Pasta futuristica al pesto di foglie di carota. (Foto: ©HelloFresh)
Cucinare con ingredienti che crescono all’interno dei propri capi di abbigliamento e con alimenti che assorbono carbonio sono solo alcuni dei trend che potrebbero rivoluzionare le cene settimanali del futuro secondo un’indagine di HelloFresh, gruppo globale di soluzioni alimentari e leader nel settore dei meal kit.
Ripensare la catena alimentare
Nel 2050, anno entro il quale le nazioni dovranno aver raggiunto l’obiettivo delle emissioni nette zero, si stima che la popolazione mondiale supererà i 10 miliardi di persone. Un aumento demografico di questa portata metterà sotto pressione il sistema alimentare globale, costringendo le aziende a ripensare radicalmente la catena alimentare.
In questo scenario, ridurre lo spreco alimentare diventa una priorità concreta: solo in Italia ogni anno, lo spreco domestico genera circa 7,8?milioni di tonnellate di CO?, pari a circa il 2?% delle emissioni nazionali. Tradotto a livello individuale, si calcola che ciascun italiano getti via circa 30?kg di cibo, corrispondenti a 130,5?kg di CO?, un valore paragonabile alle emissioni generate da un’automobile che percorre 1.100?km.
Soluzioni alimentari avveniristiche
È dunque necessario un cambio di rotta collettivo e la ricerca scientifica sta già sperimentando soluzioni alimentari dai richiami “fantascientifici”, tra coltivazioni rivoluzionarie e preparazioni avveniristiche che potrebbero diventare realtà nei prossimi anni.
In questo contesto e proprio in un momento di crescente attenzione sull’argomento, testimoniato anche dall’appuntamento annuale del Food & Science Festival – tenutosi dal 16 al 18 maggio 2025 a Mantova – HelloFresh, il servizio di box ricette a domicilio, ha collaborato con Morgaine Gaye, futurologa alimentare, e Joseph Poore, climatologo dell’Università di Oxford, per prevedere cosa mangeremo nel 2050.
Tra 25 anni, le modalità di produzione, acquisto e preparazione dei pasti saranno soggette a trasformazioni considerevoli. In base alle proiezioni degli esperti coinvolti da HelloFresh, si affermeranno dieci tendenze principali. Eccole.
Pasti “comunitari”
Verrà riconosciuto un valore speciale agli alimenti prodotti direttamente dall’uomo (#madebyhumans), favorendo un incremento di pasti condivisi all’interno di quartieri e comunità residenziali. Grazie agli ologrammi, sarà persino possibile vivere esperienze culinarie virtuali con persone care lontane.
La fine della spesa settimanale
L’intelligenza artificiale e i servizi di box ricette a domicilio diventeranno la norma, permettendo di ricevere a casa tutti gli ingredienti necessari, nelle quantità precise per ciascuna ricetta. Questo sistema non solo semplificherà la vita quotidiana, ma contribuirà in modo significativo alla riduzione dello spreco alimentare.
Abiti che coltivano cibo
Entro il 2050, l’abbigliamento potrà diventare una fonte di autosufficienza alimentare. Grazie ai progressi nella scienza dei materiali, si diffonderanno capi in grado di coltivare cibo in mobilità, ideali per uno stile di vita nomade.
L’ascesa dell’agricoltura urbana
La produzione alimentare sarà sempre più integrata nel paesaggio urbano. Orti condivisi, coltivazioni verticali e gruppi di acquisto solidale trasformeranno quartieri e città in spazi produttivi.
Cibo che assorbe gas serra, anziché emetterli
Nel 2050, verranno consumati cibi capaci non solo di nutrire, ma anche di aiutare il pianeta. Diventeranno comuni alimenti in grado di assorbire gas serra dall’atmosfera: grazie all’agricoltura oceanica e all’acquacoltura sostenibile, mitili, ostriche e vongole, che immagazzinano CO? nei gusci, diventeranno protagonisti delle diete.
Stop allo spreco alimentare grazie all’AI
Entro il 2050, l’intelligenza artificiale pianificherà i pasti sulla base degli ingredienti disponibili sul mercato, riducendo gli sprechi a zero. Anche frutta e verdura “imperfette” verranno valorizzate, mentre gli scarti saranno trasformati in nuove pietanze tramite stampanti 3D.
Coltivazioni in evoluzione per il clima
Il cambiamento climatico trasformerà le colture regionali e alcuni frutti tropicali, come il mango e la papaya, popoleranno il Mediterraneo; nei paesi nordici si coltiveranno invece quinoa, soia e uva. La dieta si adatterà alle nuove condizioni ambientali.
Riscoperta dei raccolti “antichi”
Nel 2050 si tornerà alle origini con piante autoctone e resistenti come il dente di leone o il sorrel. Oltre a tutelare la biodiversità, queste colture dimenticate arricchiranno il microbioma umano e renderanno l’agricoltura più resiliente ai cambiamenti ambientali.
I raccolti “di nicchia” diventano comuni
Colture tradizionali africane e andine come il teff, il fonio e i fagioli marama entreranno nella quotidianità europea. Ricchi di nutrienti, naturalmente privi di glutine e adatti a climi imprevedibili, saranno sempre più presenti in piatti globali come insalate, porridge e zuppe.
Cibo come medicina preventiva
Con dati sanitari in tempo reale, l’alimentazione sarà sempre più personalizzata. Gli assistenti AI ottimizzeranno porzioni ed ingredienti per migliorare benessere e prevenire malattie.
La ricerca scientifica sta già sperimentando soluzioni alimentari dai richiami “fantascientifici”, tra coltivazioni rivoluzionarie e preparazioni avveniristiche.