Rapporto del Centro Studi di Confindustria
Dai dati emersi dal rapporto “Effetti della crisi, materie prime e rilancio manifatturiero. Le strategie di sviluppo delle imprese italiane” emerge che il nostro Paese ha pagato un prezzo altissimo a una crisi con le caratteristiche di una svolta epocale. Ma sono molti i punti di forza del nostro sistema imprenditoriale. Nuove tecnologie, sostenibilità ambientale, risparmio energetico, innalzamento del valore fondato sulla conoscenza sono al centro dell'attenzione dei Paesi avanzati che pongono il manifatturiero come motore dello sviluppo. Secondo gli economisti di Viale dell’Astronomia “l’industria italiana è rimasta schiacciata tra recessione violenta e ripresa lenta”. E d’altra parte, si sottolinea ancora nel rapporto, “non pare esserci piena coscienza nel Paese del ruolo cruciale giocato dalle attività manifatturiere nel generare reddito e occupazione, nell’essere il principale motore della crescita dell’intera economia”. E allora cosa serve concretamente all'Italia per crescere? “Bisogna abbassare realmente la pressione fiscale sui lavoratori dipendenti e le imprese”. Così il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha dichiarato nel suo intervento all'assemblea di Assolombarda che si è tenuta il 13 giugno a Milano. Ed è un chiaro messaggio lanciato alla politica.