Le fonderie italiane sono al secondo posto in Europa per produzione, dietro alla Germania (Foto: ©Zanardi Fonderie S.p.A.). Nella foto di apertura: processo di colata.
Il primo trimestre 2024 conferma le incertezze di un comparto che necessita di interventi concreti per ripartire. Il presidente di ASSOFOND, Fabio Zanardi commenta: “Subito i decreti attuativi di Industria 5.0 e delle misure per gli energivori”.
A cura di Federica Conti
Nel primo trimestre dell’anno in corso prosegue la dinamica recessiva del settore delle fonderie. Il calo tendenziale (cioè rispetto allo stesso trimestre del 2023) della produzione è del -10,1%, nonostante la crescita congiunturale (+4,6% sul quarto trimestre 2023).
Anche il fatturato presenta un calo a livello tendenziale: i dati evidenziano infatti una contrazione del -12,1% rispetto allo stesso periodo del 2023, influenzata da una significativa riduzione della spinta congiunturale, che passa dal +7,7% del quarto trimestre dell’anno scorso al +0,6% di quest’ultimo trimestre.
Lo sottolinea l’indagine congiunturale del Centro Studi di ASSOFOND, l’Associazione di Confindustria che rappresenta le fonderie italiane, sui dati relativi al periodo gennaio-marzo 2024.
I dati di produzione e fatturato delle fonderie italiane fino al primo trimestre del 2024. Fonte: ©Centro Studi ASSOFOND
PRODUZIONE E FATTURATO
Per quanto riguarda la produzione, la spinta congiunturale di inizio anno non basta a smorzare la perdita rispetto ai livelli produttivi di inizio 2023: la tendenza si conferma negativa e non ci sono segnali che facciano presagire a breve un reale cambio di direzione. Le imprese imputano la crescita della produzione sul trimestre precedente in parte al maggior numero di giorni lavorati, in parte alla crescita della domanda rispetto a fine anno: tra le fonderie intervistate, infatti, c’è chi ha evidenziato l’ingresso di nuovi clienti e la realizzazione nuovi prodotti.
La riduzione della crescita del fatturato, sempre sul trimestre precedente, è invece spiegata principalmente con la riduzione del quantitativo di prodotti spediti, ma non mancano le fonderie che indicano anche una contrazione dei prezzi di vendita. Fra le aziende che hanno visto crescere i ricavi prevale, invece, una motivazione attinente a un contesto stagionale: nell’88,9% dei casi si indica un aumento delle quantità spedite.
“Siamo sempre in attesa delle misure promesse per ridare competitività all’industria: i decreti attuativi di Transizione 5.0, oltre che di Electricity e gas release”, dichiara il presidente di Assofond Fabio Zanardi.
DINAMICHE SETTORIALI
Il calo tendenziale più significativo, in termini di produzione, riguarda le fonderie ferrose (-12,6% sul primo trimestre 2023). Diversa la dinamica che caratterizza invece le fonderie di metalli non ferrosi, che si collocano sugli stessi livelli produttivi del primo trimestre 2023 (-0,2%). La crescita sul quarto trimestre dell’anno scorso per queste aziende è pari al +17,5%, al contrario del comparto ferroso per il quale si osserva un rallentamento anche sui valori congiunturali che, ancorché appena positivi (+1,3%), risultano inferiori a quelli dell’ultimo trimestre del 2023.
Dal punto di vista del fatturato, invece, la componente non ferrosa non riesce a sostenere, come nel caso dei volumi produttivi, la tendenza generale: anche in queste fonderie la perdita sullo stesso periodo del 2023 è significativa (-6,1%) anche se meno marcata di quella che si osserva fra le fonderie ferrose (-13,9%). Per queste ultime, la tendenza è continuamente negativa da tre trimestri, e in questa ultima rilevazione anche la congiuntura volge nuovamente in segno negativo: la perdita di fatturato sul trimestre precedente è del -1,1%. Le fonderie non ferrose, al contrario, rimangono in territorio positivo (+6,4%), ancorché tale crescita risulti più che dimezzata rispetto al trimestre immediatamente precedente (+15,3%).
Fase di progettazione una fonderia. Il processo di fonderia permette di realizzare in maniera energeticamente efficiente una vasta gamma di manufatti, e rappresenta un sistema avanzato di economia circolare (Foto: ©Deloro Microfusione s.r.l.)
