Negli ultimi anni ABB Robotics ha costantemente ampliato la gamma dei propri robot, introducendo i nuovi cobot GoFa e Swifti e acquisendo il produttore di robot mobili ASTI.
ABB Robotics - attraverso il continuo ampliamento della gamma, una rete di partner esperti con cui confrontarsi e il varo di una formula di noleggio - sostiene le piccole e medie imprese che vogliono dotarsi di cobot e robot mobili.
di Riccardo Oldani
I robot aumentano la produttività e la competitività delle imprese. Lo sanno gli imprenditori e i lavoratori del settore manifatturiero, ma lo confermano anche i dati economici. Dove è maggiore la diffusione di queste macchine intelligenti è infatti anche più elevata la crescita delle aziende industriali, che si dimostrano più flessibili ed efficienti e che, per questo, producono meglio, esportano di più e assumono più personale.
Ma c’è un problema. Per quanto sul mercato compaiano robot sempre più facili da programmare e integrare in qualsiasi fase della produzione e della logistica, permane una sorta di barriera psicologica che frena, soprattutto le piccole e medie imprese, dall’intraprendere investimenti in tecnologie robotiche. “Una percezione diffusa tra le nostre PMI”, ci fa notare Claudia Magli, Communication Manager per l’Italia della Robotics Division di ABB, “è di non disporre delle professionalità necessarie per gestire i robot in azienda”.
SUPPORTO A TUTTO CAMPO
Quello che grandi gruppi dell’automazione come ABB captano tra i loro clienti è importante, perché poi si traduce in strategie e servizi per muoversi con efficacia sul mercato. Per esempio, per superare i timori espressi da molti protagonisti del nostro manifatturiero, la divisione robotica di ABB ha puntato molto, negli ultimi anni, sullo sviluppo di una vasta gamma di robot collaborativi, “che sono flessibili, occupano spazi ridotti, sono semplici da usare e programmare”, osserva Magli.
Ma molto è stato fatto anche per immaginare nuovi servizi e nuove forme di supporto alle aziende, per non lasciarle sole di fronte alla scelta di un investimento impegnativo o per colmare eventuali carenze di competenze.
La famiglia di cobot ABB. Da sinistra, YuMi a due e a un braccio, GoFA e Swifti. Ulteriori novità, in termini di incremento dei payload, sono previste nel 2023.
TRE TENDENZE
Le tendenze globali sullo sviluppo della robotica sono state ben individuate dal gruppo. Marc Segura, presidente di ABB Robotics, ha indicato a inizio anno tre tendenze ben precise nel settore per il 2023. La prima è un aumento della domanda, spinta dalla carenza di manodopera globale. “I robot assumeranno nuovi compiti man mano che sempre più aziende cercheranno di riorganizzare le proprie operazioni”, osserva Segura. Questo vale soprattutto per Paesi come l’Italia, che intendono migliorare la resilienza della catena di approvvigionamento, messa in crisi da pandemia e tensioni geopolitiche.
Un’altra tendenza è la capacità sempre maggiore dei robot di svolgere una molteplicità di funzioni, unendo versatilità e flessibilità alla ben nota capacità di ripetere un compito in modo seriale e con la massima precisione. Sarà l’intelligenzaartificiale ad abilitare sempre di più questa caratteristica nei robot. “La sua adozione sempre più diffusa nella robotica”, osserva Segura, “fornisce una risposta alle preoccupazioni sulla complessità e sulle competenze che in precedenza impedivano alle imprese di investire nell’automazione robotica”.
Infine – terza tendenza individuata da ABB – vedremo sempre di più educatori e formatori collaborare con produttori e fornitori di robot per dotare i lavoratori delle competenze necessarie a gestire le macchine intelligenti. “Ci sono già oltre 200 esempi di partnership ABB con educatori in tutto il mondo”, sottolinea Segura, “in cui i nostri robot, il software di simulazione e programmazione RobotStudio® e strumenti di realtà aumentata e virtuale vengono utilizzati per insegnare agli studenti di tutte le età le competenze per programmare e utilizzare l’automazione robotica”.
UNA GAMMA AMPIA
Come si traduce l’individuazione di questi trend in supporto per le imprese? ABB è attiva su più fronti. Uno è la spinta sul cobot, il robot collaborativo, che si presta a utilizzi a contatto con le persone e in ambiti produttivi e aziendali un tempo preclusi a queste macchine intelligenti. ABB ha investito molto per comporre una gamma di cobot profonda, in grado di coprire diversi payload e le più svariate necessità di produzione, spazio e velocità. Si tratta di macchine facili e veloci da programmare, utilizzabili anche senza protezioni. Ulteriori novità di prodotto, che si aggiungeranno a una gamma già ricca dei vari YuMi a uno o due bracci, GoFa e Swifti, verranno presentate a fine giugno alla fiera Automatica di Monaco di Baviera.
