Franco Andrighetti, AD di EFA Automazione (a sinistra) e Pasquale Lambardi, Presidente e AD di Relatech.
Cybersecurity e intelligenza artificiale sono alla base della ‘transizione digitale umanocentrica’, professata da Relatech. Lo spiegano Pasquale Lambardi, Presidente e AD di Relatech, e Franco Andrighetti, AD della controllata EFA Automazione.
di Fiammetta Di Vilio
Come avviene in concomitanza con ognuno dei grandi salti tecnologici che hanno interessato la specie umana, anche in quello che stanno producendo le tecnologie dell’informazione e della comunicazione il calcolo dei vantaggi e benefici è fondamentale. Nel grande albero della storia, intricato e frondoso, la ricostruzione evolutiva è complessa, ma non impossibile. Risalendo dalle foglie e dai rami dell’oggi ai tronchi e alle radici del passato, scopriamo le ragioni del ‘nostro’ tipo di sviluppo.
Internet, big data, intelligenza artificiale, cybersecurity stanno rivoluzionando ogni ambito della nostra vita, e la nostra generazione - sostiene Luciano Floridi, ordinario di filosofia ed etica dell’informazione all’Università di Oxford - sarà probabilmente l’ultima a comprendere bene il significato di vivere offline e online. Ma il cambiamento in atto è essenzialmente un’opportunità per migliorare la condizione umana: la sfida è aperta e chi saprà progettare ecosistemi intelligenti anticiperà le politiche di indirizzo.
Lo ha capito bene il Gruppo Relatech: c’è un ponte che unisce Operational Technology (OT) e Information Technology (IT), un mattone dopo l’altro è stato posato, e sopra di esso corrono a tutta velocità le soluzioni per digitalizzare i processi del mondo manifatturiero. Non sorprende quindi che Relatech e la sua controllata EFA Automazione, che da anni promuovono la piena integrazione tra OT e IT, si stiano attrezzando per il futuro con una molteplicità di azioni. Tra queste, il rinnovamento dell’assetto finanziario, lo sviluppo di sistemi a elevata tecnologia e la promozione di una nuova cultura per una transizione digitale ‘umanocentrica’.
In un’epoca di grandi cambiamenti, l’industria deve tenere il passo della tecnologia che avanza. Relatech sa accompagnare tutti i suoi clienti nelle scelte di digitalizzazione, sicurezza, produttività.
SEMPRE PIÙ INTERNAZIONALI
“Il nostro è un progetto di sviluppo di medio-lungo periodo, legato a un mercato altamente dinamico, quello delle tecnologie digitali e dell’automazione, che richiede forti investimenti ma i cui risultati non si concretizzano in modo immediato. È quindi strategico per noi l’ingresso di un nuovo interlocutore finanziario, un fondo di diritto tedesco che ci ha consentito di avviare un percorso di ‘delisting’ dalla Borsa, destinato a completarsi entro la fine dell’anno”, spiega Pasquale Lambardi, Presidente e AD di Relatech.
Una novità che prelude anche a un nuovo percorso di internazionalizzazione. “Vogliamo ampliarci a una dimensione europea”, sottolinea Lambardi, “per acquisire una leadership soprattutto su alcune tecnologie di frontiera come l’intelligenza artificiale, sempre più al centro della nostra offerta, e come la cybersecurity, determinante in un percorso d’innovazione. Non si può parlare di transizione digitale senza pensare alla sicurezza”.
“In un periodo come quello che stiamo vivendo, di profonda trasformazione del sistema produttivo, è normale assistere a un radicale rinnovamento tecnologico, come sta avvenendo in tutti gli ambiti dell’automazione. Alla base del nostro ecosistema c’è la volontà di favorire la diffusione e lo sviluppo delle smart technologies e ampliare ulteriormente il nostro mercato”, dice Franco Andrighetti, AD della controllata EFA Automazione.
I progetti di digitalizzazione pongono la cybersecurity tra le principali sfide del nostro tempo.
UNA VISIONE OLISTICA PER L’INDUSTRIA
Nello spazio connesso in cui ci muoviamo, sono saltate le vecchie gerarchie e la conoscenza si diffonde con forme e logiche nuove. Grazie allo sviluppo dell’AI, gli algoritmi e le tecniche di apprendimento automatico diventano fondamentali nel campo della sicurezza informatica.
