La gamma di prodotto Salvagnini oggi è composta da numerose soluzioni intelligenti e autoadattative studiate per il taglio, la punzonatura e la piegatura della lamiera piana.
Il modello produttivo di Industria 4.0 è stato il terreno di confronto fra i costruttori di macchine utensili a EuroBLECH 2016. Salvagnini ha presentato una gamma completa di soluzioni pronte a raccogliere questa sfida: dal nuovo software STREAM alla cella automatica FlexCell, un FMC realmente smart e flessibile che integra un sistema di taglio laser L5, una pannellatrice P2lean e una pressa piegatrice B3.ATA.
di Paolo Milani
È bene che le macchine comunichino fra loro, ma occorre che queste siano soprattutto intelligenti in ogni loro aspetto, dalla fase di settaggio, alla gestione real time delle fasi di esecuzione della piega o del taglio. Questo è il concetto di Industria 4.0 intrapreso da Salvagnini (www.salvagnini.it), che ad EuroBLECH 2016 ha confermato il suo ruolo chiave di pioniere nello sviluppo della macchina utensile per la lavorazione della lamiera.
IL DILEMMA PRODUTTIVO 4.0
Nella concezione Salvagnini di Industria 4.0 il punto nodale non è infatti come far parlare fra loro le macchine, essendo la connettività nativa e da sempre realizzata secondo le più recenti tecnologie e i più avanzati protocolli. È piuttosto quello di riuscire a definire i contenuti della comunicazione e utilizzare i dati per rendere i sistemi facili all’uso, produttivi, efficienti, adattativi. In quest’ottica, negli ultimi anni l’azienda si è interessata sempre più ai temi della digitalizzazione di fabbrica, mirata non solo alla produttività ma anche all’estensione dell’applicabilità e soprattutto alla facilità di uso, produzione, programmazione e manutenzione.
Ogni soluzione proposta da Salvagnini ad Hannover ha mostrato pertanto la capacità di ciascun impianto di gestire al meglio le informazioni rilevate sul campo per reagire agli input in tempo reale. Parliamo quindi di macchine adattative per il processo produttivo per cui sono studiate, capaci di esaltare le possibilità della comunicazione digitale di oggi, sia impiegate singolarmente, sia integrate in una logica di flusso produttivo come quello espresso dalla cella FlexCell.
Il successo che FlexCell sta avendo sul mercato è da ricercare nella sempre maggiore attenzione dei clienti al processo. Anche nel caso di macchine stand alone aumenta la necessità di gestire al meglio i flussi fra macchine flessibili che lavorano lotti di dimensione sempre inferiore.
LA CELLA SMART E FLESSIBILE
Mostrata in anteprima a EuroBLECH 2014, la cella automatica FlexCell è stata riproposta nel 2016, arricchita dell’esperienza applicativa maturata in questi due anni, che le ha permesso di evolversi sempre di più relativamente a fruibilità e semplicità d’uso. Oggi FlexCell è un FMC realmente smart e flessibile, reso tale dall’integrazione di tre macchine intelligenti e aggiornate nell’ottica della fabbrica digitale con tutti gli automatismi del caso e dal software di integrazione OPS-FlexCell che ne ottimizza il funzionamento.
La cella presentata ad EuroBLECH 2016 integra un sistema di taglio laser L5, una pannellatrice P2lean e una pressa piegatrice B3 ATA. Tre macchine smart, la cui capacità di allestirsi in automatico per la lavorazione e di leggere ed eventualmente correggere, in tempo reale, la variabilità generata sia da fattori tecnici (caratteristiche del materiale) che produttivi (sequenza di flussi) consente di esaltare l’efficienza e la facilità intrinseca di questo FMC.
LA PRESSOPIEGATRICE È ANCORA PIÙ AUTONOMA
“Abbiamo integrato la pressopiegatrice B3.ATA nella cella FlexCell poiché le sue caratteristiche esaltano e massimizzano il concetto di cella flessibile di produzione: i clienti possono così associare la pressa piegatrice alla pannellatrice, allineandole a livello di flessibilità per eseguire produzioni a lotto unitario”, spiega Nicola Vanzo, Product Manager in Salvagnini. “La pressopiegatrice è stata migliorata in tutto ciò che si lega alla sua interconnessione e integrazione al mondo produttivo. Non ci siamo quindi occupati solamente della parte hardware della macchina, sollevando l’operatore dalle mansioni tipiche dell’attrezzaggio macchina grazie al sistema ATA, ma abbiamo agito anche sulla parte software legata alla gestione complessiva dell’impianto e delle sue caratteristiche”.
