L’Industrial Communication è – oggi più che mai – strategica per vincere le sfide della trasformazione digitale, sostengono in LAPP.
L’Industrial Communication è – oggi più che mai – strategica per vincere le sfide della trasformazione digitale. Con l’avvento dell’IIoT, infatti, la connettività industriale svolge un ruolo di cruciale importanza in termini di ottimizzazione dei processi, operata attraverso una migliore connessione dei dispositivi fisici, smart e software.
In tal senso, i sistemi di cablaggio e di collegamento devono garantire, anche in applicazioni speciali o in condizioni ambientali critiche, un’elevata affidabilità nella trasmissione di una sempre maggiore quantità di dati e nel minor tempo possibile.
Per questo motivo, negli ultimi anni, ai tradizionali sistemi fieldbus è stata affiancata la tecnologia Ethernet, che sta divenendo sempre più dominante nella realizzazione di reti a regola d’arte. In merito, ascoltiamo Marco Artoli, Product Manager di LAPP , Gruppo specializzato nello sviluppo e produzione di soluzioni integrate nella tecnologia di cablaggio e collegamento.
“I trend di mercato dimostrano come la transizione verso Ethernet sia sempre più rapida: già nel 2018 il numero di nodi installati superava quello dei fieldbus. Il passaggio è guidato dalla necessità di convergenza tra i dispositivi e i mondi IT e OT. Nata infatti per lo scambio di dati tra i computer negli uffici, Ethernet consente velocità di trasferimento molto più elevate rispetto ai fieldbus, fino a 10 Gbit/s”, spiega Artoli.
“I principali player del settore industriale hanno ‘adattato’ la tecnologia Ethernet di base per soddisfare i requisiti industriali e garantire le prestazioni necessarie. Ciò ha portato all’esistenza di diversi protocolli Ethernet-based, in grado di assicurare una trasmissione real time”, aggiunge Artoli.
“I principali parametri da considerare per progettare correttamente una rete Industrial Ethernet, affinché sia adeguata alle necessità di funzionamento delle linee produttive come il determinismo, sono due: il carico e la profondità. Occorre cioè conoscere la quantità di dati che ogni dispositivo genera e il tempo di ciclo in base al numero dei dispositivi collegati, al fine di migliorare il throughput complessivo della rete”, dice Artoli.
“I punti di forza di Ethernet in ambito industriale sono molteplici. In primis, assicura la massima libertà di scelta della topologia di rete più adeguata, facilitando l’interconnessione delle singole macchine. In secondo luogo, ogni dispositivo connesso alla rete può comunicare quando ne ha bisogno, superando il concetto di architettura master-slave tipica dei sistemi fieldbus, ad esempio attraverso il modello publish-subscribe. Infine, Ethernet offre la possibilità di creare reti pressoché illimitate, con milioni di nodi”, sottolinea il Product Manager di LAPP.
Artoli spiega poi quali sono i principali componenti del livello fisico di una rete Ethernet e come vengono selezionati: “Il livello fisico di Ethernet consiste nella definizione di un sistema di cablaggio a regola d’arte e quindi è di cruciale importanza operare una corretta selezione dei connettori e dei cavi. Rispetto ai primi, la scelta dovrebbe fondarsi su diversi parametri, tra i quali possiamo citare l’applicazione, le condizioni ambientali in cui sarà installato il sistema e la tipologia di conduttore in abbinamento”.
“Per quanto concerne i cavi, invece, occorre tenere conto della tecnologia di comunicazione alla quale saranno abbinati e valutare sia il comparto sia l’ambiente industriale di utilizzo, come, ad esempio, le temperature a cui saranno sottoposti, la resistenza richiesta agli agenti chimici e altro ancora”, continua Artoli. “I cavi per Ethernet Industriale si dividono principalmente in cavi in rame e cavi in fibra ottica. I primi rappresentano l’alternativa più accessibile in termini d’offerta di mercato, tuttavia sono sensibili ai disturbi elettromagnetici.
“È dunque fondamentale utilizzare cavi in rame a coppie twistate e con una doppia schermatura, al fine di ottenere il massimo livello possibile di protezione dei dati trasmessi. Quelli in fibra, invece, possono raggiungere distanze significativamente più lunghe, fino a decine di chilometri, e non risentono dei campi elettromagnetici esterni. Tuttavia, sono più costosi, in particolare per via dell’aggiunta di convertitori ottico-elettrici”, evidenzia Artoli.
“Guardando al futuro”, racconta Artoli, “LAPP ha dato il via a un programma di formazione a livello mondiale dedicato all’Industrial Communication, al fine di operare sul mercato in qualità di ‘esperti affidabili’. Il progetto prevede due percorsi: uno attivo per dipendenti, partner e clienti, e il secondo, più specifico, ad hoc per figure interne, i LAPPExpert, ‘ambasciatori LAPP’ in ambito Industrial Communication”.
“Nell’expertise del proprio team, LAPP riconosce infatti una leva competitiva importante”, conclude Artoli. “In Italia, ad esempio, alcuni collaboratori selezionati hanno preso parte al Corso di Formazione CPNE presso il Genoa Fieldbus Competence Centre. A conclusione dei moduli, i referenti LAPP hanno conseguito il titolo di Certified Profinet Engineer, un riconoscimento che attesta le elevate competenze dell’azienda nella progettazione e realizzazione di reti Profinet® e che la posiziona come partner tecnologico in grado di offrire prodotti e servizi ad alto valore aggiunto”.
Marco Artoli, Product Manager di LAPP.