Fondato 67 anni fa dall’ingegner Erwin Sick, il Gruppo vanta oggi un fatturato annuo di circa 1 miliardo di euro ed è ancora oggi il leader mondiale nelle tecnologie optoelettroniche di avanguardia.
Nata nel 1946 dall’intuito di uno dei più grandi pionieri dell’optoelettronica, SICK (www.sick.com/it/) è oggi uno dei principali produttori di sensori per l’automazione di fabbrica, logistica e processo. Leader europeo a livello tecnologico e di mercato, il Gruppo propone numerose soluzioni applicative che costituiscono la base perfetta per un controllo affidabile ed efficiente dell’automazione, per la protezione antinfortunistica delle persone e per la prevenzione dei danni ambientali. L’azienda ha ereditato dal suo fondatore l’innata vocazione per una cultura della sicurezza “globale”, a tutela dei lavoratori, del territorio e persino del patrimonio artistico e culturale.
di Carolina Sarpi
“Inventore appassionato e imprenditore riluttante”: così Erwin Sick amava definire se stesso al termine del suo lungo percorso umano e professionale. Tecnico riparatore dell’esercito tedesco durante la seconda guerra mondiale, dopo aver acquisito esperienza nei campi della meccanica, dell’ottica e dell’ingegneria elettronica, nel settembre del 1946 fondò l’azienda di sensori che tuttora porta il suo nome. “Gli inizi furono molto difficili, la Germania era ridotta a un cumulo di macerie e l’economia non era certo florida”, spiega l’ingegner Giovanni Gatto, AD della filiale italiana. “Nel 1950 Erwin Sick inventò la prima fotocellula con principio di autocollimazione per l’automazione industriale. Ma la vera svolta arrivò l’anno successivo, quando presentò a Monaco il primo modello mai realizzato di barriera fotoelettrica di sicurezza basata su principio di autocollimazione.
Questo fu l’inizio dell’applicazione delle tecnologie optoelettroniche alla prevenzione degli infortuni in fabbrica.
Nel 1952 al Second International Machine Tool Exhibition di Hannover SICK presentò il primo modello vendibile sul mercato. Il dispositivo permetteva un processo di lavoro più sicuro e al contempo più efficiente: gli ordini si moltiplicarono e insieme a questi i primi risultati economici”.
IL BOOM
Da successo nasce successo, e così Erwin Sick cominciò a inventare e costruire anche dispositivi per l’allarme in caso di nebbia sulle strade, contatori ottici veloci con display per il rilevamento rapido di piccoli oggetti, sensori per il monitoraggio di bobine molto sottili, scanner ottici per la regolazione dei livelli di riempimento, device per guidare una fresatrice in base a un diagramma di costruzione (predecessore della moderna fresatrice a controllo numerico), lettori di codici a barre per utilizzo nell’industria farmaceutica.
Per quasi 10 anni, un capannone a Vaterstetten vicino a Monaco servì come officina e residenza di famiglia. Poi, la piccola ditta si spostò nel sud del Baden, prima a Oberkirch e poi, nel 1956, a Waldkirch, dove l’azienda ha sede ancora oggi. Dieci anni dopo la fondazione, Erwin Sick aveva come obiettivo un “sano business di medie dimensioni con 80-100 dipendenti ben scelti”. Nell’anno del 50° anniversario, l’impresa aveva uno staff di 1.700 persone e un fatturato di 350 milioni di marchi tedeschi. L’azienda fu considerata a ragione un “modello assoluto nel Baden-Württemberg”: una definizione che si applica non solo al numero di invenzioni e alla qualità dei prodotti, ma anche all’organizzazione esemplare dei processi e alla cooperazione globale con le filiali in Germania e all’estero.
Il controllo dei processi automatici, la garanzia di rientrare nelle normative di sicurezza, il controllo della qualità sono le aree in cui i sensori SICK offrono soluzioni efficaci per il settore meccanico.