Rispetto alla versione precedente, anche il dispositivo ATA (Automatic Tool Adjustment) è stato migliorato: mentre prima il cambio utensili avveniva in circa 10 s (anche se buona parte di questi erano mascherati dalle attività di deposito e prelievo del pezzo successivo da parte del piegatore), oggi questo tempo è stato dimezzato al punto che può diventare addirittura conveniente riattrezzare la macchina a ogni piega.
La pressopiega B3.ATA, integrata nell’FMC FlexCell, si è dimostrata una soluzione affidabile e allineata con i dettami del modello di smart manufacturing.
IL TAGLIO LASER INTELLIGENTE
Anche il sistema di taglio L5 raccoglie una serie di industrializzazioni e affinamenti importanti suggeriti dalla pratica quotidiana delle numerose installazioni effettuate da Salvagnini ogni anno. Una serie di upgrade hanno reso questo sistema di taglio sempre più performante e affidabile anche nell’ottica di un uso non presidiato contestualizzato a un FMC. Gli affinamenti non hanno infatti riguardato solo la macchina in sé, ma coinvolgono anche l’automazione abbinabile che, nel caso specifico, rappresenta una novità vera e propria.
Il sistema è stato esposto ad EuroBLECH con una sorgente laser in fibra da 4 kW, che non rappresenta il massimo disponibile a catalogo per i laser Salvagnini (da 2 a 6 kW), ma il giusto compromesso per una soluzione altamente produttiva ed efficiente.
“L5 si caratterizza per l’affidabilità di alcune soluzioni ormai standard come la nuova struttura a compasso a cinematica evoluta e la testa di taglio Dry Cooling con ottiche refrigerate senza apporto di gas o di acqua”, spiega Pierandrea Bello, Product Manager di Salvagnini.
Il sistema di taglio L5 è stato esposto ad EuroBLECH con una sorgente laser in fibra da 4 kW, che rappresenta il giusto compromesso per una soluzione altamente produttiva ed efficiente.
SOFTWARE, TUTTO RUOTA INTORNO AL PEZZO
Ad EuroBLECH 2016 Salvagnini ha presentato anche la nuova suite software STREAM, che funge da sistema operativo della produzione e pone al centro dell’interesse non più il programma, ma il prodotto finito da realizzare, il suo valore e il suo processo produttivo. Interamente sviluppato da Salvagnini e dotato di un’interfaccia grafica immediata e user friendly, STREAM propone un vero e proprio cambio di prospettiva nell’approccio tipico delle suite di programmazione d’ufficio, spostando il focus dalla generazione del programma alla parte da produrre fino al prodotto finito e al suo valore.
“La nuova modalità di approccio rende STREAM unico”, commenta Nicola Vanzo, Direttore Project Management di Salvagnini. “Il software è infatti strutturato per agire su tre livelli: un livello tecnico, uno produttivo e uno di business. Questa organizzazione porta l’utilizzatore in una dimensione diversa con un vero e proprio cambio di prospettiva”.
Nel livello tecnico sono presenti, per ogni linea di prodotto Salvagnini, tutti i nuovi pacchetti necessari alla realizzazione del programma macchina. Il livello superiore, quello produttivo, invece, consta di un pacchetto dedicato alla gestione di tutte le entità (formati, materiali, parti, nesting, utensili…) funzionali alla definizione di un flusso produttivo di un pezzo o di un insieme di pezzi. È proprio a questo livello che STREAM permette di definire i flussi produttivi delle parti realizzabili con le macchine Salvagnini e, grazie all’integrazione con il livello tecnico, molte fasi di programmazione risultano semplificate. Al livello di business, invece, è possibile valorizzare i flussi produttivi definiti precedentemente, valutandone i costi, i tempi e le risorse, necessari per realizzare parti o insiemi di parti.
In pratica, a partire dal modello del prodotto, si definisce già in ufficio come questo deve essere realizzato, secondo la migliore sequenza delle lavorazioni, tenendo in considerazione tutte le variabili in gioco. “Secondo i dettami di Industria 4.0 le macchine parlano fra loro. Questo è sicuramente importante, ma non tanto quanto ciò che si dicono”, afferma Vanzo. “Con STREAM definiamo proprio ciò che esse comunicano tra loro. Noi pensiamo che sia il pezzo a dover parlare alle macchine. Le sue caratteristiche e particolarità rappresentano la priorità. Come, quando, su quali macchine e secondo quale logica sarà prodotto sono invece la naturale conseguenza”.
Orientata al processo, la nuova suite software STREAM rende la programmazione semplice e immediata, consentendo di esaltare l’efficienza e la facilità intrinseca delle soluzioni presentate.