“Per raggiungere gli obiettivi tipici della smart factory - disponibilità delle informazioni, trasparenza dei dati, comunicazione intelligente, comportamento autoadattativo ecc. - la digitalizzazione è dunque da considerarsi una delle più importanti tecnologie abilitanti” afferma Sabina Cristini.
La moderna concezione di smart factory ha dischiuso le porte a nuovi paradigmi che il mondo automotive, forse più di tutti, abbraccia nella sua totalità. Così, i concetti tipici della meccatronica si sfumano in quelli più ampi della fabbrica intelligente, apportando anzi un ulteriore valore aggiunto al suo significato. Ne abbiamo parlato con Sabina Cristini, General Manager della BU Mechanical Drives di Siemens Italia.
di Alberto Taddei
Se le previsioni di IHS Automotive si riveleranno esatte il comparto dell’auto dovrebbe crescere a livello mondiale nel prossimo quinquennio a un tasso annuale composto del 3,5%, portando il parco circolante delle vetture a 1,35 miliardi di veicoli, il doppio del 2000.
Come ovvio le dinamiche risulteranno diverse paese per paese. Si stima che sarà l’Asia a crescere maggiormente, ma le opportunità che le economie occidentali, e soprattutto l’Europa, si troveranno a cogliere in questa fase di svolta rappresentano un valore che non deve andare sprecato. La sfida che le economie tradizionali dovranno vincere contro quelle emergenti dovrà necessariamente giocarsi sul campo dell’innovazione tecnologica. Come ci spiega Sabina Cristini, responsabile della BU Mechanical Drives di Siemens (www.siemens.it) e Presidente del gruppo Meccatronica di ANIE Automazione, la reale differenza potrà essere rappresentata dall’opportuno utilizzo di adeguate piattaforme tecnologiche digitali che, sulla base dei concetti di interdisciplinarietà tipici del mondo meccatronico, garantiscono un approccio integrato ed efficiente a livello di sistema.
La soluzione Siemens per un Manufacturing Execution System (MES) sofisticato, scalabile e dotato di molteplici funzionalità, che consente un utilizzo ottimale per una produzione di alta qualità a bassi costi, perfetto per accedere alle informazioni di processo in tempo reale.
MECCATRONICA E SMART FACTORY, UN BINOMIO INSCINDIBILE
“Il time to market è tra i fattori di successo più importanti per un’azienda, specialmente in ambito automotive, dove ottimizzazioni, riduzione dei tempi di sviluppo e quindi di lancio di un nuovo modello, possono risultare fonte di notevole vantaggio competitivo”, esordisce Sabina Cristini. “La gestione integrata delle varie fasi progettuali secondo l’approccio tipico meccatronico è la strada obbligata, che attualmente è necessario percorrere per giungere all’obiettivo di una efficace gestione dei processi aziendali in ottica di organizzazione e, quindi, di time to market e qualità.
“Se in passato gli aspetti progettuali venivano gestiti sequenzialmente e un po’ a compartimenti stagni – meccanica, elettronica, fluidodinamica – con gli strumenti oggi disponibili non è più così. L’intero ciclo di sviluppo può essere ottimizzato e, grazie alla possibilità di gestire le varie fasi con un approccio interdisciplinare sul modello che, per l’appunto, è tipico del mondo meccatronico, i benefici che si ottengono non sono solamente di ordine temporale ma anche qualitativo”.
Il cambiamento è evidente. Il time to market dell’odierna industria automobilistica è sceso da alcuni anni a 16-18 mesi. L’approccio integrato alle fasi di sviluppo e ingegnerizzazione consente la gestione del progetto nella sua totalità, a beneficio quindi degli obiettivi finali di qualità. Come vedremo, però, tutto ciò non può prescindere dal ruolo fondamentale giocato dalle piattaforme tecnologiche che l’utente decide di adottare.
Sabina Cristini, responsabile della BU Mechanical Drives di Siemens e Presidente del gruppo Meccatronica di ANIE Automazione.
LE CONVERGENZE PARALLELE DELLE PIATTAFORME TECNOLOGICHE
“Che si tratti di PLC, architetture MES o sistemi di azionamento ad elevate prestazioni, non è sufficiente che questi rispondano a specifici criteri di performance tecnica: il punto è che devono anche garantire la perfetta integrazione”, sottolinea Sabina Cristini. “Sistemi di configurazione, messa in servizio e gestione operativa d’impianto stanno infatti progressivamente confluendo verso piattaforme comuni, nell’ottica concettuale di un’automazione completamente integrata su cui, tra l’altro, Siemens basa il suo approccio alla fabbrica intelligente”.
Ciò significa che è necessario disporre di una piattaforma in cui le attività progettuali di prodotto, la modellizzazione dei processi produttivi e le relative logiche di controllo devono coesistere in maniera integrata.
“È questo il motivo che ha portato Siemens ad ampliare la sua offerta tecnologica integrando le soluzioni di Siemens PLM Software, mediante le quali è possibile gestire in maniera strutturata le varie fasi della progettazione, ma anche la virtualizzazione dei sistemi produttivi e dei processi che li caratterizzano. Le tecnologie di virtualizzazione si dimostrano un elemento fondamentale non solo per il miglioramento della progettazione, ma anche per la messa a punto e la definizione delle logiche di controllo, nonché per le attività di training del personale addetto alle operations e alla gestione dell’automazione”, afferma Sabina Cristini, che prosegue: “Per raggiungere gli obiettivi tipici della smart factory – disponibilità delle informazioni, trasparenza dei dati, comunicazione intelligente, comportamento autoadattativo ecc. – la digitalizzazione è dunque da considerarsi una delle più importanti tecnologie abilitanti”.
IL PARADOSSO DELL’AUTOMOTIVE E LA LEZIONE DEL CONSUMER
“Sono parecchie le realtà industriali che attualmente integrano le tecnologie digitali nei loro processi, ma il dato di fatto è che c’è molta più propensione verso il mondo digital in ambito consumer che non in quello industriale. In questo senso, il mercato automotive può forse fare da elemento di traino per avviare un processo di contaminazione ad ampio spettro”.
Mai come ora per i produttori di autoveicoli il bisogno di personalizzare la vettura si è trasformato in quello che, a tutti gli effetti, potremmo definire il perfetto ossimoro tecnologico: customizzare un oggetto che, per sua definizione, è frutto di una produzione che altro non può essere che di massa.“Il ruolo a cui abbiamo fatto precedentemente riferimento in merito alla piattaforma tecnologica adottata, ovvero alla sua capacità di rendere disponibili e soprattutto fruibili a vario titolo le informazioni di prodotto e processo, è alla base di tutto. Riuscire a gestire queste esigenze con una reattività molto elevata presuppone il pervasivo utilizzo di sistemi che, quale parte integrante del processo, devono abbracciare anche i diversi anelli della filiera, le varie realtà, fornitori e subfornitori, ciascuno con le proprie specifiche esigenze di prodotto, di processo e di logistica che, naturalmente, si devono tra loro armonizzare”.
Insomma, la smart factory diventa – per così dire – anch’essa virtuale. E chissà, magari in futuro gli acquirenti potranno tracciare l’avanzamento del proprio ordine via smartphone.
La soluzione Mechatronic Concept Designer di Siemens PLM Software consente una rapida e ottimale progettazione delle macchine, oltre a rendere possibile una collaborazione multidisciplinare tra meccanica, elettronica e automazione con una conseguente diminuzione delle problematiche legate all’integrazione.