Angelo Gazzoni, Country Manager Italia di Hexagon Safety & Infrastructure.
In aeree metropolitane sempre più dipendenti da soluzioni tecnologiche per il funzionamento delle proprie funzioni vitali è fondamentale gestire la sicurezza a livello di singola infrastruttura e della città nel suo insieme, in modo integrato e coordinato. Hexagon Safety & Infrastructure (www.hexagonsafetyinfrastructure.com) indica le soluzioni più efficaci per la safety&security in grado di implementare il modello di Safe City che prevede un sistema integrato per la protezione delle infrastrutture critiche e della sicurezza pubblica, per la protezione di persone e beni, la continuità operativa e il rapido ripristino del funzionamento dei servizi essenziali.
L’ONU prevede che quasi tutta la crescita della popolazione mondiale fino al 2030 si concentrerà nelle aree urbane. Questo dato porta a fare una considerazione: se da un lato le città si stanno evolvendo per diventare sempre più “intelligenti” sulla scia della crescente diffusione di progetti di Smart City, dall’altro, l’aumento nel numero di persone che utilizza i servizi delle città può creare rischi per la sicurezza; diventando sempre più smart, i centri urbani diventano più vulnerabili verso attacchi cyber, gravi incidenti e malfunzionamenti.
Sono, inoltre, sempre più esposti al rischio di situazioni di emergenza, attacchi terroristici, disastri naturali. Accanto al concetto di Smart City, dunque, è opportuno introdurre quello di Safe City, che deve essere elemento fondante e prerequisito essenziale per qualsiasi iniziativa digitale applicata alle città, alle grandi aree urbanizzate e ai luoghi densamente frequentati.
Le città sono sempre più densamente abitate, hanno sistemi sempre più complessi e modelli di governance del rischio in capo a svariati soggetti, pubblici e privati: questo rende la gestione delle emergenze un tema complicato dal punto di vista operativo e gestionale. Dotando, quindi, le Smart City della componente di sicurezza fondamentale, Hexagon propone un vero e proprio modello di Safe City.
“Il concetto di Safe City utilizza tecnologie evolute e nuovi modelli organizzativi per il miglioramento della sicurezza pubblica e la protezione delle infrastrutture critiche. Tutto questo deve avvenire in modo coordinato e integrato, dove tutte le risorse sono utilizzate in modo organizzato ed efficiente. La protezione di infrastrutture critiche è uno dei settori di intervento più importanti per quanto riguarda la sicurezza di un’area urbana”, spiega Angelo Gazzoni, Country Manager Italia di Hexagon Safety & Infrastructure.
“Pensiamo al sistema dei trasporti, ad esempio, o a infrastrutture vitali come telecomunicazioni o energia: vista la criticità dei servizi da queste forniti e alle possibili ripercussioni che l’assenza di questi può avere sul funzionamento della città stessa, è necessario gestire emergenze con strumenti che tipicamente si utilizzano per le situazioni di crisi di eventi speciali. Per quanto riguarda la sicurezza pubblica poi, in Italia c’è ancora tanto da fare per rispondere alle esigenze e alle aspettative del cittadino. È il momento di utilizzare soluzioni tecnologiche in grado di far diventare le Smart City anche delle Safe City, attraverso strumenti e processi che mettano tutti gli operatori e gli attori interessati nelle condizioni di rispondere immediatamente e in modo efficace all’emergenza”, aggiunge Gazzoni.
“Attivando un flusso di scambio di informazioni costante e aggiornato sull’evento tra sala di controllo e gli operatori sul campo, è possibile aumentare la capacità decisionale per elaborare in tempo reale un piano di azione efficace, monitorando man mano la situazione in evoluzione per risolvere l’emergenza più rapidamente e con minori impatti possibili”, afferma ancora Gazzoni.
“Tecnologie CAD e Planning & Response sempre più evolute consentono di svolgere attività di risposta a un’emergenza sempre più efficaci, oltre a fornire degli scenari predittivi di come un evento emergenziale potrebbe evolversi. Anche nel campo safety & security, l’evoluzione tecnologica è spinta dai driver che stanno influenzando i nostri tempi come IoT, big data e mobile che sono in grado di garantire capacità operative significative”, spiega sempre Angelo Gazzoni.
“La nostra attenzione è dunque sempre più volta a sviluppare sistemi che si avvalgono di droni, robot e altri sensori fissi e mobili attraverso i quali cogliere degli ‘early warnings’, ovvero segnali che indicano ciò che può accadere riferito a un evento emergenziale prima che questo si manifesti, con evidenti benefici per l’incolumità delle persone e la salvaguardia di beni. Inoltre, per aumentare il più possibile la cosiddetta ‘situational awareness’, ovvero la capacità di avere una visione chiara e dettagliata della situazione in corso e prevedere la sua evoluzione, si fa ampio uso di IoT e big data che permettono all’operatore di sala di comando e di controllo di contare anche sui dati dei sensori e sulle analisi predittive dagli strumenti di analytics”, continua Gazzoni
La componente mobile permette inoltre all’operatore di campo di ricevere informazioni molto dettagliate dalla sala centrale direttamente sul dispositivo portatile, ma è anche a sua volta fonte di informazioni da far confluire in sala emergenze”, conclude Gazzoni.