Nel 2020 OPEN MIND Italia ha compiuto i suoi primi vent’anni.
Per guidare a lungo il mercato servono una mentalità sempre aperta all’innovazione, lo sguardo sempre volto al futuro e, soprattutto, delle persone disposte a seguirti. Questa è la forza di OPEN MIND Italia che, nel 2020, ha compiuto vent’anni.
di Francesca Nebuloni
Alcune volte, il nome assegnato a un soggetto è pienamente in grado di rappresentarne le caratteristiche principali. È proprio il caso di OPEN MIND Technologies, azienda fondata in Germania nel 1994 e punto di riferimento globale per la produzione di soluzioni CAD/CAM ad alte prestazioni, progettate per la programmazione NC indipendente da macchine e sistema di controllo. Il mantenimento di una “mente aperta” all’innovazione e la continua ricerca di tecnologie orientate al futuro hanno infatti fatto sì che questa realtà – in principio composta da poche persone – crescesse fino ad arrivare alla gestione di oltre 10.000 clienti in tutto il mondo, a più di 20.000 installazioni e allo sviluppo di ben 16 filiali. Tra queste, vi è anche quella situata a Rho, in provincia di Milano: la prima sede di OPEN MIND Italia che, proprio in un anno difficile come il 2020, ha compiuto i suoi primi vent’anni. Francesco Plizzari, Amministratore Delegato di Open Mind Italia, ci racconta come da quella che, inizialmente, era considerata una “follia”, è nata una delle realtà italiane più forti del settore.
Come è nata OPEN MIND Italia e quali sono state le tappe più significative di questi vent’anni appena trascorsi?
“La filiale italiana di OPEN MIND Technologies è stata fondata nell’aprile del 2000. Da quel momento, il nome è apparso nel nostro Paese, dove eravamo già presenti con dei rivenditori che vendevano il prodotto supportati dalla casa madre tedesca. Il successo del software ha però alimentato la necessità del mercato di avere la presenza diretta sul territorio di un fornitore con competenze tecniche più avanzate e in grado di dare risposte più tempestive. La prima sede è stata quella di Rho, dove io e un collega abbiamo iniziato suddividendoci i compiti principali: mentre uno si occupava di organizzare la struttura e della parte commerciale, l’altro gestiva l’intera parte tecnica. Con il tempo siamo cresciuti sempre di più, assumendo personale, acquisendo importanti nicchie di mercato e aprendo sempre più sedi in Italia – in Veneto, Piemonte, Marche, Lazio e Toscana - che ancora oggi propongono il software guidati dalla stessa filosofia di supporto diretto e vicinanza al cliente. All’inizio non è stato facile entrare in un mercato già popolato da numerosi attori. Come ‘ultimi arrivati’ abbiamo dovuto mettere in atto una strategia, cioè quella di stringere collaborazioni con i più importanti costruttori di macchine utensili, che avevano bisogno di promuovere le proprie macchine a 5 assi simultanei e per le quali la nostra tecnologia dedicata era chiaramente appetibile. Queste partnership, tuttora attive, ci hanno permesso di acquisire un parco installato importante e di crescere nel tempo. Poi, nel 2011, abbiamo introdotto un altro importante cambiamento: l’apertura in Italia di un’altra filiale OPEN MIND dedicata allo sviluppo di una tecnologia proprietaria per la progettazione CAD all’interno del nostro prodotto CAM di riferimento, hyperMILL, chiamata hyperCAD-S. Il software - totalmente ‘Made in Italy’ e sviluppato da un team di 15 persone operanti tra Bologna e Pesaro, che lavorano in continua sinergia con gli sviluppatori del CAM, in Germania - è stato creato allo scopo di mettere a disposizione dei clienti il CAD migliore per hyperMILL. Il nostro CAD ha infatti delle funzioni specifiche che consentono agli operatori CAM di programmare rapidamente e con una maggiore efficienza. Tuttavia, hyperMILL è disponibile anche per piattaforme CAD diverse, come Solidworks e Inventor. Oggi siamo una delle realtà di riferimento del settore, non soltanto per la qualità dei prodotti, ma soprattutto per le persone, che rappresentano il vero valore di questa società”.
Un componente aerospace fresato dal pieno utilizzando il software hyperMILL.
A quali mercati in particolare si rivolge hyperMILL, il vostro prodotto di punta?
“Inizialmente, la nostra era una proposta totalmente tecnologica, basata sull’obiettivo di porci come player di riferimento nello sviluppo di software CAM a 5 assi simultanei. Quando ci siamo affacciati al mercato c’erano già altre società che promuovevano la stessa cosa, ma noi abbiamo voluto differenziarci proponendo un 5 assi utilizzabile non soltanto nel mondo dell’aerospace e dell’automotive, ma anche in altri settori, come quello medicale o degli stampi. In sostanza, il nostro approccio al mercato si è evoluto con noi, specializzandosi in base ai diversi settori merceologici dei quali abbiamo ascoltato le richieste per creare un prodotto su misura. Oggi i nostri comparti di riferimento sono il motorsport, l’energia, il medicale e la costruzione stampi, seguiti da aerospace e automotive che, come è noto, stanno attraversando un momento di difficoltà”.
