Canyon è un player di riferimento globale nel campo delle due ruote, dal ciclismo su strada alle varie declinazioni della mountain bike, passando per le pratiche fitness e urban.
Da un piccolo negozio di biciclette è nata un’azienda che in due decenni ha superato i 200 milioni di euro di fatturato con 1.000 dipendenti: si chiama Canyon ed è un brand di biciclette innovativo non solo nei contenuti tecnici, ma nel modello di business.
di Carlo Brena
All’entrata, sotto una campana di vetro, riposa un vecchio carrello blu di quelli da campeggio, con adesivi ormai consumati dal tempo. Una reliquia che richiama la nostra attenzione per poco, perché una scritta campeggia evidente nello show-room: “Simple, Precise, Dynamic”. È illuminata e ben visibile. Tre semplici parole a ricordare l’ispirazione di ogni bici esposta qui dentro. “Semplice”, perché è inutile complicare un oggetto che è già funzionale di suo: la leggerezza nella progettazione è un elemento di qualità. “Precisione”, perché la bicicletta è un sistema che deve funzionare bene: se c’è una cosa che i ciclisti non sopportano sono i rumori della propria bici. E poi “dinamico”, come il pensiero di chi, partendo da un piccolo negozio di biciclette nella periferia di Coblenza, ha costruito un’azienda che in due decenni ha superato i 200 milioni di euro di fatturato e offre lavoro a mille dipendenti. Tutto questo è Canyon (www.canyon.com/en), il brand di biciclette più innovativo degli ultimi anni, fondato da Roman Arnold dopo aver chiuso una modesta carriera agonistica in bici, ma rimasto nel settore del ciclismo con un progetto innovativo da sviluppare. Innovativo non solo nei contenuti tecnici dei prodotti, ma anche, e soprattutto, nel modello di business: nessun distributore, zero negozi, intermediari nemmeno a parlarne. Dal produttore al consumatore, saltando l’intera e ormai vetusta catena distributiva. Come? Semplice, attraverso Internet.
Nessun distributore, zero negozi o intermediari: attraverso Internet Canyon arriva direttamente al consumatore.
DAL PRODUTTORE AL CONSUMATORE ATTRAVERSO LA RETE
Una potente piattaforma web è in grado di gestire ordini da tutto il mondo, e la nuova linea di assemblaggio di Coblenza può sfornare fino a 500 biciclette al giorno, ma off-line la capacità produttiva può arrivare a 1.200 pezzi al giorno.
Problemi di crescita così veloce e repentina hanno costretto l’azienda a distribuire le proprie risorse in tre location intorno a Coblenza: oltre al futuristico impianto di assemblaggio, Canyon ha costruito un edificio lungo il Reno che ospita uffici contabili e marketing, oltre a uno show-room con bar e ristoro incluso che rappresenta la sede ideale per incontri e meeting aziendali. Camminando in azienda si percepisce quanto lo sviluppo del prodotto sia centrale nella strategia di un marchio che non ha biciclette entry level ma esclusivamente soluzioni di alta gamma, tanto che Canyon è in grado di sponsorizzare due team Pro Tour come Movistar e Katusha, oltre a una formazione elite femminile, tre squadre di mountain bike e gli ultimi due vincitori dell’Ironman delle Hawaii.
Un’azienda che si posiziona nel mercato del ciclismo ma che è unica nell’approccio all’utente: “Siamo gli unici che conosciamo il nostro cliente nome per nome”, ricorda Thorsten, a capo delle PR di Canyon. Non avendo intermediari, Canyon possiede i Big Data del ciclismo mondiale, e in particolare l’archivio di informazioni antropomorfiche dei ciclisti di mezzo mondo. Quando sfioriamo gli uffici di R&D percepiamo la tenera età di chi vi opera: “Abbiamo circa 50 tra ingegneri e designer, con una età media nel reparto di 27 anni. Menti giovani, fresche, in grado di produrre stimoli sempre nuovi”. E camminando tra le corsie dell’impianto produttivo si respira questa energia.
Lo sviluppo del prodotto è centrale nella strategia di un marchio che non ha biciclette entry level ma esclusivamente soluzioni di alta gamma.