Per favorire la diffusione dei cobot nelle PMI italiane, ABB Robotics ha creato una rete di esperti, i Cobot Expert, e varato un’innovativa formula di noleggio.
DAL NOLEGGIO AGLI ESPERTI
“Ma tutto questo non basta”, dice ancora Claudia Magli. “Da fine 2022, per esempio, abbiamo attivato la possibilità di noleggio dei nostri cobot, una soluzione che consente alle aziende di provare queste macchine senza necessariamente doverle acquistare, oppure di utilizzarle per un tempo limitato, in base alle necessità del momento”.
L’integrazione di un cobot in uno specifico processo richiede il contributo e lo studio di esperti che non solo conoscono le macchine ma anche i singoli settori industriali. Per questo ABB ha creato una rete di Cobot Expert, in continua espansione, costituita da partner, integratori di sistemi grandi e piccoli o anche liberi professionisti, che possono essere messi a disposizione di chi vuole dotarsi dei cobot ABB. Un supporto importante per studiare come inserire queste macchine in una struttura produttiva consolidata, ma anche come imparare a usarle e programmarle.
I ROBOT MOBILI
Un altro ambito su cui ABB sta spingendo molto è quello dei robot mobili, gli AMR. Dopo l’acquisizione dell’azienda spagnola ASTI, il gruppo ha dedicato il 2022 a integrare e ribrandizzare con il proprio marchio i vari prodotti. “La gamma”, ci spiega Marco Locatelli, AMR Business Development Manager per questi prodotti di ABB Robotics in Italia, “si articola in tre famiglie: i Flexley Tug, che trainano carrelli; i Flexley Mover, capaci di trasportare pallet o contenitori; e i Flexley Stack, che sono veri e propri muletti robotici. Saranno tutti dotati dinavigazione autonoma basata su tecnologia VSLAM, un sistema di visione in grado di imparare a identificare gli oggetti, catalogarli e riconoscerli. Grazie ad esso gli AMR di ABB sanno riconoscere gli ostacoli, fissi o in movimento, sono in grado di distinguerli dalle persone e di ricalcolare in ogni momento la traiettoria da seguire per lavorare in sicurezza con loro”.
I robot mobili ABB si controllano con il software AMR Fleet Manager System, che si interfaccia con i software di gestione di fabbrica come ERP, WMS e MES e consente in modo intuitivo la gestione della flotta, compresi gli eventuali allarmi, oltre al tracciamento degli ordini e dei movimenti effettuati.
“Le applicazioni per la logistica e l’intralogistica sono tantissime”, osserva Locatelli, “e in continua evoluzione, anche per quanto riguarda le soluzioni ‘combo’, composte cioè da AMR + cobot, non ancora disponibili, ma su cui stiamo ragionando. L’interesse da parte delle aziende italiane è altissimo, perché i robot mobili consentono di ripensare il flusso di produzione e di organizzarlo in isole, in una configurazione non soltanto più flessibile di quella tradizionale, ma anche in grado di ottimizzare l’occupazione dello spazio, perché consente di evitare le catenarie e le linee per la movimentazione di pezzi e componenti”.
È intenso l’impegno di ABB Robotics nella formazione, con iniziative a livello globale e locale.
UN’OCCASIONE PER LE PMI
Tutta questa serie di novità e servizi attivati da ABB Robotics sta dando i suoi frutti, se si pensa che in Italia sono molte le aziende anche medio piccole che si affacciano alla robotica collaborativa.
“Le nostre PMI”, dice Oscar Ferrato, Collaborative Robot Product Manager di ABB Robotics in Italia, “hanno nel loro DNA la capacità di rispondere in maniera flessibile alle richieste dei loro clienti finali. Questo si traduce in una serie di esigenze, come la possibilità di cambiare spesso produzioni o di realizzare lotti minimi. Una dimensione aziendale piccola, inoltre, significa anche avere operatori che devono occuparsi di molti aspetti, dal far funzionare le macchine a programmare i robot, per esempio”.
“Tutti questi esempi ben si sposano con le funzionalità tipiche dei cobot, come la facilità di programmazione, la semplicità d’uso grazie a un ecosistema di pinze, la possibilità di spostarli da una macchina a un’altra per il peso ridotto e la loro compattezza”.
Insomma, non stupisce che i cobot e AMR interessino così tanto alle imprese del nostro manifatturiero. Ora però, grazie alla gamma e ai servizi predisposti da ABB Robotics per il nostro mercato, diventa anche molto più facile per le nostre realtà trovare la soluzione su misura, le persone con cui confrontarsi in fase di scelta e di progetto e la chiave finanziaria più comoda per dotarsi di tecnologie sempre più strategiche. ©TECN’È
I robot mobili, disponibili in tre tipologie, sono stati ribrandizzati con il marchio ABB, integrati con tecnologie di visione e di navigazione autonoma e interfacciabili con i gestionali di fabbrica.