Nella sede di Lurano, in provincia di Bergamo, lo scorso 32 ottobre, Pneumax ha promosso e organizzato un dibattito dal titolo “Tasse e burocrazia possono uccidere le imprese?”.
Tasse e burocrazia possono uccidere le imprese? È stato questo il tema del dibattito promosso e organizzato da Pneumax, azienda bergamasca leader nella costruzione di componenti per l’automazione pneumatica. Non solo dati (piuttosto sconfortanti), ma anche proposte di soluzioni concrete per rilanciare la competitività delle nostre realtà produttive.
di Carolina Sarpi
Perché la ripresa in Italia è ancora un miraggio? Quali sono gli elementi che affossano maggiormente le nostre imprese e impediscono loro di essere competitive a livello internazionale? Per dare una risposta a queste domande, Pneumax (www.pneumaxspa.com), azienda bergamasca leader nella costruzione di componenti per l’automazione pneumatica, ha promosso e organizzato il 23 ottobre nella sua sede di Lurano un dibattito dal titolo “Tasse e burocrazia possono uccidere le imprese?”. L’incontro è stato aperto dall’amministratore unico dell’azienda, Roberto Bottacini, che ha sottolineato il ruolo fondamentale dell’industria nel nostro Paese e ha elencato le sfide che il sistema produttivo italiano deve affrontare con la massima urgenza: innovazione di prodotti e processi, investimenti in formazione e in ricerca e sviluppo, internazionalizzazione. Ma, ha sottolineato il Cavalier Bottacini, per dare avvio finalmente a una ripresa economica non più rinviabile anche lo Stato deve fare la sua parte. Come? Promuovendo politiche industriali che favoriscano gli investimenti su ricerca e innovazione, riducendo il costo del lavoro, ristabilendo il rispetto della legalità, l’efficienza della pubblica amministrazione, accorciando i tempi della giustizia civile, riducendo la pressione fiscale.
Luigi Einaudi nelle sue Lezioni di politica sociale definiva “la teoria del punto critico”, “fondamentale nella scienza, sia economica sia politica”. L’idea è che esista una soglia invisibile ma reale, superata la quale un fenomeno cambia segno o natura, passando da positivo a negativo, da equo a vessatorio. Il relatore Gianfranco Fabi, editorialista de il Sole24Ore, ha affermato che in Italia il punto critico è stato ampiamente superato sia in ambito tributario che burocratico. Secondo la classifica del World Economic Forum l’Italia è al 49° posto su 144 Paesi nella classifica della competitività. Le difficoltà delle imprese italiane sono rappresentate per il 20% dall’inefficienza della burocrazia e dal 26% dal livello inaccettabile e dalle regole spesso incomprensibili della tassazione. Una conferma di quest’ultimo dato è arrivato anche dall’intervento di Stefano Lania, responsabile servizio fiscale e societario di Confindustria Bergamo, che, dati alla mano, ha evidenziato come dal 2011 al 2014 i tributi locali (Ici, Imu, Tasi, Tia, Tarsu, Tares e Tasi) a carico delle imprese bergamasche siano aumentati dell’87%.
I fattori più problematici per le imprese italiane secondo una ricerca del World Economic Forum. Al primo posto figura l’inefficienza della burocrazia.
L’AVVIO DI BUONE PRATICHE
La rappresentatività delle istituzioni presenti e degli operatori economici coinvolti ha dato risalto all’iniziativa organizzata da Pneumax, consentendo di costruire un confronto stimolante tra le diverse posizioni e incoraggiando tutti gli interlocutori a proseguire lungo la strada delle soluzioni concrete. Come quelle proposte da Giulio Sapelli, Professore ordinario di Economia Politica e Storia Economica dell’Università Statale di Milano, che ha affermato la necessità e l’urgenza di cominciare a costruire culturalmente un nuova sistema e nuovi meccanismi, basati su poche regole e chiare, e di avviare una sperimentazione di pratiche positive su piccoli segmenti.
Euro evasi ogni 100 euro di imposta versata. Fonte: elaborazione Unioncamere Veneto su dati Agenzia delle Entrate.
INVESTIMENTI E INTERNAZIONALIZZAZIONE
Infine il Cavalier Bottacini ha illustrato la sua personale strada verso la crescita che la sua azienda continua ostinatamente a perseguire, pur nel percorso a ostacoli costruito dalle istituzioni. “Passata la dura crisi del 2009, abbiamo capito che era giunto il momento di cambiare passo. Lo abbiamo fatto e lo stiamo facendo con ingenti investimenti sia nelle strutture produttive sia nello sviluppo di nuovi prodotti e nella ricerca di nicchie applicative per ampliare le nostre opportunità di lavoro. Nell’ultimo anno e mezzo Pneumax ha fatto il suo ingresso in quattro nuovi comparti industriali, che vanno così ad affiancare il settore storico del legno: automotive, packaging, Food&Beverage, Oil&Gas. Il fatturato dell’anno 2014 sta per chiudersi intorno ai 50 milioni di euro, in crescita rispetto ai 44 del 2013”.
E nel 2015 l’azienda si prepara a conquistare il mercato americano. “Ad oggi abbiamo 16 filiali in tutto il mondo, dal Brasile alla Cina, e l’export rappresenta il 40% del nostro fatturato. Ora abbiamo deciso di puntare sugli Stati Uniti e stiamo individuando la migliore localizzazione per la nostra filaile. Oltre a creare una rete di distributori su tutto il suolo americano abbiamo intenzione anche di aprire lì un nostro magazzino, in modo che i clienti locali possano vedere soddisfatte le loro richieste nel minor tempo possibile”, ha spiegato Bottacini.
Infine, per il suo 40° compleanno, Pneumax si regalerà uno stabilimento nuovo. I lavori si concluderanno a metà dell’anno prossimo, con qualche mese di anticipo sull’inaugurazione ufficiale prevista per il 2016. Lo stabilimento, per un investimento di circa 10 milioni di euro, occuperà circa 10.000 metri quadri che andranno ad ampliare il polo di Lurano e ospiterà i reparti per la progettazione e una parte produttiva. Pneumax è tra le poche aziende del settore a poter contare su un ufficio di ricerca e sviluppo sia per la meccanica che per l'elettronica, così da poter elaborare soluzioni personalizzate. La struttura è tale da disporre di tutte le risorse per attuare in maniera completamente autonoma tutte le fasi di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti, indipendentemente dal fatto che essi siano destinati all'ampliamento della gamma di produzione o ad applicazioni specifiche per determinati clienti o settori.