Un momento della giornata organizzata da Messe Frankfurt Italia nella sede del Competence Center Start 4.0 di Genova.
Lo scorso 13 aprile esperti di automazione, robotica, informatica e cybersecurity si sono riuniti a Genova per raccontare come il convergere di tecnologie produttive e digitali stia trasformando il modo di produrre, di lavorare e di conoscere.
di Giovanni Invernizzi
Mai come ora la convergenza di diverse tecnologie, giunte più o meno contemporaneamente tutte a maturazione, ha avuto il potenziale di trasformare il mondo. Anche in questo consiste la straordinarietà del periodo storico che stiamo attraversando, gravido di cambiamenti. Ma come si realizza questo intreccio, e quali ricadute ha sul mondo della manifattura e sulla società? Se ne è parlato a Genova, lo scorso 13 aprile, in occasione di uno degli eventi preparatori della fiera SPS Italia di Parma.
Per la precisione, si è trattato del quarto incontro della serie di cinque previsti nell’ambito di SPS Italia On Tour, l’intelligente iniziativa di Messe Frankfurt Italia, organizzatore della fiera parmense, per disseminare nelle varie città della Penisola non soltanto i contenuti dell’esposizione ma anche i concetti della fabbrica smart, o 4.0. Luogo dell’evento la sede del Competence Center Start 4.0 di Genova, che tra le altre cose sviluppa soluzioni per la realizzazione di gemelli digitali.
TRASFERIMENTO E FORMAZIONE
L’evento, seguito dal vivo da un buon pubblico di imprenditori ed esperti del settore, e in streaming dagli allievi di scuole superiori di tutta Italia, è stato condotto dal giornalista di Open Factory e direttore di We Robots Riccardo Oldani. Ma soprattutto ha visto l’intervento di numerosi specialisti che hanno parlato di strategie, formazione, casi applicativi e soluzioni tecnologiche concrete, tutte frutto della collaborazione tra automazione, robotica e tecnologie digitali.
Tre le sessioni in cui si è articolata la mattinata. La prima ha riguardato i rapporti tra università e industria, sia dal punto di vista del trasferimento tecnologico sia per quanto riguarda la formazione di nuovi tecnici per le fabbriche smart. Giovanni Berselli, docente di Disegno di Macchine e coordinatore del dottorato di Ingegneria Meccanica all’Università di Genova, ha descritto l’attività di insegnamento e di ricerca condotta dal suo team su sistemi di presa robotica industriali, che ha portato a strette collaborazioni con le imprese del territorio.
I numeri di iscritti ai suoi corsi, così come in tutta l’area di docenza impegnata su robotica e automazione, sono in costante crescita. Berselli è anche tra i docenti impegnati negli insegnamenti del Dottorato nazionale in Robotica e Macchine Intelligenti (DRIM), promosso da I-Rim, l’Istituto nazionale di Robotica e Macchine Intelligenti, che riunisce tutti i più importanti istituti di ricerca e professori italiani del settore.
Robot Mitsubishi Electric esposto durante l’edizione 2022 di SPS Italia. Il Gruppo ha partecipato alla tavola rotonda genovese, illustrando il suo impegno per la formazione e in collaborazione con l’università.
ALLA RICERCA DI NUOVE LEVE
Le attività per formare nuove generazioni di tecnici sono quindi in fermento nelle università italiane. Questo non impedisce, però, che le aziende del nostro manifatturiero facciano fatica in questo momento a reperirle. Come ha confermato Giorgio Sgrignani, Plant Operations Manager di Hi-Lex, azienda di Chiavari specializzata in prodotti per il settore automotive, tra cui in particolare i sistemi elettrici degli alzacristalli. Acquisita nel 2017 da un gruppo giapponese, Hi-Lex ha investito molto in nuove tecnologie e anche in innovazione, in particolare per sviluppare soluzioni sempre più silenziose da utilizzare sulle auto elettriche.
“Il problema che incontriamo, però”, ha osservato Sgrignani, “è che le tecnologie non servono senza persone in grado di utilizzarle. Per questo stiamo cercando di attivare iniziative, compresa anche una collaborazione con la stessa Università di Genova, per attrarre neolaureati o per formarli. Ma si tratta di un percorso difficile e articolato”.
