzionale tour”? “Martino ha deciso di dare vita a un tour musicale tra i balconi, suonando insieme alla sua band. La prima tappa è stata casa sua, noi ovviamente gli abbiamo fatto da supporter e da fan. Il tour è nato così, in giro per Milano e per la Lombardia, tra i balconi delle città. È proprio in una delle tappe che ho avuto modo di incontrare il Dott. Sergio Vellante”, afferma Monica Gradilone.
Monica e un’altra fan de “Il Moro”, la band di Martino, appendono striscioni.
UN INCONTRO DI VALORI
Ci racconti questa esperienza “Eravamo in una delle tappe del tour, e stavano supportando il gruppo mentre suonava da un balcone. Ci trovavamo nel cortile in cui si trova anche Lenze, quando si è affacciato il Dott. Sergio Vellante, che si è subito mostrato entusiasta dell’iniziativa. Ha regalato dei libri e delle agende ai miei figli ed è stato estremamente disponibile. Inizialmente ero imbarazzata, sapevo che con gli altri fan del gruppo stavamo facendo rumore, ma ci siamo trovati di fronte una persona molto disponibile, affabile ed estremamente curiosa: un incontro che definirei semplicemente fortunato”, conclude Monica Gradilone.
E proprio l’apertura alle novità, un approccio open minded e il desiderio di sperimentare del Dott. Sergio Vellante, Managing Director di Lenze, sono i valori principali dell’azienda, leader internazionale nella produzione di impianti e macchine performanti. Una società in grado di guardare al futuro rispettando il know-how della tradizione, con quell’apertura mentale in grado di differenziare una realtà al passo con i tempi. Un “fiore all’occhiello” dell’industria italiana, in grado di generare valore professionale e umano e di supportare, anche nei piccoli gesti spontanei, un’iniziativa speciale come “Oltre un balcone”. ©TECNeLaB
Uno dei concerti del “Non convenzionale tour”.