Nicola Scarlatelli, Amministratore Unico di Samec.
Il concetto di sostenibilità abbraccia la sfera ambientale, economica e sociale. Samec, specialista nell’automazione della manipolazione della lamiera, lo ha sposato in toto. Ce ne parla ampiamente l’Amministratore Unico Nicola Scarlatelli.
di Elisa Maranzana
Ci sono investimenti che è giusto fare a prescindere dal ritorno economico. Nicola Scarlatelli, Amministratore Unico di Samec, ne è convinto. La sua azienda, con una storia iniziata nel 1974, è specializzata nella realizzazione di sistemi automatizzati per la manipolazione della lamiera per lo stampaggio a freddo e da molto tempo ormai ha intrapreso la strada della sostenibilità. “Ognuno di noi, in qualche modo”, ci dice, “è in debito nei confronti della vita ed è giusto che, a un certo punto, per quanto può, restituisca ciò che ha ricevuto. Siamo solo ospiti del pianeta in cui viviamo e dobbiamo fare il possibile per lasciarlo, a chi verrà dopo di noi, meglio di come lo abbiamo trovato”.
Parole senz’altro belle, e che ci siamo anche abituati ad ascoltare spesso in convegni e talk-show, ma che Scarlatelli ha trovato il modo di declinare anche con un approccio pragmatico, definendo in concreto quello che si può e che occorre fare. E senza perdere di vista la realtà, ovvero la sostenibilità economica e finanziaria con cui le PMI, che costituiscono la gran parte del manifatturiero italiano, devono necessariamente fare i conti per non erodere completamente le marginalità che non sempre sono così alte.
Bricchetti d’acciaio prodotti dai compattatori di truciolo di cui Samec si sta dotando. Riducono dell’80% il volume dello scarto, con importanti ricadute anche in forma di minori emissioni di anidride carbonica.
Il valore più grande
Samec, che ha sede vicino a Torino, a Cascine Vica, frazione di Rivoli, ha intrapreso il percorso verso la sostenibilità attraverso scelte etiche e investimenti su più fronti, che hanno portato e continuano a portare un grande ritorno, non solo in termini economici, ma anche e soprattutto sotto forma di una ricchezza più ampia, che abbraccia diversi aspetti, inclusa la dimensione umana.
Secondo Nicola Scarlatelli è infatti proprio da questo tipo di ricchezza che un’impresa guadagna davvero, poiché comprende un valore che va oltre il mero profitto. “L’attuale tendenza”, ci spiega, “è di affidare sempre di più alle macchine determinate mansioni, così da liberare l’uomo dai compiti più ripetitivi e logoranti. Poiché, secondo me, il vero valore di un’impresa si trova nelle risorse umane, fare in modo che queste abbiano la possibilità di esprimersi attraverso attività più qualificanti fa sì, in generale, che svolgano meglio il proprio lavoro. Coinvolgere poi le persone in quello che un’azienda fa genera una capacità motivazionale nel trovare soluzioni a problemi che, in altri casi, non emergerebbero”.
Nicola Scarlatelli, primo a sinistra, durante la firma del protocollo d’intesa per la campagna inPERFETTO, che mira a introdurre una nuova cultura dello scarto tra le aziende del territorio torinese.
Investimenti sostenibili
La sostenibilità fa da sempre parte del DNA di Samec. Non è casuale neppure la sua scelta di abbracciare appieno la filosofia che sta alla base del Compasso Manifatturiero, il distretto del torinese che riunisce artigiani, piccolissime e medie imprese, con l’obiettivo non solo di fare rete per competere con realtà più grandi, ma anche di lavorare in maniera più sostenibile. Oggi il 90% dei fornitori di Samec risiede in un raggio di 30 km, offrendo all’azienda la possibilità di non dover fare affidamento solo sulle forze interne, ma anche sul supporto di fornitori e realtà che si trovano nelle immediate vicinanze.
“Nel 2011”, prosegue poi Nicola Scarlatelli, “abbiamo installato un impianto fotovoltaico da 100 kW di potenza, in grado di produrre mediamente il 50% del fabbisogno energetico aziendale. La scelta dell’epoca fu di dismettere la parte del tetto in cemento-amianto, invece di coprirla con una sorta di cappotto, optando per una soluzione più costosa, ma anche più sostenibile. Il punto di pareggio dell’investimento è arrivato all’ottavo anno di esercizio”.