CLIMA DI FIDUCIA
Nel mese di marzo si è osservato un nuovo calo della fiducia sul contesto economico. L’indice Act è tornato sotto la soglia dei 50 punti, raggiunta invece a febbraio, e si è attestato a 43,1 punti, un valore che segna l’insufficienza nel sentiment generale del settore sul periodo di riferimento. Sebbene la maggioranza (58,6%) delle fonderie continui a dare un giudizio stazionario, il 31,0% del campione avverte un lieve peggioramento. Di conseguenza, sono in calo anche le aspettative sui prossimi sei mesi. L’indice Six scende a 50 punti: si tratta di un livello di ottimismo minimo, ma in arretramento sui due mesi precedenti, quando l’indice aveva ripreso a salire. Anche in questo caso, la maggioranza delle fonderie (41,4%) rimane su una linea attendista, ma diminuiscono sensibilmente le aziende più ottimiste. Al contrario, tornano a crescere le fonderie che vedono un peggioramento netto per i prossimi sei mesi (3,4%) e quelle con un’aspettativa sempre negativa, sebbene più cauta (27,6%).
Il commento: “Il mercato è fiacco e paghiamo un deficit di competitività con i concorrenti europei. Dove sono i decreti attuativi di Industria 5.0 ed energy release?”.
“I primi tre mesi del 2024 confermano la debolezza della domanda già evidente alla fine dello scorso anno”, commenta il presidente di Assofond Fabio Zanardi. “La tenuta delle fonderie non ferrose, grazie all’automotive - in quanto il resto della meccanica è in calo - non basta per tenere a galla tutto il settore. Per il momento, infatti, non si intravedono segni di ripresa per le fonderie ferrose. Insomma, abbiamo a che fare con un mercato complessivamente fiacco. Anche i fattori esogeni non alleggeriscono le preoccupazioni: sul fronte dell’energia, registriamo ancora un forte gap di prezzo fra l’Italia e il resto d’Europa, molto penalizzante in termini di competitività. E siamo sempre in attesa delle misure promesse per ridare competitività all’industria: i decreti attuativi di Transizione 5.0, oltre che di Electricity e gas release. L’auspicio è che queste misure arrivino presto e che, insieme all’atteso taglio dei tassi, possano contribuire a riattivare gli investimenti”.
Il calo tendenziale in termini di produzione riguarda le fonderie ferrose (-12,6%). Diversa la dinamica delle fonderie di metalli non ferrosi, collocate sugli stessi livelli produttivi del primo trimestre 2023 (-0,2%). Fonte: ©Centro Studi ASSOFOND
ASSOFOND-ASSOCIAZIONE ITALIANA FONDERIE
È l’associazione imprenditoriale di categoria che rappresenta le imprese di fonderia italiane. Fondata nel 1948, aderisce a Confindustria e, a livello internazionale, è socio fondatore della European Foundry Association (CAEF). L’associazione svolge funzioni di rappresentanza istituzionale e promuove la reputazione e la competitività delle fonderie italiane. Assiste inoltre le imprese nelle relazioni con le istituzioni e gli enti locali e fornisce supporto alle imprese associate in campo amministrativo, commerciale, economico, fiscale, normativo, tecnico, ambientale, di sicurezza e salute sul lavoro.
Dal punto di vista del fatturato, la componente non ferrosa subisce una perdita sullo stesso periodo del 2023 significativa (-6,1%), anche se meno marcata di quella che si osserva fra le fonderie ferrose (-13,9%). Fonte: ©Centro Studi ASSOFOND
Le fonderie sono imprese che realizzano componenti indispensabili per tutti i principali settori industriali: dall’automotive alla meccanica, dall’industria aerospaziale alle macchine utensili, all’edilizia e alla produzione di energia elettrica. Le fonderie italiane sono al secondo posto in Europa per produzione, dietro alla Germania. Il comparto conta circa 900 imprese, con 23.000 addetti e un fatturato complessivo di oltre 7,6 miliardi di euro. Il processo di fonderia è l’unico che permette di realizzare in maniera energeticamente efficiente una vasta gamma di manufatti, e rappresenta un sistema avanzato di economia circolare: le fonderie realizzano prodotti al 100% riciclabili utilizzando a loro volta come materia prima rottami metallici giunti a fine vita. ©TECNeLaB
Processo di colata. Il comparto conta circa 900 imprese, con 23.000 addetti e un fatturato complessivo di oltre 7,6 miliardi di euro (Foto: ©Fonderia Ariotti S.p.A.).