Stabilimento produttivo di Lario Plast dopo gli ultimi investimenti.
In soli due anni il titolare di Lario Plast, Ambrogio Alberio, ha integrato nello stabilimento produttivo della sua azienda 12 robot SCARA Epson forniti da Sinta destinati alla manipolazione dei pezzi stampati.
di Elisa Maranzana
Non si può certo dire che ad Ambrogio Alberio manchino le idee. E neppure la volontà e la determinazione per realizzarle. Ma occorre fare un passo indietro per capire perché. Ambrogio Alberio è il fondatore di Lario Plast , nonché la mente e l’anima di un’impresa che in soli 10 anni ha creato un giro d’affari notevole (15/16 milioni di euro sono le previsioni di fatturato per il 2020), grazie a una politica strategica basata su investimenti perlopiù tecnologici, lungimiranza e non poco coraggio. Una politica strategica che, negli ultimi due anni soprattutto, ha trasformato l’azienda in una fabbrica 4.0 a tutti gli effetti, grazie all’introduzione di soluzioni tecnologiche altamente innovative e performanti – ne sono un esempio i robot SCARA Epson forniti da Sinta – che hanno permesso di aumentare l’efficienza produttiva di circa il 200%.
Ambrogio Alberio, fondatore e titolare di Lario Plast.
UN AMBITO MOLTO DISCUSSO
Il settore di riferimento è quello della plastica, un comparto che fa sempre più discutere per il pesante impatto ambientale di questo materiale. Il problema è innegabile, questo è certo, ma potrebbe essere contenuto parecchio se non fosse, secondo Ambrogio Alberio, per “una forte carenza nell’educazione – civica, ma non solo – da parte delle scuole, che dovrebbero sensibilizzare maggiormente giovani e giovanissimi non solo su temi come riciclaggio e raccolta differenziata, ma anche, banalmente, a non buttare per terra la bottiglietta di plastica dell’acqua una volta utilizzata”. Vero è anche infatti che – nonostante le plastica venga considerata uno dei più grandi mali di questo millennio – si tratta di un materiale che oggi permette di ottenere risultati che, in moltissimi casi, sarebbero altrimenti raggiungibili solo attraverso materiali o processi dall’impatto ambientale assai peggiore, anche se magari in apparenza meno tangibile di quello della plastica.
Ma torniamo a Lario Plast. Fondata da Ambrogio Alberio nel 2009 e oggi tra le prime cinque imprese in Italia per giro d’affari nel settore, l’azienda occupa una trentina di persone suddivise nelle due unità operative – quella di Alzate Brianza, in provincia di Como, e quella nuova di Carnate, in provincia di Monza Brianza – e produce circa 180 milioni di pezzi all’anno fra bottiglie e flaconi in materiali plastici destinati principalmente ai settori cosmetico, parafarmaceutico e alimentare, al ritmo di 20.000 bottiglie ogni ora.
Un robot SCARA Epson fornito da Sinta al lavoro nello stabilimento di Lario Plast.
L’INCONTRO
Lario Plast entra in contatto con Sinta – noto distributore in Italia di prodotti per l’automazione industriale – per la prima volta durante l’edizione 2015 della SPS di Parma. “Ricordo che vidi esposto allo stand di Sinta un manipolatore che metteva delle palline da golf all’interno di una dima”, racconta Alberio. “Nell’osservare quella meticolosa operazione continuativa, pensai subito che al posto delle palline avrebbero potuto esserci delle bottiglie di plastica, esattamente come quelle che produceva Lario Plast, e che quel lavoro infinitamente ripetitivo di prendere il flacone appena prodotto e metterlo nell’apposito contenitore destinato alla pallettizzazione che fino a quel momento aveva sempre svolto l’operaio, avrebbe potuto anche essere effettuato da un robot”.
Da quella prima idea all’effettiva concretizzazione del progetto il passo è breve. “Immaginai subito che il contenitore che avrebbe dovuto ospitare le bottiglie”, continua il titolare di Lario Plast, “avrebbe potuto essere un vassoio di un unico formato, che, proprio grazie alla versatilità e alla flessibilità del manipolatore, avrebbe potuto essere riempito completamente, ma in modo diverso a seconda delle necessità del momento, in maniera totalmente autonoma”.
Un altro robot SCARA Epson fornito da Sinta al lavoro nello stabilimento di Lario Plast.
DETTO, FATTO
“Siamo partiti con un primo progetto”, continua il titolare di Lario Plast, “costituito da un solo manipolatore – e in particolare da un robot SCARA Epson LS20-A04S (carico 20 kg, raggio d’azione 1 m) – a cui abbiamo demandato il compito di prendere, una o due alla volta, le bottiglie appena stampate per poi andare a depositarle nell’apposito vassoio di cartone fino al suo completo riempimento. La messa a punto del progetto pilota è durata suppergiù un anno, ma, grazie al supporto dei tecnici Sinta che sono stati in grado di apportare alcune personalizzazioni lato software, è oggi possibile creare all’occorrenza nuovi programmi per flaconi di dimensioni e forme diverse e con una disposizione sul vassoio personalizzabile. Il tutto mediante semplici comandi sull’interfaccia grafica del pannello operatore a bordo macchina e con un’affidabilità che supera il 98%”.
Dati i risultati raggiunti, al primo manipolatore fornito da Sinta ne è seguito un secondo, poi un terzo, un quarto e così via, fino ad arrivare a un totale di 12 robot già installati e perfettamente funzionanti (uno per quasi ogni macchina di stampaggio).
SODDISFATTI AL 200%
Sull’onda degli investimenti legati a Industry 4.0 (e costati indicativamente dieci milioni di euro), Lario Plast ha integrato nello stabilimento anche sei carrelli a guida autonoma (AGV) per il trasporto delle merci, ampliato il magazzino, introdotto una macchina per l’imballaggio dei pallet. Il tutto perfettamente tracciato e interconnesso a un gestionale centrale così da avere sotto controllo esattamente tutto ciò che avviene in officina (produzione, immagazzinamento, spedizioni…).
Grazie a questa evoluzione, l’azienda lombarda ha migliorato l’efficienza produttiva del 200%, ma, tiene a precisare Ambrogio Alberio “è soprattutto grazie all’introduzione dei robot SCARA Epson e al prezioso supporto tecnico fornito da Sinta che ha potuto raggiungere questi risultati”. ©TECN’È
Lario Plast produce circa 180 milioni di pezzi all’anno fra bottiglie e flaconi in materiali plastici destinati principalmente ai settori cosmetico, parafarmaceutico e alimentare.