Guardando al futuro, Nicola Scarlatelli sta già progettando un nuovo impianto fotovoltaico nel parcheggio dello stabilimento piemontese, con l’obiettivo di utilizzarlo in parte per ricaricare le auto e i furgoni che viaggiano nell’arco dei 30 km del Compasso Manifatturiero, e arrivando in questo modo alla completa autosufficienza energetica anche per quel che riguarda i mezzi di trasporto.
Nel 2011 l’azienda ha investito in un impianto fotovoltaico, in grado di produrre mediamente il 50% del fabbisogno energetico aziendale.
Vantaggi su più fronti
Nell’ambito di un’ottimizzazione dei processi di produzione in ottica sostenibile, Samec ha recentemente annunciato anche l’installazione del quarto compattatore di trucioli, facendo così un ulteriore passo avanti nella gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti generati dalle lavorazioni meccaniche. “Finora sono tre i compattatori di trucioli che abbiamo installato sulle macchine a più alta produzione”, ha dichiarato Scarlatelli, “ma pensiamo che, arrivando a sette, saremmo in grado di compattare lo sfrido di tutte le lavorazioni meccaniche”.
Sono diverse le ragioni che hanno portato Samec a intraprendere questa strada, prima fra tutte la grande quantità di trucioli prodotti dalle lavorazioni, il cui volume, grazie all’integrazione dei compattatori, è stato ridotto dell’80%. Ciò ha permesso di ottimizzare il trasporto dei bricchetti, riducendo, di conseguenza, anche le emissioni di CO2 connesse ai trasporti e prevenendo il rischio di sversamenti di liquidi dannosi nell’ambiente.
“Un altro aspetto da non sottovalutare”, continua infatti Scarlatelli, “è che l’utilizzo dei tradizionali cassoni per la raccolta dei trucioli comportava uno spreco di liquido lubrorefrigerante, con conseguenti costi aggiuntivi e impatti ambientali negativi. Questi fluidi, infatti non contengono solo acqua, ma anche oli che, finendo in fonderia insieme ai trucioli, vengono bruciati producendo emissioni”.
Grazie all’implementazione dei compattatori, Samec è ora in grado di recuperare fino al 90% del lubrorefrigerante utilizzato, che ora viene raccolto in un’apposita vasca di recupero, per essere, successivamente, reimmesso nelle macchine utensili, eliminando così gli sprechi.
Un ulteriore vantaggio derivante dall’installazione dei compattatori è la possibilità di far lavorare le macchine anche senza presidio umano, durante la notte, grazie all’eliminazione dell’accumulo di trucioli nei cassoni.
Bricchetti di truciolo in uscita da uno dei compattatori di Samec. L’azienda ha da poco installato la quarta di queste macchine e mira a introdurne sette per gestire al meglio lo sfrido di tutte le sue lavorazioni meccaniche.
Economia circolare
L’impronta sostenibile di Samec si vede anche al di fuori delle mura dello stabilimento piemontese. Tramite CNA (la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa), l’azienda ha infatti aderito alla Campagna nazionale “inPERFETTO” che rientra nel protocollo di Intesa tra AIPEC, CNA Torino, Movimento MEZZOPIENO e SERMIG. Si tratta di un’iniziativa intesa a sviluppare una nuova cultura dello scarto attraverso il recupero dei residui di produzione e una loro valorizzazione come sottoprodotti per attivare una filiera di riciclo nell’ottica dell’economia circolare.
“Abbiamo una tendenza fisiologica a buttare via tutto ciò che non è più utilizzabile, e questo accade anche nelle aziende”, spiega ancora Scarlatelli. “È da qui che nasce l’idea di lanciare un progetto pilota nella nostra zona con l’obiettivo di recuperare gli scarti di produzione, mettendo in relazione chi potenzialmente potrebbe utilizzare il materiale eliminato da altri”.
Una nuova isola robotizzata
Samec ha recentemente ultimato la messa in servizio di una seconda isola robotizzata, pensata e progettata sulla base del concetto di flessibilità e ottimizzazione degli spazi intesa come verticalizzazione del processo.
L’isola è composta da un nuovo centro di lavoro verticale a 5 assi Makino SLIM 3N, un portale Güdel, un robot FANUC montato sul portale Güdel che asserve, dall’alto, una Makino SLIM e alcuni carrelli e attrezzi di asservimento grezzi e deposito finiti costruiti ad hoc.
“Il nostro obiettivo”, commenta Nicola Scarlatelli, “è quello di lavorare, grazie all’implementazione di questi sistemi, in maniera non presidiata di notte e nei fine settimana, ottenendo in parallelo anche un risparmio energetico importante”. ©TECN’È
Nuova isola robotizzata recentemente messa in servizio da Samec.