Fabio Rossi, CEO di AutomationWare dal 2016. Foto di Marco Brendolini.
Con un nuovo assetto societario, interessanti strategie di espansione e un sofisticato progetto in campo medicale, AutomationWare definisce la nuova rotta da seguire. Un’operazione ambiziosa, ma volta a quadruplicare il giro d’affari entro il 2024.
di Elisa Maranzana
L’imprevedibile ondata pandemica che ha sconvolto il nostro pianeta in questi ultimi due anni ha innescato numerose dinamiche economiche e sociali a cui inesorabilmente stiamo cercando di adeguarci. Fenomeni come la difficoltà nell’approvvigionamento delle materie prime, per esempio, o l’aumento a dismisura dei costi di spedizione hanno condizionato le scelte strategiche di tante imprese, molte delle quali stanno spostando l’attenzione su fornitori più vicini. Al tempo stesso, mercati ormai in crescita da anni, come quello della robotica, stanno ricevendo una ulteriore spinta trainati da settori che, proprio a causa dell’emergenza sanitaria, sono costretti a rivedere il proprio modus operandi.
In un contesto come questo non è difficile immaginare che i player di settore più virtuosi stiano conoscendo momenti particolarmente floridi. È il caso di AutomationWare, realtà italiana nata come produttrice di attuatori elettrici, che nell’ultimo anno ha messo a segno un tasso di crescita che si aggira intorno al 40%, anche grazie al suo ingresso nel mondo della robotica che oggi è circa il 20% del suo fatturato. Percentuale che – a detta del CEO Fabio Rossi, che abbiamo incontrato a Milano in occasione dell’ultima EMO MILANO, insieme al nuovo Direttore Vendite, Giulio Fabbro – è destinata a salire.
Giulio Fabbro, nuovo Direttore Vendite di AutomationWare. Foto di Marco Brendolini.
CAMBIO DI ROTTA
Nata vent’anni fa come realtà specializzata nella produzione di attuatori elettrici che, col passare del tempo, si sono evoluti in chiave sempre più meccatronica, AutomationWare oggi ha un giro d’affari di circa sei milioni di euro, ma punta a raggiungere i 50 milioni di fatturato nel 2024. Un obiettivo indubbiamente ambizioso, ma basato su fondamenti concreti.
Quando infatti nel 2016 Fabio Rossi diventa il nuovo CEO, l’azienda cambia rotta e inizia a puntare su nuovi trend di mercato come quello della robotica e della robotica collaborativa. “Nel fare questa scelta”, ci racconta Rossi, “ci siamo mossi attraverso un percorso molto diverso da quello dei costruttori classici. Dal momento che facevamo attuatori, è stato per noi quasi fisiologico partire dalla costruzione dell’attuatore principe del robot, ovvero il giunto robotico”. In un’ottica proprio di superamento delle tecnologie che già esistevano in quel momento, quindi, AutomationWare dà il via alla progettazione e realizzazione di giunti robotici performanti, precisi, collaborativi, con sicurezza integrata, e che potessero essere collegati al bus di campo industriale più diffuso, l’EtherCAT.
AutomatioWare nasce vent’anni fa come realtà specializzata nella produzione di attuatori elettrici che, col passare del tempo, si sono evoluti in chiave sempre più meccatronica.
UN PROGETTO INTERESSANTE
Dalla produzione di giunti robotici alla costruzione di sistemi robotici veri e propri il passo è breve e, nel giro di poco tempo, AutomationWare passa dai primi concept alle prime applicazioni industriali reali, partendo da quei settori che – proprio a causa dell'emergenza sanitaria – oggi sono maggiormente in evoluzione.
Per il comparto medicale in particolare, l’azienda ha costruito un robot non soltanto collaborativo, ma anche in grado di muoversi in zone con regole di accesso molto stringenti, come quelle per la produzione di vetro Covid, una tipologia di vetro piuttosto particolare, con caratteristiche di purezza elevate e in grado di sopportare temperature molto basse.
“Per la linea dedicata alla produzione di vetro Covid”, ci spiega Fabio Rossi, “abbiamo realizzato un prodotto molto sofisticato, che di fatto è una sorta di aggregato di buona parte dei componenti meccatronici a marchio AutomationWare. Nella pratica si tratta di un robot mobile concepito come un sistema robotico completamente integrato e collaborativo, equipaggiato con un braccio robotico modulare composto da giunti certificati e dotato di rilevamento e compensazione di forza integrati. Questo robot è in grado di osservare l’ambiente in cui opera e di spostarsi per poter svolgere alcune operazioni che oggi vengono gestite interamente dall’uomo, come la manipolazione delle scatole e la pallettizzazione”.
Il robot collaborativo in questione si chiama AW-Combo e la sua architettura è basata su ROS (Robot Operating System), un ambiente di sviluppo open source composto da un set di librerie software, strumenti e algoritmi per lo sviluppo e la programmazione di sistemi robotici e di automazione avanzata.
“AutomationWare è la prima azienda in Italia a usare ROS”, ci conferma Giulio Fabbro. “Tutti i nostri robot collaborativi, infatti, vengono forniti con l’installazione di un pacchetto base ROS che include i vari driver, un modello 3D del cobot, nonché strumenti per la localizzazione e l’utilizzo delle mappe, simulatori per la pianificazione dei movimenti e via dicendo”.
Dalla produzione di giunti robotici alla costruzione di sistemi robotici veri e propri il passo è breve e, nel giro di poco tempo, AutomationWare passa dai primi concept alle prime applicazioni industriali reali.
ACQUISIZIONI IN CORSO
Recentemente, AutomationWare è stata acquisita dalla holding industriale Hind S.p.A., società di investimenti in aziende di piccole e medie dimensioni rappresentative del made in Italy e che oggi sviluppa circa 150 milioni di euro di fatturato.
“Il nuovo assetto societario – prosegue Rossi – ci consentirà di continuare a investire per crescere organicamente, ma anche di aggregare nuove aziende che possano andare ad aumentare il nostro portafoglio prodotti nell’ambito della robotica e dei software. Quindi intelligenza artificiale, sistemi di navigazione mobili, sistemi di gestione di flotte e via dicendo. Abbiamo due acquisizioni previste per la fine di quest’anno (ndr: 2021), delle quali però preferiamo ancora non fare il nome”.
Parte della nuova strategia di crescita messa a punto da AutomationWare include anche la scelta di puntare su cinque settori ben precisi. Farm e food in primis, che – come ci fa notare ancora Fabio Rossi – sono entrambi caratterizzati da regole di accesso piuttosto stringenti, e che, al tempo stesso, soffrono, molto più di altri comparti, delle oscillazioni di personale addetto. Una dinamica che inevitabilmente finisce per creare blackout nella produzione.
A farm e food si aggiungono il comparto della macchina utensile, dove risulta sempre più forte la necessità di implementare robot integrati ai macchinari; quello della logistica, trainato dal momento particolarmente florido che stanno vivendo gli e-commerce; e quello dei servizi. ©ÉUREKA!
Per il comparto medicale in particolare, AutomationWare ha costruito AW-Combo, un robot non soltanto collaborativo, ma anche in grado di muoversi in zone con regole di accesso molto stringenti, come quelle per la produzione di vetro Covid.