CONTROLLI ACCURATI IN PRODUZIONE
Ma è quando entriamo nel reparto test e controllo qualità che si apre ai nostri occhi un mondo inaspettato. “Abbiamo costruito macchine per collaudo e prove materiali su nostre specifiche esigenze, andando ben oltre le indicazioni di ISO o analoghe normative - ci racconta Martin Wald, Chief Production Officer di Canyon - e questi macchinari li abbiamo duplicati nei quattro laboratori nelle sedi produttive che abbiamo tra Cina e Vietnam, per avere così dati comparabili e univoci”. Il perché di questa scelta è presto detta: il carbonio è materiale estremamente interessante perché la sua lavorazione consente di avere prodotti estremamente leggeri e resistenti; tuttavia anomalie nella lavorazione si possono riscontrare e il rischio di rottura di un telaio o di parti di esso è sempre dietro l’angolo. Le due componenti più delicate in una bici, infatti, sono la forcella e il manubrio. Ed è per questa ragione che Canyon analizza ai raggi X tutte (ma proprio tutte) le forcelle e i manubri che escono dalla propria produzione. “Per ogni prodotto facciamo fino a otto scansioni, e di ogni manubrio e forcella conserviamo la storia radiografica, cosicché se in un futuro servisse avere delle informazioni su un determinato prodotto è sufficiente che l’utente ci mandi la scansione del QR Code stampato sull’attrezzo e noi siamo in grado di risalire a tutto il percorso produttivo di quella forcella o di un determinato manubrio”. Non è fantascienza, è ‘semplice’ investimento in tecnologia, a garanzia di un prodotto di assoluta qualità, basato su un processo costruttivo ispirato al mondo Automotive: infatti Martin Wald, prima di approdare in Canyon si è costruito una grande esperienza in General Motors con la supervisione di oltre 30 impianti produttivi della casa automobilistica.
TRACCIABILITÀ TOTALE DEI PRODOTTI
Si producono i telai in Far-East ma l’assemblaggio di tutte le biciclette Canyon avviene in Germania: una scelta strategica che va decisamente in controtendenza rispetto a quello che fanno molti competitor. “In questo modo abbiamo il controllo di ciò che spediamo, e riduciamo al minimo le sorprese”, ricorda Thorsten. Perché il successo di Canyon sta anche nella totale tracciabilità dei propri prodotti.
“Misuriamo la chiusura di ogni singola vite o bullone grazie a una grossa chiave dinamometrica collegata Bluetooth al sistema – racconta Wald nel suo percorso descrittivo – in questo modo l’operatore chiude la brugola con la forza indicata dallo strumento, e se il cliente in futuro avrà una criticità con quella parte meccanica, noi risaliamo all’ID number del prodotto e di conseguenza da chi, quando, dove e quanto è stato lavorato in quel punto della bicicletta”.
L’assemblaggio di tutte le biciclette Canyon avviene in Germania: una scelta strategica che va decisamente in controtendenza rispetto a quello che fanno molti competitor.
LOGISTICA PREMIATA
A questo si aggiunge una gestione del magazzino prodotti finiti che ha vinto il premio tedesco per l’innovazione nella logistica. “Abbiamo cinque diverse scatole di cartone per inserire le bici e il computer sceglie dove posizionare il singolo box in base al peso, alle dimensioni e alla data di spedizione”, commenta orgogliosamente il responsabile della produzione. Durante la sua spiegazione, un muletto guidato automaticamente da una banda magnetica nel pavimento, entra nelle corsie dello stoccaggio trasportando con se quattro box, e al termine della corsa l’operatore si occuperà di depositare il contenuto.
Certo che ne è passato di tempo da quel carrello blu con cui il fondatore e suo padre facevano la spola tra Coblenza e l’Italia, dove compravano accessori da bicicletta, dapprima per soddisfare le esigenze ciclistiche di un giovane e ambizioso Arnold, e poi per un piccolo commercio a colleghi e avversari nei parcheggi nelle gare. Non c’era ancora Amazon e l’e-commerce transfrontaliero. Era roba del secolo scorso.
FOCUS: TUTTO È INIZIATO IN UN GARAGE DELLA RENANIA...
Un numero sempre crescente di biciclette vendute ogni anno, una fabbrica automatizzata di 22.000 metri quadrati a Coblenza che produce fino a 500 bici al giorno e ben oltre 1.000 addetti in tutto il mondo, 200 milioni di euro di fatturato. Canyon è un player di riferimento globale nel campo delle due ruote, dal ciclismo su strada alle varie declinazioni della mountain bike, passando per le pratiche fitness e urban sempre più in crescita.
Se oggi Canyon è un brand con una forte leadership nel mondo del ciclismo, altrettanto affascinante è la sua giovane storia, iniziata nel 1984, quando Roman Arnold convince il papà e il fratello ad aprire un piccolo negozio nel proprio garage a Löf, in Renania. È sufficiente un anno di attività per trasferire a Coblenza quell’idea di un nuovo ciclismo e fondare così la Radsport Arnold GmbH.
Nel 1996 Roman avvia la produzione di proprie biciclette a marchio Canyon, ed è subito successo. Nel 2003 la svolta con la decisione strategica di vendere esclusivamente su Internet. Nei primi anni del nuovo millennio, alla strutturazione del sito www.canyon.com e della logistica interna, l’azienda affianca un intenso programma di sponsorizzazione nel campo del ciclismo professionistico, sia su strada sia su off-road. La sede italiana di Canyon è a Verona, dove l’azienda gestisce i servizi al cliente e svolge le attività di assistenza meccanica, oltre alle tradizionali attività amministrative. ©TECN’È
La gestione del magazzino prodotti finiti di Canyon ha vinto il premio tedesco per l’innovazione nella logistica.