A Induno Olona, in provincia di Varese, è ubicato uno degli stabilimenti birrari più innovativi a livello europeo, unica sede italiana di Carlsberg Italia. Nella foto la linea produttiva.
La passione per un prodotto di qualità eccellente, il coraggio di cambiare tecnologia produttiva in modo responsabile, ma efficiente: non può esistere innovazione senza sostenibilità per il Birrificio Angelo Poretti, parte del Gruppo Carlsberg Italia, una delle aziende simbolo di quel “saper fare” tipicamente italiano, che il mondo ci invidia.
di Simona Recanatini
Scegliere il titolo di un articolo non è mai facile. Lo è ancora meno se la protagonista è un’azienda con 140 anni di attività alle spalle, che ha caratterizzato un comparto importante come quello del beverage: il Birrificio Angelo Poretti (www.birrificioangeloporetti.it). La sua storia inizia nel 1876, anno in cui Angelo Poretti fonda a Induno Olona, in provincia di Varese, la Angelo Poretti & C., poi Industrie Poretti. Il suo sogno è diffondere in Italia la birra, sua grande passione, conosciuta durante un’esperienza professionale all’estero: dopo aver imparato i segreti del mestiere dai migliori mastri birrai di Austria, Boemia e Baviera, Poretti avvia il suo birrificio in Valganna. Con deciso spirito imprenditoriale acquista macchinari innovativi e recluta operai e mastri birrai: citano le cronache del tempo che “il signor Angelo Poretti, allo scopo di allargare sempre più il commercio nella nostra Italia, invece di godere nell’ozio signorile le sue ricchezze, tentò con vero coraggio la fabbricazione di una Birra Nazionale…”. Il 26 dicembre 1877 la prima “cotta” di birra vede la luce nel birrificio di Angelo Poretti. La sua impresa piace e conquista popolarità: nel 1881, in occasione dell’Esposizione Nazionale di Milano, sono tanti i visitatori curiosi di assaggiare la prima pilsner italiana. Nel 1901 il birrificio passa ai nipoti che portano a compimento l’edificio che ancora oggi ospita le unità produttive dell’azienda. In seguito arriva un’altra generazione d’imprenditori lombardi, i Bassetti, che acquistano il brand e ne rilanciano l’attività.
Alberto Frausin, amministratore delegato di Carlsberg Italia. “Con l’innovazione abbiamo ridato valore alla storia di un grande imprenditore italiano e alla sua passione per la birra di qualità”.
L’INCONTRO CON CARLSBERG
Nel 1975 l’azienda firma un importante accordo con la United Breweries A/S (poi Carlsberg Breweries) di Copenhagen per la produzione e commercializzazione in Italia dei marchi Tuborg e Carlsberg. Da quel momento si avvia una partnership che si rafforza nel 1982 col passaggio del 50% delle azioni dell’azienda al gruppo danese. Nel 1998, con la cessione di un ulteriore 25% del capitale, la ragione sociale cambia in Carlsberg Italia sino ad arrivare alla completa acquisizione nel 2002. Il “saper fare” birra di qualità fa parte del DNA del Birrificio Angelo Poretti, tradizione valorizzata e attualizzata dall’incontro con un grande gruppo internazionale dalla storia altrettanto secolare di eccellenza qualitativa e di innovazione come Carlsberg: attraverso la “famiglia” Birrificio Angelo Poretti, con i suoi diversi prodotti ispirati ai valori fondanti dell’esperienza imprenditoriale di Angelo Poretti, Carlsberg Italia esalta oggi l’ultracentenaria tradizione della birra italiana.
LO STABILIMENTO DI INDUNO OLONA
Noi di ÈUREKA! abbiamo avuto il privilegio di poter visitare lo storico sito di Induno Olona, in provincia di Varese, uno degli stabilimenti birrari più innovativi a livello europeo, unica sede italiana di Carlsberg Italia. Realizzato sul finire del XIX secolo, è considerato un gioiello in grado di coniugare perfettamente arte e tecnologia industriale avanzata: costruito secondo lo stile Jugendstil, il movimento tedesco dell’Art Nouveau, è caratterizzato da elementi che collegano in modo coerente le esigenze produttive odierne con il prestigio dell’immagine esteriore, come dimostrano le grandi e ordinate vetrate che scandiscono con rigore le facciate. Lo stabilimento ospita una grande Sala di Cottura, realizzata nel 1908 e ancora oggi cuore produttivo dell’azienda, raro esemplare di luogo di produzione originale che conserva la suggestiva bellezza dei tini in rame, coniugata alle più evolute tecnologie birrarie: è proprio nelle caldaie della sala cottura che interviene la mano sapiente del mastro birraio.
Realizzato sul finire del XIX secolo, lo stabilimento di Induno Olona è considerato un esempio di stile italiano, in grado di coniugare perfettamente arte e tecnologia industriale avanzata.
LA RIVOLUZIONE DRAUGHTMASTER
Lo stabilimento lavora generalmente su due turni giornalieri da otto ore per cinque giorni la settimana: in alta stagione, in una sola giornata da 3 turni si possono produrre un milione di bottiglie circa. I volumi settimanali variano da un minimo di 15.000 ettolitri in bassa stagione, fino ad oltre il triplo nei mesi più caldi, quando tutte le linee di confezionamento, comprese le lattine e i fusti, aumentano il numero di turni. Questi ultimi sono i protagonisti di una vera e propria rivoluzione firmata Carlsberg Italia: DraughtMaster. Si tratta di un innovativo sistema di spillatura che amplia radicalmente le potenzialità della birra alla spina sostituendo i tradizionali fusti in acciaio con quelli in PET riciclabile. Grazie a questo fusto la spillatura non avviene più attraverso l’immissione di CO2, migliorando sensibilmente la qualità della birra ed evitando i processi di saturazione e ossidazione del prodotto nel totale rispetto dell’ambiente. Il lancio sul mercato italiano del progetto DraughtMaster, come progetto pilota a livello mondiale per tutto il Gruppo Carlsberg, è avvenuto nel 2011. “Riuscire a fare innovazione in Italia è per noi un grande valore: se oggi Carlsberg decide di investire 100 milioni di euro su una tecnologia italiana, gli investimenti confluiscono su tutte le aziende italiane coinvolte nel progetto DraughtMaster”, sottolinea Alberto Frausin, amministratore delegato Carlsberg Italia.