E qual è, invece, la visione strategica di OPEN MIND per i prossimi anni?
“Per noi il futuro è già iniziato. La nostra ambizione, comunque, è quella di guidare il mercato e pensiamo di poterlo fare continuando a sviluppare tecnologie vincenti come abbiamo sempre fatto. Partendo dal 5 assi, infatti, abbiamo poi lavorato sull’automazione e sulle tecnologie dedicate alle lavorazioni tramite utensili speciali, come quelli cosiddetti ‘a barile’ dei quali ci occupiamo da qualche anno, che consentono di fare lavorazioni meccaniche con delle ottimizzazioni. Come è già successo in passato, anche per quest’ultima intuizione siamo stati inizialmente visti come dei precursori e dei ‘folli’, ma grazie al supporto di un produttore di utensili abbiamo convinto tutti gli altri che la nostra tecnologia era valida e che valesse la pena investire su questo tipo di profili. Ad oggi, stiamo stringendo accordi e brevettando alcune funzionalità che rendono unico il nostro prodotto anche in questo ambito. Proprio in quest’ottica di precursori, ci siamo avvicinati all’additive manufacturing: una tecnologia che, volenti o nolenti, è ormai entrata a pieno titolo nel nostro mondo, divenendo complementare all’asportazione. Anticipando i bisogni del mercato, attualmente stiamo lavorando per rendere disponibili delle tecnologie ibride che rendono la macchina in grado di prelevare automaticamente i modelli stampati in 3D ‘a forme libere’ e di posizionarli correttamente sulla fresa. Crediamo che in un futuro la manifattura additiva possa essere funzionale al risparmio energetico. Il mercato occidentale oggi non si concentra più sulla produzione in grandi numeri, ma piuttosto sulla protipizzazione, focalizzata su pochi oggetti molto complessi. Si potrebbero quindi creare con la stampante 3D dei grezzi di dimensioni medio-piccole già molto vicini all’oggetto finale, da rifinire in macchina tramite lavorazione sottrattiva: in questo modo, c’è molto meno spreco di materiale e, di conseguenza, un maggiore risparmio energetico. Tutto questo è già possibile oggi con hyperMILL, che consente di portare la lavorazione fino in fondo, senza necessità di cambiare prodotto”.
Un girante per il settore energia prodotto utilizzando hyperMILL.
Quanto ha inciso la pandemia sulla vostra attività? Quali sono state le maggiori difficoltà riscontrate?
“Questa pandemia da Covid-19 ha sicuramente avuto un certo impatto sulla nostra attività, specialmente nel periodo tra marzo e maggio 2020, durante i quali le aziende hanno subìto il blocco. Non si è però trattato tanto di un blocco produttivo, perché la meccanica, ossia il nostro mercato di riferimento, ha subìto un contraccolpo limitato rispetto al 2019: un danno lieve, se paragonato alla crescita del 20% degli anni precedenti. Il freno è stato - ed è ancora adesso - per lo più psicologico e talvolta inconsapevole, ma molto dannoso, poiché spinge le imprese a un’eccessiva prudenza, che paralizza gli investimenti e la visibilità sul lungo periodo. Altre due importanti conseguenze sono state l’impossibilità di andare a visitare i clienti e quella di trovarci in ufficio con i colleghi: per un’azienda in cui la vera forza sta nella coesione del team, non poter avere il contatto è piuttosto invalidante. Ovviamente, noi continuiamo ad incontrarci quotidianamente in maniera virtuale, ma non si può di certo dire che sia la stessa cosa”.
“Proprio in quest’ottica di precursori, ci siamo avvicinati all’additive manufacturing: una tecnologia che, volenti o nolenti, è ormai entrata a pieno titolo nel nostro mondo, divenendo complementare all’asportazione”.
Vista la situazione delicata, avete pensato a una soluzione per celebrare i vostri primi vent’anni?
“OPEN MIND Italia ha sempre avuto la buona abitudine di invitare i propri clienti e partner a diversi eventi, organizzati ogni cinque anni allo scopo di fare il punto di quanto fatto e di mostrare a tutti i nostri progetti futuri. Anche per questo importante anniversario avevamo pensato a un evento del genere, oltre che a diverse promozioni per i nostri clienti, ma tutto questo non è stato realizzabile a causa della pandemia. Tuttavia, non abbiamo voluto rinunciare a celebrare questo traguardo importante e, per farlo, abbiamo deciso di utilizzare la comunicazione social “mettendoci la faccia” e realizzando dei video dove - a partire da me - le persone dell’azienda hanno avuto e avranno modo di raccontarsi. Tutto ciò ha un semplice scopo: far capire al mercato che ancor oggi, dopo vent’anni, noi ci siamo, e che insieme costituiamo un’attività solida e in continua espansione. Inoltre, vogliamo far passare un altro messaggio fondamentale: con hyperMILL, il cliente non acquista solo il programma, ma la collaborazione con una società che da vent’anni si basa sull’affidabilità, erogata sottoforma di servizi di altissima qualità”. ©TECNeLaB
“Oggi siamo una delle realtà di riferimento del settore, non soltanto per la qualità dei prodotti, ma soprattutto per le persone, che rappresentano il vero valore di questa società”.