L’area dell’INRiM dove sono collocate le strutture di PiQuET. L’istituto ha sede a Torino, al numero 91 di Strada delle Cacce.
L’INRiM, Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, riunisce competenze e conoscenze di altissimo livello nello studio e nella misura dei mondi quantistico, micro e nano. Un sapere che mette anche a disposizione delle imprese.
di Alessandro Vella
Se c’è una realtà in Italia in grado di immaginare nuovi impieghi delle tecnologie di misura al servizio delle imprese, è l’INRiM. L’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, la cui sede principale si trova a Torino, è la vera culla italiana della metrologia, erede dell’Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris e dell’Istituto Gustavo Colonnetti che per decenni ci ha dato il segnale orario, ma attivo anche in tutti gli altri campi di un settore vasto e strategico, dal momento che realizza e mantiene la riferibilità dei campioni nazionali. In altre parole, l’INRiM si assicura di garantire l’affidabilità delle misure e la loro comparabilità a livello internazionale, in particolare per le sette unità di misura da cui si ricavano tutte le altre: il secondo, il metro, il chilogrammo, l’ampere, il kelvin, la mole e la candela.
All’interno di IMPreSA, infrastruttura dove si conduce prevalentemente ricerca mirata al settore agroalimentare, con importanti ricadute per l’industria food.
CORSA ALLA MINIATURIZZAZIONE
La padronanza assoluta del mondo della misura consente agli scienziati dell’istituto di esplorare nuove frontiere grazie a un’intensa attività di ricerca che poi, attraverso un forte impegno nel trasferimento tecnologico, si traduce in nuovi servizi e opportunità per le imprese. Esempi di questo tipo di ricaduta sono due infrastrutture tecnologiche, denominate PiQuET, Piemonte Quantum Enabling Technology e IMPreSA, Infrastruttura Metrologica Per la Sicurezza Alimentare. “Assistiamo a una corsa sempre più spinta verso la miniaturizzazione”, ci dice Davide Calonico, responsabile scientifico di PiQuET e direttore della Divisione Quantum Metrology & Nanotech”, di INRiM. “Lo vediamo dalle dimensioni sempre più ridotte di molti dispositivi tecnologici, come per esempio i nanosatelliti, all’interno dei quali vengono installati sensori sempre più piccoli, anche nella micro e nella nanoscala. PiQuET nasce proprio da questa constatazione per realizzare un’infrastruttura di ricerca unica in Italia, dotata di una camera pulita da 500 m2 e con la capacità di sviluppare e produrre MEMS, microsensori, lab-on-chip, e ancora dispositivi metrologici quantistici per l’ambito elettrico, termico, meccanico, del tempo e frequenza e per la fotonica integrata”.
CAPACITÀ UNICHE
L’infrastruttura raccoglie nei suoi ambienti anche attrezzature ad alta tecnologia trasferite qui da altre realtà della ricerca del distretto di Torino, mettendo a frutto la collaborazione con il Politecnico e con l’Università del capoluogo piemontese, che partecipano al progetto nell’ambito di un bando POR-FESR lanciato dalla Regione Piemonte. “In questo modo”, osserva Calonico, “abbiamo raccolto in un’unica struttura strumenti che ora possono essere utilizzati in modo più coordinato e proficuo proprio per il fatto di trovarsi uno accanto all’altro”. L’obiettivo, come segnalato, non è solo la ricerca pura ma anche l’applicazione delle tecnologie e dei dispositivi sviluppati a metrologia, comunicazione, sensing, monitoraggio in ambito biomedico, agroalimentare, energetico, ambientale e dei sistemi industriali, e anche all’additive manufacturing. Tutto questo attraverso servizi offerti alle aziende, per esempio per la progettazione, sviluppo e caratterizzazione di nuovi dispositivi realizzati ad hoc, prototipazione rapida con materiali innovativi, sintesi di nuovi materiali micro e nanostrutturati, con tutti i relativi test di prova. Grazie alla sua dotazione tecnologica, PiQuET fa parte di It-fab, il network italiano che riunisce gli istituti e i laboratori impegnati nel campo della nanofabbricazione, composto, oltre che da quella torinese, anche da altre otto realtà disseminate in tutta Italia.
Strumentazione in dotazione a IMPreSA. Tra le tecnologie impiegate la spettrometria di massa e a risonanza magnetica nucleare e la gas cromatografia.
SERVIZI PER L’AGROALIMENTARE
IMPreSA, a sua volta, è un’infrastruttura nata con l’obiettivo di portare la scienza della misura nel mondo agroalimentare. Le capacità degli scienziati di INRiM di misurare e, quindi, “vedere” l’infinitamente piccolo si rivela in questo caso preziosa per individuare le firme inconfondibili iscritte nei prodotti agroalimentari. Una capacità indispensabile in un periodo in cui la tracciabilità alimentare diventa uno strumento strategico per tutelare un ricchissimo patrimonio italiano e per proteggerlo dalle contraffazioni. La struttura è nata in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, il Centro di ricerca Viticoltura-Enologia di Asti e due istituti del Cnr, quello per la Protezione Sostenibile delle Piante e quello di Scienze delle Produzioni Alimentari. Gli obiettivi si estendono, oltre alla tutela dei nostri prodotti tipici, anche al controllo del rispetto delle norme internazionali, ai test e alle verifiche per tutelare i consumatori e per la sicurezza alimentare e anche allo sviluppo di nuove soluzioni di imballaggio per conservare meglio e in modo più sicuro gli alimenti, prolungando la loro shelf-life.
Tutte queste attività sono, anche in questo caso, rese possibili da una strumentazione all’avanguardia e dalla profonda competenza nell’impiego di tecnologie come la spettroscopia di massa, a risonanza magnetica nucleare, al plasma, gas-cromatografia, analisi elementare che, combinate in modo sapiente, possono fornire risposte un tempo impensabili in fatto di antisofisticazione o di individuazione della provenienza di origine degli alimenti. ©TECN’É
La capacità di operare alle dimensioni della nanoscala, consente a INRiM di sviluppare soluzioni come i lab on a chip, veri e propri strumenti di analisi miniaturizzati in una scheda di pochi millimetri.