Non è un caso quindi, come emerso anche dalla tavola rotonda successiva, che gruppi importanti dell’innovazione cerchino alleanze con università e istituti di ricerca sia per mettere a frutto le loro competenze nello sviluppo di nuovi prodotti sia per attrarre i neolaureati quando giungono alla fine del loro percorso di studi. Fabio Rossi, CEO di AutomationWare, azienda che progetta e produce giunti robotici e nuovi concetti di robot collaborativi, ha spiegato per esempio come dalla collaborazione con Fraunhofer Italia siano scaturite interessanti opportunità di sviluppo di nuovi prodotti e di reperimento di nuovi talenti.
Alberto Pellero, di KUKA Roboter Italia, ha ricordato come i robot del gruppo di nascita tedesca abbiano da sempre “colonizzato” i laboratori di ricerca italiani e come la stessa azienda sia molto attiva nell’organizzare eventi di formazione e disseminazione nella propria innovativa sede di Grugliasco (Torino).
Un percorso simile è quello compiuto da Mitsubishi Electric Italia, che si è appena dotata di una sede avveniristica ricca di spazi per la formazione. Simone Farruggio, Product Specialist Robot, ha anche descritto un progetto di ricerca, condotto con l’Università di Genova e la startup MyWay, denominato RAISE, per realizzare gemelli digitali di robot industriali in grado di simulare in tempo reale, anche grazie all’impiego di intelligenza artificiale, il funzionamento del loro corrispettivo fisico, con tutta una serie di vantaggi per gestione, operatività e manutenzione.
Oscar Arienti di Heidenhain, tra i relatori dell’evento genovese, qui ripreso in occasione dell’edizione 2022 di SPS Italia a Parma.
DIGITALE E AUTOMAZIONE
L’incrocio tra hardware e software 4.0 sta aprendo nuove strade all’industria italiana, anche in ambiti inaspettati. Franco Caraffi e Vincenzo Galati, rispettivamente direttore IT e direttore corporate per le tecnologie marine di Costa Crociere, azienda del Gruppo Carnival, hanno spiegato l’approccio tecnologico nello sviluppo di navi da crociera sempre meno impattanti dal punto di vista ambientale.
Nello specifico i due hanno mostrato un sistema che, grazie a sensori e software, potenziati anche da algoritmi di intelligenza artificiale, è in grado di modulare le emissioni di fumi dei tradizionali motori termici delle navi, in modo da rispettare i limiti di emissioni imposti dalle amministrazioni locali quando la navigazione è sotto costa o in prossimità dei porti. L’esempio dimostra come macchine tradizionali (in questo caso i motori delle navi, ma potrebbero tranquillamente essere macchine industriali) possono trasformarsi in soluzioni intelligenti grazie all’apporto di nuove tecnologie digitali, come i sensori IoT, i sistemi di analisi dati cloud oppure edge, gli algoritmi di intelligenza artificiale e la connessione continua.
Concetti ribaditi da Silvia Castri, di Bosch Rexroth Italia, gruppo che, partendo dallo sviluppo di soluzioni per l’automazione, ha sviluppato una sua filosofia per il nuovo manifatturiero, battezzata “Factory of the Future”. L’idea è una produzione in cui l’uomo è protagonista e in cui l’hardware, core business del gruppo, si trasforma grazie a una nuova anima software che lo rende sempre più connesso e configurabile in modo digitale. È in particolare la nuova piattaforma ctrlX a realizzare questa fusione di hardware e software, che si è già tradotta in realizzazioni concrete nell’industria.
Simile l’approccio di Heidenhain che, come ha spiegato Oscar Arienti, ha trasformato i dispositivi di misura di cui è da sempre produttore, come per esempio gli encoder assoluti, in oggetti intelligenti in grado di raccogliere dal campo un gran numero di informazioni sul loro stesso utilizzo e che possono essere rivelatrici di un impiego non efficiente o di possibili problemi tecnici. Tutto questo può essere utilizzato in funzione del condition monitoring o della manutenzione preventiva.
Andrea Colmegna di NPO Sistemi, azienda del gruppo Ricoh, ha invece parlato di un approccio particolare, che il gruppo segue da quasi trent’anni in un’ottica di manifattura “circolare”. Una filosofia che nasce dall’esigenza iniziale di tenere sotto controllo le macchine fotocopiatrici per verificare le necessità di assistenza e di fornitura dei consumabili e che poi si è tradotta in servizi per l’industria manifatturiera.
