
Michele Bonfiglioli, CEO di Bonfiglioli Consulting.
L’industria italiana cresce e investe, ma la sfida è la digitalizzazione. L’industria italiana si conferma solida, sostenibile e competitiva, ma ancora distante dagli standard digitali europei. È il quadro tracciato dal nuovo studio “What’s Next nelle Operations? Benchmarking Study” di Bonfiglioli Consulting, presentato durante l’AI Operations Forum 2025 agli IBM Studios di Milano.
La ricerca, condotta su oltre 100 aziende di 22 settori industriali, analizza il livello di maturità dell’industria nazionale in Operations, Supply Chain, sostenibilità, digitalizzazione e risorse umane, offrendo una fotografia aggiornata della transizione verso la Smart Factory.
I risultati rivelano un’Italia industriale eccellente in sostenibilità (89%) e operations (71%), solida in supply chain (67%) e risorse umane (58%), ma ancora arretrata nella digitalizzazione (48%).
“La cultura del miglioramento continuo è nel DNA dell’industria italiana”, ha commentato Michele Bonfiglioli, CEO di Bonfiglioli Consulting, “ma oggi l’innovazione digitale e l’Intelligenza Artificiale non sono più un’opzione: sono una leva indispensabile per la competitività”.
AI e digitale: il potenziale c’è, ma le imprese restano caute
Il livello medio di maturità digitale si ferma al 48%, con un 53% delle imprese che si autovaluta come “poco digitalizzata”. Le tecnologie più diffuse restano gli ERP (73%), seguiti da CRM (34%), MES (32%) e Cloud (25%), mentre Digital Twin (9%), robotica avanzata (12%) e realtà aumentata (22%) restano marginali.
La penetrazione dell’intelligenza artificiale è ancora agli inizi: il 55% delle aziende non l’ha ancora adottata, mentre solo il 3% la utilizza in modo consolidato. Anche la Generative AI resta di nicchia, implementata nel 9% dei casi. Gli agenti AI sono in fase pilota nel 12% delle aziende, applicati soprattutto in customer service, sales & marketing e R&D.
Le barriere principali sono la mancanza di competenze interne (42%), la qualità dei dati (40,4%) e la difficoltà di integrazione con i sistemi esistenti (38,4%). Solo l’11,5% cita i costi come ostacolo principale, segno che la sfida è culturale e organizzativa più che economica.
Sostenibilità: da obbligo normativo a vantaggio competitivo
La sostenibilità emerge come motore strategico di crescita. Con un livello di maturità medio dell’89%, le aziende italiane investono con convinzione: il 74% destina fino al 5% del fatturato a iniziative green, il 19% fino al 30%. Solo il 7% non ha ancora piani strutturati, ma oltre un terzo prevede di aumentare gli investimenti entro due anni.
Le motivazioni principali sono la compliance normativa (38%), la riduzione dei costi (34%) e il miglioramento della reputazione (28%). La sostenibilità, da obbligo regolatorio, si trasforma così in leva competitiva, integrata nei principi di Lean Thinking e Operational Excellence.
Operations e HR: l’eccellenza passa dalle persone
Il livello di maturità operativa raggiunge il 71%, con il 62% delle aziende che ha un programma di Eccellenza Operativa e il 75% che pianifica su orizzonti oltre i tre anni. Gli obiettivi prioritari sono innovazione di prodotto (88%), riduzione dei costi (83%) e time-to-market più rapido (72%).
Sul fronte HR, la maturità media è del 58%, ma in crescita. Nel 2025, il 92% delle aziende ha investito meno del 5% del fatturato in formazione; tuttavia, un terzo prevede di aumentare il budget nel prossimo anno. Le competenze tecniche (88%), le soft skills (77%) e la sostenibilità (63%) restano centrali, ma cresce l’interesse verso intelligenza artificiale e nuove tecnologie (40%).
Le strategie di talent retention si concentrano su ambiente di lavoro stimolante (78%), percorsi di crescita (66%) e work-life balance (58%), a conferma di una visione più umana e sostenibile della competitività.
Un’Italia industriale in evoluzione
Il nuovo Osservatorio Bonfiglioli Consulting mostra un’Italia industriale matura, consapevole e orientata alla sostenibilità, ma che deve colmare rapidamente il divario digitale per restare competitiva. La sfida è integrare AI, dati e capitale umano in un unico ecosistema capace di generare valore, efficienza e resilienza nel lungo periodo.

Dall’Osservatorio Bonfiglioli Consulting emerge che il livello medio di maturità digitale si ferma al 48%, con un 53% delle imprese che si autovaluta come “poco digitalizzata”.





































































