“Ciò che altera i ritmi in maniera più profonda sono i cambiamenti climatici, i rumori, l’inquinamento luminoso, gli aspetti della sindemia, quelli epidemici: tutto questo ha bisogno di avere una risposta per riportarci al ritmo della natura, che abbiamo dentro di noi”, queste le parole del Prof. Roberto Vettor, pronunciate nella terza giornata del simposio “La musica incontra la medicina. Ritmo, suoni e salute”, svoltasi dal 23 novembre negli spazi di Palazzo Liviano, presso la Sala dei Giganti.
“Per questo serve una maggiore attenzione ai piani urbanistici, ai piani di sviluppo, a un’economia sostenibile, a impedire che il clima dia le conseguenze che tutti ormai ci immaginiamo e proviamo tutti i giorni”, ha aggiunto Vettor.
Il simposio è stato “costruito” con lo scopo di aumentare la consapevolezza del binomio musica-medicina in ambito medicale, e non solo, e per sottolineare l’importanza dell’apporto musicoterapico, purtroppo non ancora stabilmente adottato nella pratica clinica delle realtà italiane.
L’evento è stato ideato dal Prof. Roberto Vettor, Direttore del Dipartimento di Medicina dell’Università di Padova, e dal Dr. Alois Saller, cardiologo, geriatra e internista della Clinica medica I dell’Azienda ospedaliera di Padova e Direttore dell’Orchestra Asclepio.
La musica è ritmo e il ritmo e la medicina sono profondamente legate insieme. Basti pensare al ritmo fisiologico dell’organismo nell’alternarsi di giorno e notte a cui sono legati i principali fenomeni vitali (sonno, attività elettrica del cervello, secrezioni ormonali, temperatura corporea). Il ritmo di questi orologi naturali (orologi circadiani) possono essere modificati dall’ambiente esterno mettendo l’uomo a rischio di alcune malattie.
Ecco perché la regolarità nell’orario dei pasti, nel sonno, nell’esercizio fisico sono i primi passi da fare per assicurarci una vita in salute e “armonica” con il mondo esterno. Basti pensare alla musica dal vivo che è entrata in punta di piedi in alcuni ospedali italiani per portare i suoi benefici: in una camera del reparto di terapia intensiva, dimostrando di abbassare i livelli di ansia del paziente, o nelle stanze dove aspettano la terapia i piccoli pazienti oncologici, smorzando l’attesa e le paure.
La musica ha delle proprietà importanti dal punto di vista cerebrale: gli studi lo dimostrano: ascoltare musica fa aumentare le connessioni sinaptiche del cervello, in sostanza fa crescere il cervello. L’invito è quindi di ascoltare tanta musica, provare ad ascoltarla con curiosità, ascoltare musica di tutti i generi e gli ambiti possibili, perché fa aumentare il cervello, e in gergo scientifico.
Non è un caso se dei quattro elementi chiave della musica (ritmo, melodia, armonia, timbro) è stato scelto proprio il ritmo come filo conduttore del simposio.
Non poteva quindi mancare la musica dal vico. La musica jazz della Big Band Unipd, l’orchestra di jazz del Concentus Musicus Patavinus dell’Università di Padova, è stata protagonista indiscussa la sera del 24 novembre, mentre il 25 novembre, presso il Teatro Verdi, l’Orchestra Asclepio ha portato sul palco un programma tutto beethoveniano, con il ricavato devoluto a Medici con l’Africa-CUAMM.
L’Orchestra Asclepio è composta da medici e operatori della sanità che coltivano la musica accanto alla professione e proseguono un lavoro di squadra rivolto ai pazienti, organizzando formazioni cameristiche nei reparti e concerti di beneficenza in diverse città italiane (anche accompagnati da musicisti di fama internazionale, come Enrico Bronzi, Leonora Armellini, i Solisti Veneti).
L’evento “La musica incontra la medicina” è stato organizzato da Motore Sanità, in collaborazione con il Dipartimento di Medicina dell’Università di Padova, in occasione della celebrazione degli 800 anni dell’Università.