La fornitissima officina meccanica di Speedy Block è equipaggiata con macchine e attrezzature in grado di soddisfare le necessità di ogni tipo di cliente.
Non tutti i sistemi di serraggio sono uguali, seppur spesso, da esigenze di mercato, simili. Sono tanti infatti i dettagli che ne sanciscono le differenze. Per approfondire il tema, abbiamo parlato con Sergio Grisendi, Responsabile Export di Speedy Block, che, attraverso una sorta di tour virtuale tra le varie fasi del processo produttivo, ci ha raccontato come nascono i loro sistemi di serraggio.
di Elisa Maranzana
Toccare con mano un prodotto finito è il modo migliore per verificarne le caratteristiche e apprezzarne la qualità. Così come provarlo direttamente sul campo è la tecnica migliore per testarne le effettive performance. È anche vero però che conoscere e comprendere cosa c’è dietro a ciascun prodotto, come avviene la sua realizzazione, attraversando le varie fasi del processo che inizia con l’ideazione e termina con l’immissione sul mercato, può essere un importante indicatore del modus operandi di un’azienda e quindi della validità stessa dei suoi prodotti. Così come lo è comprendere il suo approccio strategico alla produzione.
Ed è proprio quello che abbiamo fatto nel caso di Speedy Block (www.speedyblock.it), importante punto di riferimento nel mercato del fissaggio rapido, temporaneo o permanente, di componenti. Fase dopo fase, Sergio Grisendi, Responsabile Export, ci ha guidati attraverso un tour virtuale dei vari reparti e ci ha spiegato come nascono le soluzioni Speedy Block.
Sergio Grisendi, Responsabile Export di Speedy Block.
IL PUNTO DI PARTENZA
Le idee per un nuovo sistema di serraggio Speedy Block possono arrivare da diverse direzioni. “In alcuni casi partiamo da un’esigenza specifica del cliente”, ci spiega Sergio Grisendi, “mentre in altri ci troviamo a implementare o rinnovare una serie già esistente. In altri ancora prendiamo spunto da quello che vediamo in giro, quindi da applicazioni già esistenti o anche osservando con occhio critico quello che viene esposto in fiera. Inutile negare, poi, che è importante prestare attenzione anche a quello che fa la concorrenza, proprio perché, come accade un po’ in tutti i settori merceologici, c’è un filo conduttore comune che lega le imprese appartenenti a uno stesso comparto. Fermo restando ovviamente, che, dove possibile, è fondamentale anche cercare di ideare e realizzare prodotti originali”.
Definita l’idea di partenza, inizia il processo di realizzazione vero e proprio, che parte da un disegno molto semplice a mano libera, poi digitalizzato tramite Autodesk Inventor 3D CAD per definire la prima realizzazione, successivamente resa tangibile attraverso un prototipo in materiale plastico. “Da poco più di un anno”, continua Grisendi, “abbiamo introdotto nell’ufficio tecnico Speedy Block una stampante 3D Sharebot XXL, basata sulla tecnologia FDM (Fused Deposition Modeling), che si adatta perfettamente alla tipologia di prototipi che dobbiamo realizzare. Disporre di questo primo modello ci permette di analizzare e toccare con mano le interferenze più evidenti che il sistema di bloccaggio può avere con un oggetto fisico”. Al prototipo in materiale plastico, ne seguirà uno in metallo, realizzato dal reparto attrezzeria e prototipazione.
La progettazione di tutti i sistemi di serraggio Speedy Block è strettamente correlata alla fase successiva di industrializzazione.
UNA CONDIZIONE ESSENZIALE
Condicio sine qua non che caratterizza tutti i sistemi di serraggio Speedy Block è che la loro progettazione sia strettamente correlata a come poi tale prodotti dovranno essere realizzati: “Non esiste che un articolo venga progettato in maniera a sé stante senza avere un’idea ben precisa del processo di industrializzazione che dovrà seguire”, precisa Grisendi. “Quello infatti che può apparire perfetto a disegno, non è detto poi che abbia anche un’attuazione pratica produttivamente conveniente. Al fine di offrire ai nostri clienti sistemi di serraggio che siano quanto più convenienti possibile dal punto di vista economico, dobbiamo prestare attenzione anche al più piccolo dettaglio; banalità come una semplice piega o lo spessore di un componente stesso, o la modalità di assemblaggio potrebbero far lievitare inutilmente i costi. E i vari prototipi che realizziamo strada facendo hanno proprio lo scopo di portarci verso la progettazione di un prodotto finale che non solo abbia tutti i requisiti che il mercato chiede, ma che abbia anche un costo finale che ci consenta di avere un certo vantaggio competitivo”.