UNA REALTÀ SOLIDA
“Oggi il Gruppo fattura circa 1 miliardo di euro all’anno, ha 36 filiali nel mondo e stiamo per aprirne un’altra in Sudamerica”, afferma Giovanni Gatto. “SICK è un’azienda che si è evoluta secondo cicli abbastanza lenti e lunghi, che non ha mai variato il suo approccio verso i principi di una buona organizzazione aziendale; una realtà solida e molto costante nei suoi obiettivi e nei suoi risultati. Il numero di brevetti attivi (circa 3.000) e l’ingente quantità di risorse investite ogni anno in R&D (più del 10% del fatturato) sono una garanzia per chi si affida a noi: fin da quando realizzò la prima barriera fotoelettrica di sicurezza, all’inizio degli anni ’50, l’azienda ha costruito e consolidato la sua leadership sulla continua innovazione”.
La filiale italiana, SICK S.p.A., è attiva dal 1996 e sin dall’anno della sua apertura ha ottenuto ottimi risultati, perfettamente in linea con quelli del Gruppo. “Io sono Amministratore Delegato dal 2004, quando sono rientrato in Italia dopo un’esperienza nel Marketing Strategico presso la sede centrale in Germania”, continua Gatto. “In questi anni, ho cercato di spingere quelle che sono le leve strategiche di successo per il Gruppo: efficienza tecnica, leadership tecnologica, competenza”.
IL MODELLO DI VENDITA
“Ormai i gap tecnologici si assottigliano sempre di più, anche nel nostro settore; ciò che fa la differenza quindi è l’uomo, il professionista. Per questo SICK investe moltissimo in formazione: per noi vendita e competenze tecniche sono un binomio inscindibile”, afferma Gatto. “La forza commerciale è composta da personale esperto e qualificato, accuratamente formato e costantemente aggiornato, e sul campo vi sono quasi tanti tecnici di supporto quanti venditori. e centri assistenza vicini al cliente in tutto il mondo. Dovunque si trovi, il cliente di SICK è il punto di riferimento intorno a cui opera una rete capillare, che in ogni fase pre e post vendita gli fornisce un supporto tecnico completo, qualificato ed efficiente, assicurato da specialisti di prodotto, ricercatori e tecnologi, Field Application Engineer, specialisti nei vari rami industriali, esperti di normative e certificazione, consulenti e progettisti di sicurezza e antinfortunistica”.
Con la sua vasta gamma di prodotti, SICK è in grado di fornire la soluzione più indicata per ogni problema applicativo nei più diversi comparti industriali: automotive, robotica, macchine utensili, elettronica, motion & drive, chimico-farmaceutico e cosmetico, food & beverage, tessile, legno e arredamento, carta e stampa, petrolchimico, edile, trasporti, energia, ambiente, logistica.
QUANDO I SENSORI FANNO LA DIFFERENZA
I sensori SICK rivelano con affidabilità i più svariati oggetti in base a principi di funzionamento ottici, magnetici, induttivi e capacitivi. Strutturata in sei divisioni di prodotto (Industrial Sensors, Advanced Industrial Sensors, Industrial Safety Systems, Auto Ident, Encoders, Analyzers & Process Instrumentation), l’azienda opera in tre aree di attività: automazione di fabbrica, automazione della logistica, automazione di processo.
“Nella prima area”, spiega Giovanni Gatto, “il portafoglio prodotti comprende sensori per rilevare, contare, classificare e posizionare oggetti; sensori per misurare distanze e livelli; barriere, scanner, unità di controllo, software e servizi per la sicurezza personale e la prevenzione degli infortuni. Per l’automazione della logistica, abbiamo l’identificazione automatica di codici a barre e codici 2D e di tag RFID per il riconoscimento e lo smistamento di oggetti, colli, pacchi e bagagli, e la scansione laser per la misura di volumi/forme e per il riconoscimento di sagome e profili. Infine, un notevole sviluppo contrassegna l’area dell’automazione di processo e del monitoraggio ambientale, con i nostri sistemi e strumenti per l’analisi dei gas e la misura delle polveri, dell’opacità dell’aria e della portata di gas utilizzati in una grande varietà di situazioni, dal controllo delle emissioni delle centrali, alla sorveglianza delle gallerie autostradali. La completezza della gamma consente di offrire la soluzione giusta per ogni esigenza applicativa”.
