Si è concluso a Piacenza l’evento “Macchine connesse: la parola ai costruttori”, dedicato allo stato dell’arte della transizione 4.0 in Italia per il settore macchine e impianti. L’appuntamento del 29 settembre presso Expo Fiera Piacenza è stato promosso dall’Associazione specializzata in IIoT, MindSphere World, una comunità internazionale di aziende portavoce della digitalizzazione nel comparto industriale attraverso un modello basato su piattaforme tecnologiche condivise e un approccio di tipo ecosistemico.
Alla base dell’operatività dell’Associazione vi sono innovazione, interoperabilità e regolamentazione, elementi che sono stati declinati nei diversi tavoli tecnici organizzati a “Macchine Connesse”.
La mattinata è stata aperta con “La visione del mercato italiano”, a cui hanno preso parte Barbara Colombo, Presidente di UCIMU-Sistemi per Produrre, Riccardo Cavanna, Presidente di UCIMA e Francesco Rolleri, Presidente di Confindustria Piacenza, con la presentazione, a cura di Elisa Negri, dei dati raccolti dall’Osservatorio Transizione Industria 4.0 del Politecnico di Milano su “L’IoT industriale in un’Italia in evoluzione”.
Il sondaggio, effettuato su un campione di 175 professionisti del settore, ha mostrato come nel 2021 il 34% dei costruttori di macchine ed end-user abbia fatto richiesta di beni strumentali a fronte di un canone, e di come siano stati concessi software di supporto alla produzione a fronte di un canone per il 33%. Anche i servizi per la manutenzione preventiva e predittiva sono stati richiesti dalle aziende italiane, rispettivamente per il 24% e il 3%.
Percentuali che evidenziano come le imprese abbiano la necessità di appoggiarsi ad esperti per potenziare i propri processi e per riuscire a mantenere alta la propria competitività in sistemi ormai necessariamente data-driven.
Lo stesso sondaggio ha messo in evidenza una stima di crescita degli investimenti in IoT da parte delle aziende di circa il 12-15% nel 2021. Ma quanto tali investimenti riescono a integrarsi con l’intero processo produttivo? Questo il punto focale della giornata che ha portato alla luce la necessità di implementare processi di servitizzazione capaci di coniugare esperienze e competenze “tradizionali” all’utilizzo strategico dei dati dei macchinari.
Una tecnologia è funzionale quando vi è una rete di conoscenze condivise in grado di servirsi di tutto il suo potenziale e trasformarlo in un modello di business vincente, questo il fil rouge che ha accompagnato i diversi interventi nella consapevolezza delle esigenze odierne e future del mercato dell’industria.
La giornata è poi proseguita con track parallele di approfondimento sui temi rilevanti dell’industrial IoT, con la partecipazione di 18 professionisti del comparto costruzione macchine e grandi utilizzatori di automazione come il gruppo leader dell’alimentare Veronesi, l’azienda del settore plastiche Datwyler e il leader internazionale nei componenti meccanici SKF Group.
È intervenuto anche Gabriele Favarò, Policy and Project Officer di CECIMO, sull’importante tema della regolamentazione dell’uso dei dati B2B a livello europeo. Inoltre, i partecipanti hanno potuto consultarsi con le aziende abilitatrici della trasformazione digitale che hanno presidiato la giornata con loro esperti in innovazione e realizzazione di progetti digitali: 40Factory, AIsent, Crossnection, Miraitek4.0, Retuner, Softeam, Stoorm5.
“MindSphere World è la principale comunità globale per l’IoT, riunisce istituzioni multidisciplinari e promuove lo scambio di conoscenze e visioni per accelerare la trasformazione digitale dell’industria. Mirando all'innovazione e alla crescita attraverso gli ecosistemi, ci concentriamo su standard IoT e cloud aperti come MindSphere”, ha detto Lucia Frigerio, Vicepresidente MindSphere World Italia.
“L’industria 4.0 si è evoluta da termine futuristico a pane quotidiano per le nostre imprese”, ha commentato Rolleri. “Una rivoluzione in cui vince chi ne coglie le enormi opportunità. Alle macchine avevamo sempre e solo ordinato cosa fare. Abbiamo dovuto imparare ad ascoltarle e metterle in comunicazione tra loro. Un flusso costante di informazioni che sublima le intuizioni di addetti e imprenditori”.
“UCIMA crede molto nella servitization e nell’integrazione sempre più efficace delle tecnologie per il packaging con strumenti digitali. Il know how sviluppato dalle aziende italiane in questi campi, tra l’avvento dell’Industria 4.0 e dell’IoT, e la pandemia mondiale che ha accelerato lo sviluppo di nuove forme di assistenza a distanza, rappresenta un asset fondamentale e un vantaggio competitivo determinante nei confronti della concorrenza internazionale”, ha aggiunto Cavanna.
“L’ammodernamento dell’‘Officina Italia’, avviato e sostenuto dagli incentivi 4.0, operativi da più di un quinquennio, è in atto, come dimostrato dai dati di consumo di macchine utensili digitali e interconnesse che fanno dell’Italia uno dei mercati oggi più vivaci al mondo”, ha affermato Barbara Colombo.
“Il processo di trasformazione non è però ultimato, anche perché non è distribuito in modo omogeneo tra le imprese del Paese. Chiediamo alle autorità del prossimo governo di ragionare, oltre il 2025, su un provvedimento strutturale di incentivo alla sostituzione dei macchinari obsoleti e di introduzione di tecnologie 4.0. Anche perché queste tecnologie rispondono all’esigenza di riduzione dei consumi di energia e di corretta gestione delle risorse”, ha concluso il Presidente di UCIMU.