In particolare, NPO Sistemi ha sviluppato soluzioni di prototipazione virtuale, utilizzo della blockchain per controllare la supply-chain o per monitorare e controllare consumi e utilizzi di macchine in funzione della servitizzazione, e anche sistemi di monitoraggio intelligente dei consumi energetici. L’applicazione di questi metodi può determinare un decisivo salto di efficienza nelle imprese, sia in termini di migliore produttività sia di gestione attenta delle risorse e, quindi, con costi di produzione più bassi.
Tra i temi di cui si è parlato a Genova uno spazio importante è stato dedicato al 5G, ai suoi possibili utilizzi in ambito industriale e alla sicurezza dei dati.
LA SICUREZZA INFORMATICA
In tutte le soluzioni che vedono il convergere di hardware e software è il dato a essere protagonista. Il dato che viene trasmesso con tecnologie sempre più efficienti e sofisticate, che viene analizzato in modo sempre più approfondito per migliorare gestione e produzione e che, sempre più prezioso, è anche oggetto di attenzioni non gradite, da cui va protetto con sempre maggiore attenzione.
Gianluca Stefanini, responsabile di prodotto Vodafone per i settori mobility, energy e smart cities, ha spiegato per esempio l’impegno del gruppo nello sviluppo di soluzioni 5G per una molteplicità di scopi, dalla gestione del traffico urbano alla mappatura di aree della città di Genova, fino all’impiego nell’industria, con reti private realizzate con metodiche diverse. Una di queste è lo “slicing”, che consiste nell’assegnare una porzione della banda alle aziende per consentire loro di utilizzarla come rete privata, senza per questo dover sostenere i costi di realizzazione di un network fisico vero e proprio.
Il 5G consente di realizzare una pressoché totale simultaneità tra il rilevamento del dato sul campo e la sua analisi, aprendo a possibilità di controllo in tempo reale dei processi e della produzione.
Gabriele Cicognani di Leonardo ha spiegato come, proprio partendo dall’esigenza di utilizzare macchine connesse e di analizzarne i dati, il gruppo abbia dato vita a un’architettura della propria produzione, elaborata in tre anni di confronti e verifiche sul campo, che ora sta implementando in tutti i suoi siti produttivi. Si tratta di soluzioni che mirano anche all’estrema sicurezza del dato, visto il settore delicato e strategico in cui opera Leonardo.
Ed è proprio sulla cybersecurity che si sono incentrati gli ultimi due interventi della giornata. Roberto Filipelli, di Microsoft, ha evidenziato come tutta la parte OT delle aziende manifatturiere sia particolarmente vulnerabile agli attacchi cyber. I sistemi di controllo delle macchine, come i PLC, non nascono infatti con soluzioni di protezione native come i computer o i laptop utilizzati negli uffici. Il gruppo, pertanto, pur avendo sviluppato servizi cloud con la sua potente piattaforma Azure, adotta con le imprese manifatturiere un sistema ibrido, con soluzioni di edge computing, che custodiscono il dato all’interno delle aziende, pur sfruttando la capacità computazionale decentrata disponibile sul cloud.
Maurizio Milazzo, di TX One Networks, azienda focalizzata sulla cybersecurity industriale, ha infine rivelato come, da una survey condotta sui manager industriali e realizzata in collaborazione con Frost & Sullivan, emerga ancora un preoccupante disattenzione sui temi della sicurezza dei dati nel manifatturiero, con molte violazioni che possono essere fatte risalire a comportamenti improvvidi del personale.
Oltre alle soluzioni tecnologiche di protezione, quindi, un ruolo centrale spetta alla formazione di figure professionali preparate sugli attacchi informatici, sempre più frequenti e potenzialmente devastanti. “In Italia”, ha osservato Milazzo, “non esistono percorsi di formazione specifici per esperti in cybersecurity industriale. Chi vuole operare in questo ambito deve fare da sé, imparare sul campo”.
Il collegamento ideale è con la prima parte della giornata genovese, in cui si era discusso del rapporto tra università e industria nel creare la futura generazione di esperti per le imprese 4.0. Il cerchio si chiude. E appare chiaro come questa circolarità non riguardi soltanto la sostenibilità è l’ambiente. È anche un fatto di competenze, che vanno fatte crescere, valorizzate e trasmesse. Nella sfida della digitalizzazione anche la dimensione culturale assume un valore centrale. ©ÈUREKA!
A sinistra Roberto Filipelli di Microsoft, tra i relatori dell’evento genovese, anch’egli ripreso in occasione dell’edizione 2022 di SPS Italia.