“Quella che abbiamo implementato qui a Induno è la prima linea per fare fusti PET ad alta velocità e dimensione: può fare 400.000 ettolitri all’anno viaggiando su 3 turni. Oggi esportiamo questa tecnologia e ne siamo orgogliosi: è stato creato un centro di eccellenza fuori dai confini danesi, in Italia”, ammette con orgoglio Alberto Frausin. “I paesi nordici stanno convertendo i loro impianti, a partire dalla Danimarca. Le trasformazioni, però, richiedono investimenti enormi: fare una nuova birra non è così difficile, ma cambiare una tecnologia è un investimento incredibile, basti pensare che il fusto in acciaio è nato dopo la Seconda Guerra Mondiale! Molti gruppi tendono a ottimizzare nel breve piuttosto che fare un grosso salto di qualità perché all’inizio è pesante. Ma io non credo che stare fermi sia un ‘vantaggio’: l’addormentarsi non paga mai…”, afferma Frausin. “E con l’innovazione abbiamo ridato valore alla storia di un grande imprenditore italiano e alla sua passione per la birra di qualità”.
Grazie al fusto in PET riciclabile la spillatura non avviene più attraverso l’immissione di CO2: si migliora la qualità della birra e si evitano i processi di saturazione e ossidazione del prodotto nel totale rispetto dell’ambiente.
LA METODOLOGIA LIFE CYCLE ASSESSMENT
Grazie alla rivoluzionaria tecnologia DraughtMaster e alla collaborazione con IEFE Bocconi (Istituto di Economia e Politica dell’Energia e dell’Ambiente) è stato possibile applicare alla produzione di birra la metodologia standardizzata LCA (Life Cycle Assessment) per studiare e analizzare le fasi del prodotto misurando gli impatti ambientali “dalla culla alla tomba”, in un’ottica di miglioramento sostenibile continuo. Un passo importante, che ha permesso a Carlsberg Italia di provare il minor impatto ambientale del fusto in materiale plastico riciclabile rispetto a quelli tradizionali. I risultati ottenuti hanno condotto l’azienda a ottenere la prima Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD) a livello mondiale di una birra e, di conseguenza, a dettare le Product Category Rules (PCR), i criteri che tutti i produttori di birra devono ora utilizzare per effettuare l’analisi del ciclo di vita del prodotto e ottenerne la dichiarazione ambientale.
“Siamo cresciuti migliorando l’impatto ambientale della nostra attività”, precisa Alberto Frausin. “La gestione dei rifiuti e delle emissioni di CO2 sono due esempi ragguardevoli. Oggi in stabilimento produciamo il 50% dei rifiuti in meno rispetto al 2011 e dal 2014 il 100% è destinato al recupero. Questo di fatto ci rende pieni interpreti della filosofia dell’economia circolare, strategica per il nostro Paese e non solo. E anche le emissioni dirette di CO2 sono diminuite drasticamente”, sottolinea l’AD Carlsberg Italia. La parola coniata per descrivere il new deal è davvero esplicativa: #responsibeerity.
L’ESPERIENZA EXPO2015
Come molti ricorderanno, Birrificio Angelo Poretti è stato scelto per rappresentare l’eccellenza birraria italiana a Expo 2015 in qualità di Birra Ufficiale del Padiglione Italia. Per l’azienda si è trattato di un ritorno laddove tutto è cominciato, nel lontano 1881, con la partecipazione all’Esposizione Nazionale di Milano. In Expo Birrificio Angelo Poretti ha dato valore alla propria tradizione, declinandola sui temi chiave dell’esposizione universale: qualità, innovazione, sostenibilità.
Tre concetti che si possono riassumere in una sola parola: DraughtMaster. È proprio grazie a DraughtMaster che oltre 25.000 kg di CO2 non sono stati immessi nell’atmosfera nei sei mesi di Expo 2015. Nel periodo 2011-2015 grazie a DraughtMaster sono stati risparmiati ben 28.000.000 kg di CO2 pari alla quantità di CO2 assorbita in un anno da 1.100.000 alberi che coprono una superficie pari a 3.800 campi da calcio.
IL GRUPPO CARLSBERG
Carlsberg Group è oggi il 4° produttore mondiale di birra (1° in Europa Orientale), presente in oltre 150 mercati nel mondo con un portafoglio di 140 marchi di birra. Sin dalle sue origini ha individuato nello sviluppo dei prodotti e nell’innovazione dei processi uno dei fattori critici di successo. Carlsberg Italia produce e commercializza 1,3 milioni di ettolitri di birra e vanta un portafoglio di marchi, nazionali e internazionali, apprezzati e conosciuti in tutto il mondo, come Carlsberg, Tuborg, Birrificio Angelo Poretti, Grimbergen Kronenbourg 1664, Jacobsen e Brooklyn. Èureka!
Il lancio sul mercato italiano del progetto Draughtmaster è avvenuto nel 2011.