
Dagli Stati Generali delle Proteine Alternative – organizzato da Italbiotec, con la partecipazione del Consorzio Italbiotec, GFI Europe e Fondazione OnFoods – emerge il quadro di un settore, quello delle alternative vegetali, in pieno boom.
Il boom globale del settore plant-based. Agroalimentare, biotecnologie e sostenibilità si incontrano nel dibattito aperto dagli Stati Generali delle Proteine Alternative (SGPA), organizzati da Italbiotec con il supporto di GFI Europe, Fondazione OnFoods e il Consorzio Italbiotec.
Dall’evento, tenutosi alla Fondazione Feltrinelli di Milano, emerge una fotografia chiara: quello delle alternative vegetali è un mercato in piena espansione, destinato a raggiungere 238,7 miliardi di dollari entro il 2034, con un tasso di crescita annuo del 9,8%.
Un settore spinto da ricerca scientifica e innovazione industriale, ma che deve affrontare una sfida cruciale: conquistare il palato del consumatore.
Mentre il consumo mondiale di carne continua a crescere, in Europa il 51% dei cittadini ha ridotto il consumo di carne nel 2023 – in Italia la percentuale sale al 59% – segno di una crescente attenzione alla sostenibilità alimentare e alla qualità delle produzioni.
Italia protagonista nella ricerca e nell’innovazione
Secondo i dati presentati durante gli SGPA, il mercato globale delle proteine alternative, oggi stimato a 90,5 miliardi di dollari, è trainato da un’accelerazione senza precedenti della ricerca.
In Europa i finanziamenti pubblici sono quasi triplicati in cinque anni, arrivando a 318 milioni di euro, e l’Italia si posiziona prima per numero di ricercatori attivi nel settore, con 633 professionisti impegnati tra università, startup e imprese biotech.
I risultati si vedono anche sul piano commerciale: nel 2024 il mercato italiano dei prodotti vegetali ha raggiunto i 639 milioni di euro, con una crescita del 16,4% rispetto al 2022.
Le alternative al formaggio hanno addirittura raddoppiato il loro valore in due anni (+100%). Questi dati confermano un trend strutturale, sostenuto da consumatori sempre più attenti alla salute, al benessere animale e alla sostenibilità ambientale.
Gusto, salute e familiarità guidano le scelte dei consumatori
Le nuove generazioni, in particolare Millennials e Gen Z, trainano la domanda di prodotti plant-based: due consumatori su tre dichiarano di integrarli già nella propria dieta. La ricerca del Future Food Institute e i dati presentati agli SGPA mostrano che i flexitariani – chi riduce la carne senza rinunciarvi del tutto – rappresentano oggi il 27% della popolazione europea.
Il gusto rimane il principale fattore di scelta, seguito dalla percezione di salute e dalla familiarità. Gli alimenti percepiti come “naturali” – piselli, riso, patate e lenticchie – godono della fiducia del pubblico, mentre insetti, alghe e carne coltivata restano ai margini, ancora troppo “distanti” dall’esperienza alimentare quotidiana.
La chiave del cambiamento passa quindi attraverso educazione, comunicazione e trasparenza.
Fermentazione: la tecnologia che unisce tradizione e innovazione
Una delle strade più promettenti per superare le resistenze del mercato è la fermentazione, tecnologia antica che torna oggi protagonista nella transizione alimentare.
Durante gli SGPA, la sessione “Ricerca e mercato”, realizzata in collaborazione con Tofflon-Itema, ha evidenziato il potenziale della fermentazione di precisione, che consente di produrre ingredienti specifici come l’emoglobina vegetale per i burger, migliorando gusto e consistenza.
Nel 2024 oltre 100 milioni di euro sono stati destinati alla ricerca in quest’area, e quasi il 50% dei consumatori in Europa e negli Stati Uniti si dichiara pronto a provare alimenti derivati da questa tecnologia, purché vi sia maggiore informazione.
Costruire ponti tra innovazione e tradizione
“Superare le barriere culturali e psicologiche richiede un approccio di open innovation, capace di mettere in rete industria, ricerca e startup”, spiega Maurizio Bettiga, ideatore degli SGPA e Chief Innovation Officer di Italbiotec. “Solo coinvolgendo agricoltori, allevatori e chef come ambasciatori culturali sarà possibile portare il cambiamento dal laboratorio alla tavola, costruendo un sistema alimentare più diversificato, resiliente e sostenibile”.
Un messaggio che sintetizza la missione degli Stati Generali delle Proteine Alternative: unire scienza, impresa e cultura per rendere la sostenibilità alimentare non solo possibile, ma anche appetibile.

Una frontiera promettente è la fermentazione di precisione, che permette di creare ingredienti come l'emoglobina vegetale per migliorare l’esperienza sensoriale.





































































