Blake Moret, CEO di Rockwell Automation.
Il 1° luglio, nel corso dell’evento “Scenario, una conversazione globale sul Tissue” organizzato da Rete Tissue Italy, è stato affrontato il tema: “I driver chiave del consumo di massa post-Covid, tra innovazione e sostenibilità ambientale”. Sebastiano Barisoni, Vicedirettore Esecutivo di Radio 24 e accreditato giornalista economico del Sole24ore, ha affrontato la questione con tre keynote speaker.
Joseph Stiglitz, economista e saggista statunitense, premio Nobel per l’economia nel 2001, ha fornito una risposta alla questione posta da Barisoni, su quali siano le migliori pratiche post-Covid, offrendo una visione economico finanziaria, promuovendo come vincente la teoria del “fare tanto” piuttosto che “fare poco”.
Luciano Floridi, Professore di filosofia ed etica dell’Informazione all’Università di Oxford, ha dato una lettura etica e sociale votata a un approccio più profondo e globale di quello che definisce “green”, a cui contrappone un “blue” che stimola l’uomo a riattivare la propria capacità di mettersi in discussione, a non fermarsi sulle proprie certezze e a ritornare “all’ingenuità” che fa generare idee inedite e innovative.
Dedicato interamente all’innovazione, invece, l’intervento di Blake Moret, CEO di Rockwell Automation, che ha illustrato come sia ancora una volta l’evoluzione tecnologica l’elemento chiave del cambiamento, e come ciò permetta di guardare con fiducia al futuro.
Moret ha iniziato il suo speech sostenendo che siamo agli esordi o stiamo per entrare in un periodo di considerevole espansione economica: è però essenziale focalizzare l’attenzione su alcuni elementi strutturali quali la resilienza, l’agilità e la sostenibilità.
Per quanto concerne la resilienza, relativamente al ruolo della tecnologia e dell’expertise in ambito produttivo, Moret ritiene sia necessario sfruttarne a pieno le potenzialità e implementare maggiormente la gestione operativa da remoto, incentivare processi sviluppati da persone che non si trovano nello stesso luogo e non trascurare la cybersecurity.
Altro elemento è l’agilità, che permette alle fabbriche di essere più versatili, un aspetto indispensabile che consente di convertire rapidamente la produzione in funzione di mutamenti di comportamenti e bisogni. Infine, la sostenibilità deve porre il suo focus sull’ottimizzazione dei consumi di energia e acqua e, conseguentemente, sulla riduzione degli sprechi.
Proprio l’elevata applicabilità nel tissue di queste best practice, sostiene Moret, potrebbe trasformare le aziende che operano nel settore nei portavoce più autorevoli.
La tecnologia permette di trarre vantaggio dalla disponibilità dei dati: è possibile effettuare analisi e identificare opportunità per migliorare la propria efficienza, ridurre i fermo-macchina, grazie a strategie di manutenzione preventiva e predittiva, e accrescere l’affidabilità globale di macchine e impianti.
Nella produzione – e l’ambito tissue non fa eccezione – ciò che si cerca di minimizzare con modalità operative più sostenibili è proprio la perdita derivante dal guasto di un componente durante la produzione o per un processo non svolto nella sua forma corretta.
Secondo Moret, è necessario che tutte le aziende si pongano questi obiettivi, verificando attentamente anche le proprie supply chain con un’ottica di trasparenza globale, in quanto tutti operano all’interno di un ecosistema che deve essere integralmente proiettato verso un futuro sostenibile.
Tutto ciò pone in luce anche il tema della cybersecurity. Per Moret, essere resilienti significa considerare la possibilità di minacce alla propria sicurezza informatica. Rockwell Automation supporta i clienti con un approccio di difesa in profondità che parte dalla verifica della resilienza dei dispositivi a bordo rete fino al controllo della rete, per essere avere la certezza che sia messa in atto la corretta segmentazione.
Per vedere la registrazione dell’evento occorre cliccare qui.
Lo scorso 1° luglio si è svolto l’evento “Scenario, una conversazione globale sul Tissue”, organizzato da Rete Tissue Italy.