LE REGOLE DEL BUON SENSORE
Con la sua vasta gamma di prodotti SICK è in grado di fornire la soluzione più indicata per ogni problema applicativo nei più diversi comparti industriali: automotive, robotica, macchine utensili, elettronica, motion & drive, chimico-farmaceutico e cosmetico, food & beverage, tessile, legno e arredamento, carta e stampa, petrolchimico, edile, trasporti, energia, ambiente, logistica.
“Nonostante ciò, non ci fermiamo e siamo continuamente alla ricerca di nuovi settori applicativi. Oggi puntiamo molti sul monitoraggio ambientale. Già Erwin Sick mise la tecnologia al servizio dell’umanità: per fornire conforto da compiti di routine stancanti e tediosi (automation technology), per dare protezione ai lavoratori (tecnologia per la sicurezza) e infine per tutelare il nostro habitat naturale (monitoraggio ambientale)”, afferma Gatto. “I suoi successori hanno raccolto con grande entusiasmo la sua eredità. Per esempio il nuovo inceneritore di Parma utilizza i nostri elettrofiltri per rilevare la composizione chimica dei fumi che escono dall’impianto, in modo da segnalare prontamente l’allarme in presenza di una composizione chimica nociva. Non è l’unica eredità dei principi ispiratori di Erwin Sick: basti pensare che, per sua esplicita volontà, l’azienda non ha mai fornito applicazioni per l’ambito militare, sebbene quello fosse un settore potenzialmente ricchissimo per noi. Il fondatore sapeva bene cos’era la guerra, e non avrebbe mai voluto mettere il suo ingegno al servizio di armi e tecnologie distruttive”.
LA SICUREZZA ENTRA AL MUSEO
L’Italia è notoriamente considerata la nazione con il più ampio patrimonio artistico del mondo, conservato in gran parte nei musei pubblici e privati sparsi lungo tutta la penisola. Valorizzare e proteggere questo tesoro è un obbligo di natura morale oltre che gestionale.
“Cambiano le modalità di fruizione dell’arte, ma la prossimità alla bellezza ed il contatto ravvicinato con l’oggetto rimangono indiscutibilmente le chiavi di successo che determinano la strategia vincente di ogni presidio artistico”, afferma Giovanni Gatto. “Per questo, tenendo conto della complessità e della delicatezza della materia, SICK propone una serie di soluzioni tecnologiche, che potenziano la security nei luoghi d’arte, senza alcun contatto o invasività infrastrutturale”.
La tecnologia proposta è quella sviluppata sin dal 1989, attraverso ingenti investimenti e potenziamenti continui, chiamata “Tempo di Volo” (dall’inglese “Time of Flight”). Si tratta di laser scanner in grado di creare superfici e pareti virtuali entro cui poter inserire aree logiche di presidio e di intervento esattamente corrispondenti alle singole opere d’arte o a intere aree espositive. Il laser scanner emette dei pacchetti di fascio coerente, e attraverso un sistema brevettato li proietta nello spazio, creando un controllo bidimensionale. Contestualmente ne misura il tempo di restituzione, e in milionesimi di secondo fornisce dei segnali sullo stato delle superfici presidiate.
È possibile quindi emettere un allarme in caso di avvicinamento su intere sale di pinacoteche o singole opere, rimanendo a distanza e senza impattare sul contesto architettonico. La fonte laser non è visibile ed è compatibile con ambienti frequentati da molti visitatori, oltre che naturalmente con gli stessi beni artistici.
La tecnologia sviluppata da SICK per il settore museale: si tratta di laserscanner in grado di creare superfici e pareti virtuali entro cui poter inserire aree logiche di presidio e di intervento esattamente corrispondenti alle singole opere d’arte o a intere aree espositive. Il più piccolo e robusto laserscanner al mondo, TIM, è grande quanto una tazzina da caffè.