Circa il 95% dei sistemi di serraggio Speedy Block è sempre disponibile a magazzino.
SOTTO STRESS
Se i prototipi realizzati rispondono a tutti i requisiti produttivi, economici e di mercato stabiliti, Speedy Block passa poi alla fase di test. “In sala test i nostri sistemi di serraggio vengono portati ad un alto livello di stress attraverso un elevato numero di cicli, che può variare in base alla tipologia di articolo”, ci spiega ancora Grisendi. “Questo step ci permette anche di dedurre tutti quei valori che poi dovremo riportare sul catalogo. La differenza tra un attrezzo di serraggio fatto bene (e quindi caratterizzato da miglior chiusura, durata più lunga, e così via) e uno di scarsa qualità sta proprio nel riuscire ad individuare durante questa fase di test tutte quelle eventuali inefficienze che devono essere eliminate prima della produzione”.
PRODUZIONE INTELLIGENTE
Uno dei principali obiettivi di Speedy Block – sul mercato dal 1948 con la volontà costante di migliorare continuamente i propri prodotti – è mantenere quel giusto margine economico, che consenta di effettuare investimenti costanti in nuove tecnologie e attrezzature. “Le agevolazioni fiscali previste dal Piano Nazionale Industria 4.0 in questo ultimo anno e mezzo, e oggi reiterate nella fase due (Piano Nazionale Impresa 4.0), si sposano perfettamente con le dinamiche di un’azienda come la nostra”, ci dice ancora Grisendi. “Punto essenziale della nostra politica aziendale è infatti proprio continuare a perseguire la strada degli investimenti, che mediamente corrispondono a circa il 10% del nostro fatturato. Certo, anche noi abbiamo beneficiato degli incentivi messi a disposizione dal recente Piano di Governo, ma di fatto abbiamo solo portato avanti la nostra strategia storica”.
Buona parte dei risultati di tali investimenti si concretizzano quindi nell’officina produttiva Speedy Block, dove, a fronte di una struttura del reparto rimasta pressoché invariata, le attrezzature e gli impianti installati rispecchiano perfettamente un modo di produrre che è cambiato. “Se da un lato ci troviamo costantemente ad aggiornare i vecchi impianti in tema di sicurezza”, aggiunge Grisendi, “dall’altro quelli nuovi sono tutti di ultima generazione e, per la maggior parte, dotati dei requisiti previsti dal piano di Governo in tema di Industry 4.0, con tutto ciò che ne consegue”.
In Speedy Block tutte le fasi produttive sono seguite con l’ausilio di strumentazioni all’avanguardia, con metodi, processi e controlli collaudati e garantiti da una lunga esperienza.
SCELTE BEN PONDERATE
Ogni reparto ha il suo ruolo e, per poter offrire al cliente un servizio di qualità, anche la gestione del magazzino è essenziale, ed è proprio in questa direzione che sono andati gli investimenti più recenti di Speedy Block. “Abbiamo acquisito un altro capannone dove verrà trasferito il reparto di assemblaggio a cui sarà abbinato un nuovo magazzino automatico esterno riservato ai semilavorati. Il nuovo deposito sarà collegato in via aerea con l’altro magazzino automatico dello stabilimento storico dell’azienda e riservato invece ai prodotti finiti, permettendoci così di rendere ancora più efficiente il layout produttivo. Pensiamo di riuscire a rendere tutto operativo già all’inizio del nuovo anno”, afferma Grisendi.
Ma se parte degli investimenti è stata destinata a un nuovo magazzino automatico, la scelta di Speedy Block è mantenere manuale la fase di assemblaggio. “Date le caratteristiche tecniche e la forma specifica dei componenti che assembliamo, ogni singolo attrezzo deve essere testato manualmente dall’operatore che lo monta, affinché venga garantita la giusta flessibilità di movimento, caratteristica essenziale dei nostri prodotti. Infatti, in base alla nostra esperienza, abbiamo capito che se ci affidassimo a sistemi di assemblaggio automatico, raggiungeremmo un risultato qualitativo inferiore a quello ottenuto con l’assemblaggio manuale. Questa scelta ovviamente comporta costi più alti, che vanno ad appannaggio di una maggiore qualità del prodotto finito”, aggiunge Grisendi.
E per quanto riguarda i tempi di consegna? “Nel tempo abbiamo definito un modello che si basa sulle vendite effettuate negli anni scorsi e sulle aspettative di vendita future”, ci risponde Grisendi. “In questo modo riusciamo ad avere pronti a magazzino oltre il 95% dei nostri articoli, il che ci permette, per quanto riguarda i due mercati in cui vendiamo maggiormente (quindi Italia e Germania), di evadere gli ordini arrivati in mattinata nell’arco della stessa giornata”. ©TECN’È