Ogni scuola dovrebbe istruire e formare una coscienza culturale, ma dovrebbe anche fornire ai propri studenti i mezzi per orientarsi e avvicinarsi con entusiasmo al mondo del lavoro. Un esempio concreto di quanto è possibile fare è racchiuso nel progetto “Robotica a scuola”: tra gli interpreti l’IPSIA Galilei, Istituto Tecnico di Torino, COMAU ed SMC.
di Federica Conti
Quello che una scuola dovrebbe fare, oltre a istruire e formare una coscienza culturale, è fornire ai propri studenti i mezzi per orientarsi e avvicinarsi con entusiasmo al mondo del lavoro. Bisogna rilanciare la cultura dell’imprenditorialità, e l’imprenditorialità vive di idee. C’è chi di questi presupposti ha fatto il proprio credo ed è riuscito a realizzare un meccanismo che funziona. Stiamo parlando del progetto “Robotica a scuola”, promosso dal Professor Enzo Marvaso e dal Professor Franco Francavilla, rispettivamente Docente e Preside dell’IPSIA Galilei, Istituto Tecnico di Torino, e che, a distanza di un anno, ha permesso l’installazione di tre celle robotizzate presso gli Istituti Tecnici del comprensorio torinese.
“In Piemonte, oltre l’80% delle aziende opera nel campo della robotica e della meccatronica, parliamo di 252 realtà industriali”, spiega Marvaso. “Il nostro obbiettivo è far incontrare il mondo dell’industria con le scuole per poter rilanciare l’istruzione negli Istituti Tecnici e Commerciali, affinché i ragazzi che qui si formano possano crescere e un giorno fornire risposte alle richieste di questo mercato”.
UN PROGETTO AVANZATO
Un progetto ambizioso, quello descritto, che ha visto la sua realizzazione grazie all’appoggio della Camera di Commercio di Torino, nella persona del Dottor Bolatto, che ne ha immediatamente capito il valore, e dell’Associazione AMMA, Aziende Meccaniche Meccatroniche Associate. Un progetto che vede coinvolti nel Protocollo d’intesa, siglato nel novembre 2010, anche l’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, la Regione Piemonte, la Provincia di Torino, l’Unione Industriale della Provincia di Torino, l’Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato “Galileo Galilei” e il Politecnico di Torino, nella persona dell’Ingegner Francesco Profumo, attuale Ministro dell’Istruzione.
Nell’oggetto del documento, si legge: “Protocollo di intesa per lo sviluppo dell’Istruzione Tecnica e Professionale nel campo della Meccatronica e della Robotica, per la promozione di attività di formazione, di qualificazione e dell’aggiornamento docenti, dell’offerta formativa e della didattica, di incremento delle competenze territoriali indirizzate alla progettazione e realizzazione di prodotto nel settore della robotica industriale e di servizio”.
“Dalla stipula del protocollo siamo riusciti a raccogliere i fondi necessari. Il passo successivo è stato quello di selezionare un partner tecnico con il quale ‘stringere’ un accordo per la formazione del personale scolastico e per la fornitura delle celle”, racconta Marvaso.
“La prima volta che ho incontrato il Professor Marvaso non mi sono reso conto della portata di questo progetto”, aggiunge l’Ingegner Baroncelli, Responsabile dell’Ufficio Estimating & Proposal in COMAU, nonché Premio Engelberger 2005. “Ciò che mi ha piacevolmente sorpreso è l’entusiasmo dimostrato da studenti e docenti che vi partecipano”.
UNA COLLABORAZIONE FORMATIVA
“La collaborazione con COMAU è di fondamentale importanza per il progetto ‘Robotica a scuola’. Grazie all’Ingegner Baroncelli, e alla sua estrema competenza e passione per la robotica, siamo riusciti ad organizzare presso COMAU il primo corso di formazione per i Docenti degli Istituti Tecnici del comprensorio torinese. In tutto, 40 Professori hanno seguito una formazione in COMAU per due settimane, per otto ore al giorno. Docenti fino a poco prima demotivati hanno trovato un entusiasmo nuovo e nuove motivazioni per portare avanti il proprio lavoro, a tal punto da riscrivere le unità didattiche da sottoporre agli alunni”, spiega Marvaso.
“Ciò che ha veramente suscitato l’interesse, prima nei docenti e in seguito negli alunni, è il fatto che quanto si stava affrontando non fossero argomenti di mera didattica, ma problematiche reali”, aggiunge Baroncelli. “In quel periodo stavamo ricercando la soluzione migliore per un robot antropomorfo, robot che poi sarebbe stato installato nelle scuole. Per equipaggiarlo ci serviva una pinza con determinate caratteristiche: la scelta è ricaduta su una pinza a comando pneumatico di SMC. I docenti hanno quindi ‘lavorato’ su questo componente per completare il robot”.
È dunque possibile affermare che anche SMC Italia è diventata parte integrante di questo progetto, grazie alla sua gamma prodotti completa che permette di trovare ogni volta la soluzione migliore alle diverse necessità, e per la disponibilità del suo personale tecnico, sempre pronto ad una consulenza.
“Vorrei sottolineare come questo progetto vada a vantaggio non solo della scuola, ma altresì delle aziende, ad esempio di COMAU, e conseguentemente di SMC Italia. Abbiamo realizzato un sistema che ha visto la sua ultima evoluzione nell’iniziativa che abbiamo chiamato ‘Adotta una scuola’”, sottolinea Marvaso.
A pensarci bene, non c’è nulla di più semplice: l’azienda commissiona ad un Istituto la realizzazione di un progetto a lei realmente necessario e paga il lavoro svolto. Nessuno ci aveva mai pensato, ed invece studenti e docenti, che finalmente non sono più sospesi nel limbo delle simulazioni fini a se stesse, hanno trovato quest’attività talmente stimolante tanto che “dovevamo letteralmente ‘cacciarli’ fuori dalla scuola, a sera fatta”, evidenzia, con un sorriso, Marvaso.
I ragazzi, che al suono della campanella fuggivano a casa, ora si incontrano nei laboratori di robotica e “creano”. Questi ragazzi hanno ritrovato l’ambizione del sapere e il piacere di vedere realizzate le loro idee. La scuola ora li forma concretamente, fornendo loro i mezzi per scegliere quale sarà il loro futuro lavorativo e per capire come divenire una risorsa preziosa per le aziende italiane.