Tokbo è una soluzione pensata per portare l’IoT nel settore degli elementi di fissaggio.
Alla fine del 2021 la startup Tokbo, nata dalla joint venture fra Gruppo Agrati ed E-novia, ha lanciato l’omonima soluzione intelligente, sviluppata per portare l’Internet delle Cose nel settore degli elementi di fissaggio.
di Elisa Maranzana
“L’obiettivo che ci siamo prefissati quando abbiamo sviluppato Tokbo era molto semplice: lanciare una soluzione in grado di garantire la manutenzione predittiva in funzione dell’efficientamento di costi e risorse. Senza contare che, laddove c’è manutenzione predittiva, c’è anche maggiore sicurezza”, dice Ivan Moroni, CEO della start-up Tokbo, il quale trasmette immediatamente la forte convinzione che la soluzione sviluppata dalla sua azienda, con cui condivide il nome, il sistema intelligente, pensato e sviluppato per il monitoraggio delle connessioni imbullonate, possa fare la differenza per molte imprese.
Uno strumento essenziale per misurare parametri che prima restavano pressoché sconosciuti e che possono fornire grande supporto alla progettazione e alla gestione degli asset.
L’ambito di riferimento è quello della manutenzione predittiva, di cui si iniziò a parlare già negli anni Sessanta-Settanta, seppur con gli enormi limiti della tecnologia del tempo. Oggi però la grande diffusione dell’IoT degli ultimi anni e l’uso sempre più esteso di sistemi intelligenti per l’analisi dei dati hanno consentito alla manutenzione predittiva di raggiungere un livello di maturità superiore. Tokbo è figlio di questa nuova filosofia.
Il sistema consente di comprendere in tempo reale le condizioni operative delle strutture, intercettando tempestivamente eventuali anomalie.
LA GENESI DEL PROGETTO
Tokbo è un Intelligent Talking Bolt Network, una soluzione pensata per portare l’IoT nel settore degli elementi di fissaggio, facendo sì che tali sistemi diventino anche sensori per il monitoraggio in tempo reale di diversi fattori, come forza di serraggio, temperatura, vibrazioni e inclinazione.
Il sistema intelligente viene, quindi, posizionato nei punti critici che si desidera monitorare, affinché possa trasmettere dati sulla tensione e sull’allungamento, sulle accelerazioni subite e sull’inclinazione esistente. Questa soluzione consente così di comprendere in tempo reale le condizioni operative delle strutture, intercettando tempestivamente eventuali anomalie.
“Si tratta di una soluzione smart completa”, ci spiega Ivan Moroni, “il che significa che in fase di progetto non si è solo pensato al sensore, ma anche all’elettronica e alle piattaforme digitali che analizzano costantemente i componenti cardine, visibili e non visibili, delle strutture. Lo scopo è monitorarne la conformità e lo stato di conservazione, oltre a prevedere servizi di manutenzione ai fini della sicurezza”.
L’omonima start-up responsabile del progetto è frutto di una joint venture fra Gruppo Agrati, tra i leader nella produzione di soluzioni di fissaggio, ed E-novia, società specializzata in soluzioni deep-tech.
“Il progetto è nato da un’attività di ricerca e sviluppo che risale a fine 2018”, continua Moroni. “Grazie alla collaborazione di E-novia, si è poi evoluto, portandoci a realizzare il primo prototipo funzionante che abbiamo validato nel 2019 e brevettato nel 2020. L’anno successivo abbiamo fondato la start-up Tokbo con un business model dedicato”.
SEMPLICE DA UTILIZZARE
Il sistema Tokbo può essere applicato sia su strutture esistenti sia su quelle di nuova costruzione e richiede quattro passaggi: installazione dei sensori sulle giunzioni filettate, connessione del gateway, setup del sistema, accensione della rete e monitoraggio. “Dal momento che i nostri interlocutori sono figure tecniche”, continua Moroni, “tendenzialmente preferiamo demandare loro l’installazione vera e propria del sistema, a seguito di un training e garantendo comunque la nostra supervisione”.
Date le sue caratteristiche, Tokbo ha prima di tutto l’ambizione di lavorare sulla manutenzione predittiva: di andare pertanto a segnalare un degrado, permettendo a chi di dovere di intervenire nei tempi corretti con efficacia ed efficienza.
“Scegliere di integrare ai propri sistemi una soluzione come Tokbo”, continua il CEO della start-up, “consente di destinare il capitale per la manutenzione in maniera opportuna: unicamente, quindi, dove è stata individuata un’anomalia che può portare a un guasto, garantendo così un efficientamento dei costi e delle risorse. Vien da sé che i vantaggi derivanti dall’integrazione di questa soluzione sfocino anche nel campo della sostenibilità, proprio perché le risorse vengono investite solo quando ve ne è una reale necessità”.
Il sistema Tokbo può essere applicato sia su strutture esistenti sia su quelle di nuova costruzione.
DOVE SI USA
L’ambito applicativo di Tokbo può essere suddiviso in due macro-cluster.
Il primo è quello delle infrastrutture di mobilità, come autostrade, ferrovie, aeroporti e porti. Il secondo è quello industriale, ovvero relativo a tutte quelle applicazioni che possono essere legate a macchinari per la produzione e a sistemi di supporto al monitoraggio ambientale.
“Considerando che”, sottolinea Moroni, “in ambito industriale le giunzioni imbullonate sono presenti ovunque, poiché qualsiasi macchinario è fatto anche di materiali metallici tenuti insieme da viti, bulloni, o giunzioni imbullonate, la diffusione di Tokbo ha un grandissimo potenziale”.
SVILUPPI FUTURI
Gli ambiti di sviluppo di Tokbo toccano prima di tutto l’ambito tecnologico. “Stiamo ampliando le versioni esistenti del nostro sistema”, prosegue Moroni, “e, in parallelo, stiamo lavorando a sensori aggiuntivi che vedranno la luce il prossimo anno e che creeranno un ecosistema Tokbo maggiormente esteso. Saranno caratterizzati da una maggiore facilità di installazione su opere già esistenti e, al tempo stesso, da una dalla capacità di rilevare l’evoluzione del tempo anche del livello di corrosione”.
Pur essendo una realtà relativamente nuova e con un mercato, al momento, prettamente italiano, Tokbo si pone l’obiettivo ambizioso di diventare un punto di riferimento per il monitoraggio di giunti, infrastrutture e sistemi industriali, puntando ad allargare il mercato non solo in Italia, ma anche in Svizzera, Giappone, Stati Uniti e America Latina. ©TECN’È
Ivan Moroni, CEO della start-up Tokbo.