“Quando si valutano i fornitori di cybersicurezza e le loro capacità di intelligenza artificiale, è importante capire esattamente cosa si sta ottenendo. La questione non è se incorporano AI, ma come lo fanno. L’organizzazione integrata ha richiesto cambiamenti alle strutture aziendali. La ‘vecchia’ centralizzazione di molte funzioni strategiche non è più adeguata perché risposte flessibili prevedono un’articolazione decisionale a più livelli. Il rapido accesso alle informazioni dell’azienda e del suo processo produttivo è determinante per la sopravvivenza sul mercato e proprio per questo la protezione dagli attacchi informatici è un’attività che assumerà un ruolo sempre più centrale per Relatech”, spiega Andrighetti.
“La nostra offerta”, prosegue Lambardi, “è incentrata su un ampio portafoglio di proposte end-to-end per il manifatturiero nell’ambito della convergenza IT/OT. Sempre più risponde a una logica di ‘security by design’, integrata fin dall’inizio nell’automazione. Se è vero che il percorso verso la digitalizzazione genera efficienza, la protezione dei dati è una priorità per le imprese di tutte le dimensioni”.
La cybersecurity per il mondo OT richiede approcci mirati e una profonda conoscenza dei processi produttivi. Sottolinea ancora Lambardi: “L’intrusione di un hacker che modifichi i parametri di una macchina può generare derive di qualità o pericoli per le persone. Non è un cyberattacco vero e proprio, perché non sottrae dati o non blocca l’attività, ma va affrontato con uno specifico percorso di digitalizzazione di tutti i parametri dei processi, che si traduce in una conoscenza sempre più approfondita delle proprie procedure interne”.
Oggi nell’industria questa conoscenza è custodita dai tecnici più esperti, che da anni lavorano su una linea o su una macchina. “Ma il pericolo di attacchi informatici richiede, invece, che questa cultura interna venga ‘istituzionalizzata’, condivisa con le altre risorse aziendali”, avverte l’AD di Relatech. “Gli hacker approfittano proprio delle lacune ‘culturali’ delle aziende per lanciare le loro sfide. Se invece la conoscenza dei processi è diffusa, diviene anche più facile individuare subito situazioni critiche e prevenirle”.
Come contribuisce l’intelligenza artificiale a potenziare la cybersecurity? “L’AI applicata alla sicurezza informatica”, spiega Pasquale Lambardi, “consente di individuare e studiare gli eventi anomali che si verificano nelle fabbriche a livello OT e IT, metterli in connessione e definire soluzioni di protezione e prevenzione. Nel nostro Security Operation Center, ReSOC, per esempio, utilizziamo, accanto agli operatori umani, strumenti di intelligenza artificiale che simulano possibili attacchi, aiutano a definire soluzioni di prevenzione e, in caso di aggressione hacker, attivano in modo automatico risposte proattive”.
Relatech ed EFA Automazione - in grado di attivare strategie di digitalizzazione secondo un approccio olistico, che abbraccia il ciclo di vita di prodotti e asset - hanno dunque tutte le competenze per applicare la cybersecurity alle infrastrutture critiche finalizzate a servizi industriali evoluti, colmando definitivamente il gap fra IT e OT anche da questo punto di vista.
C’è un ponte che unisce Operational Technology e Information Technology e sopra di esso corrono a tutta velocità le soluzioni per digitalizzare i processi del mondo manifatturiero.
APPROCCIO CULTURALE
Non dimentichiamo, però, che l’AI è usata anche dagli hacker per moltiplicare gli attacchi e renderli più insidiosi, grazie anche alla capacità di simulare l’essere umano. “Per riconoscere tali minacce”, commenta Pasquale Lambardi, “è fondamentale sviluppare nelle aziende competenze, con un processo che noi favoriamo attraverso la nostra attività di ‘education’ e di formazione”.
Anche in questa sfera, ricorda l’AD di Relatech, “è necessario che le imprese si dotino di un sistema di risposta olistico, che tenga conto di tutti gli aspetti, e che noi siamo in grado di definire su misura attraverso la nostra value proposition centrata sulle esigenze del cliente. Partendo dall’offerta di prodotti, soluzioni e servizi gestiti, accompagniamo passo dopo passo i clienti, dalla scelta iniziale al supporto post-vendita, per costruire un’esperienza duratura di ‘customer journey’. Un modus operandi che viene applicato per tutte le soluzioni di digitalizzazione che proponiamo e che ci porta a considerare le aziende clienti come nostri partner”.
In cosa consiste concretamente questo approccio? “Nel far toccare con mano alle imprese, attraverso un percorso modulare e a piccoli passi, i vantaggi delle tecnologie che proponiamo”, dice Andrighetti, “Tutto ciò genera fiducia nei clienti, perché consente loro di misurare di fatto i benefici per la loro attività”.
