Nelle imprese si sta affermando una nuova figura professionale: il manager della felicità. Le competenze del CHO, Chief Happiness Officer sono un know how strategico per HR manager, CEO, imprenditori, Welfare, Community Manager e consulenti.
Le organizzazioni “positive” vantano un +300% di capacità di innovare, +31% di produttività, +37% di aumento delle vendite e +44% di impatto sulla retention (Fonte: Chief Happiness Officer). In Italia esiste una comunità di 180 CHO certificati, composta per l’80% da figure manageriali interne alle organizzazioni.
I numeri parlano chiaro e dicono che il benessere deve diventare una priorità strategica delle aziende: le organizzazioni positive hanno appreso come unire la dimensione del benessere con quella della dei risultati di business, ottenendo vantaggi in termini di aumento della produttività, una migliore capacità di innovare, generazione a impatto positivo e costruzione di ambienti relazionali efficaci e sani.
Diversi studi hanno indagato la relazione positiva tra la competenza della felicità e la redditività complessiva dell’azienda. “Competenza” perché il costrutto scientifico alla base dimostra che la felicità non è solo un’emozione, ma una competenza che va allenata. “Oggi possiamo proporre casi e modelli a cui ispirarsi per tracciare il percorso verso un vero e proprio cambiamento culturale”, afferma Veruscka Gennari, co-founder di 2BHAPPY”.
Il promotore di questo cambiamento e? appunto il Chief Happiness Officer, un ruolo che completa e arricchisce le professionalità già presenti in un’azienda: HR manager, CEO, imprenditori, Welfare, Community Manager e consulenti sono consapevoli di dover acquisire nuovi linguaggi capaci di far evolvere le organizzazioni verso modelli ecosistemici.
Il Chief Happiness Officer e? un esperto di “Organizzazioni Positive”, conosce i principi alla base della scienza della felicita? e sa guidare il cambiamento attraverso un approccio integrato che fa dialogare i processi organizzativi con i comportamenti e la cultura, al fine di generare coerenza e fare del benessere una solida strategia organizzativa.
“Il Chief Happiness Officer”, continua Gennari, “e? un complexity thinker, un professionista capace di avviare concretamente il processo di trasformazione positiva”.
Di questa figura professionale si è parlato anche all’evento PMI Restart Academy del 22 febbraio, all’interno della sessione Welfare aziendale, formazione 4.0, Work-Life Balance, Diversity & Inclusion. PMI Restart Academy è uno degli appuntamenti dedicata alla ripartenza delle piccole media imprese, organizzato da Top Partners.
A questo link è possibile leggere il Rapporto sulla politica globale di felicità e benessere 2019.