AGIRE PER NON RESTARE INDIETRO
Dimostrare per convincere. È il concetto alla base di RexAI, la soluzione di AI generativa “on-board”, ovvero integrata in un’applicazione industriale che Relatech e EFA Automazione hanno presentato in anteprima alla fiera SPS di Parma lo scorso maggio e che portano anche in Germania, a Norimberga, in occasione di SPS 2024 (12 - 14 novembre).
“Di fronte alle sfide economiche attuali, è aumentata l’attenzione verso l’uso dell’intelligenza artificiale e dell’automazione, per migliorare in efficienza operativa e promuovere gli obiettivi di sostenibilità”, afferma Franco Andrighetti. “Abbiamo proposto un sistema che incarna perfettamente la nostra visione di ‘digitalizzazione finita’: concentra in sé tutti gli step necessari - dal singolo sensore al cloud - per ottimizzare i flussi di lavoro. In particolare, l’AI generativa ha la capacità di semplificare, ridurre e accelerare attività manuali ripetitive o di scarso valore aggiunto e di fornire quindi maggior valore all’organizzazione”.
RexAI è un sistema di produzione “parlante”, in grado di capire le richieste delle persone in linguaggio naturale e di tradurle in azioni. “È la prima dimostrazione concreta”, aggiunge Andrighetti, “che l’AI generativa può essere già oggi utilizzata per produrre con qualunque tipo di macchinario”.
RexAI svolge proprio quella funzione di far “toccare con mano” le potenzialità delle tecnologie digitali nel manifatturiero su cui s’incentra la visione di Relatech e EFA Automazione, introducendo modelli inediti di collaborazione che accorciano la distanza tra il mondo digitale e quello fisico in un’ottica umanocentrica. “Semplifica al massimo l’interazione tra la macchina e l’operatore”, osserva Lambardi, “liberando quest’ultimo per funzioni più strategiche. Il sistema raccoglie in continuazione i dati di funzionamento, aprendo la strada alla realizzazione di gemelli digitali che permettono di governare e controllare le macchine a distanza e in tempo reale”.
“Grazie a RexAI”, conclude Franco Andrighetti, “si compie la convergenza tra mondo OT e mondo IT, rendendo più competitive le aziende. Avere un quadro d’insieme di tutti i dati generati da un’impresa manifatturiera, contestualizzati e normalizzati per nutrire i nuovi modelli matematici alla base dell’intelligenza artificiale, porterà enormi vantaggi in termini di produttività, efficienza e valorizzazione delle risorse. È questo che vogliamo costruire per i nostri clienti, e abbiamo tutto il know-how per farlo”.
Cybersecurity e intelligenza artificiale sono i pilastri su cui si fonda la ‘transizione digitale umanocentrica’ professata da Relatech.
‘DIGITALIZZAZIONE’, SINONIMO DI ‘SOSTENIBILITÀ’
“Ci piace pensare”, dice Lambardi, “di essere un valido supporto per le industrie che vogliono intraprendere un percorso di digitalizzazione all’interno di un business model incentrato sulla sostenibilità, sulla riduzione degli impatti e ispirato alla green economy. In ambito ESG, ‘sostenibilità’ implica anche governance e controllo dei processi, ambiti in cui AI e cybersecurity possono dare un grande contributo a partire dalla gestione dei dati e dalla tutela della privacy”.
Questo orientamento strategico di Relatech nasce da una filosofia di Gruppo che pone l’essere umano al centro dell’attività aziendale e si muove lungo un binario di “rinascimento digitale”.
“La tecnologia”, conclude Lambardi, “deve essere usata sempre in una funzione di supporto all’essere umano. Perché ciò avvenga occorre condurre un’opera di ‘education’ digitale, che realizziamo con attività di coaching e di formazione, condotte sia al nostro interno sia sull’ecosistema dei nostri clienti. Ed è importante che le aziende, oltre ai loro obiettivi di business, si pongano uno scopo sociale. Contiamo circa 800 addetti e oltre 3.000 clienti. Sentiamo una forte responsabilità verso tutti loro ed è per questo che le nostre attività devono essere sostenibili. Promuovere l’innovazione significa creare nuovo valore e far crescere le opportunità anche per le generazioni future”. ©ÈUREKA!
Grazie allo sviluppo dell’AI, gli algoritmi e le tecniche di apprendimento automatico diventano fondamentali nel campo della sicurezza informatica.