Nell’ambito degli eventi convegnistici di Seatec-Compotec si è svolto il convegno dedicato al refit, organizzato da IMM CarraraFiere, con la prestigiosa collaborazione di Superyacht Times, che ha esaminato i trend in atto nel settore e i risultati di una ricerca mirata sulle motivazioni che portano alla scelta del refit rispetto al new building. Il seminario è stato aperto con una presentazione di statistiche sulla flotta di superyacht del mondo, le vendite di nuovi superyacht usati e il mercato refit.
Lo studio, denominato “Seatec 2020 Intelligence Report” è stato espressamente richiesto a SuperYacht Times da IMM CarraraFiere quale strumento di interesse e aggiornamento per gli operatori del settore e supportato da ICE Agenzia, nell’ambito dell’attività formativa di Seatec-Compotec Academy, area che riveste un valore concreto e attuale in termini di approfondimento, aggiornamento professionale, apprendimento scientifico, miglioramento del proprio bagaglio professionale, per tutti coloro che si dedicano al settore e che, al contempo, assolve al ruolo di connessione tra la cultura tecnica e il mondo della produzione e la filiera dei fornitori dei vari settori.
Il “Seatec 2020 Intelligence Report” ha preso in esame 1.169 yacht superiori ai 30 m, visitando oltre 137 cantieri nel 2019, e stilando la classifica degli 11 paesi più importanti nel settore del refit: l’Italia si piazza al primo posto, seguono a notevole distanza USA, Francia, Turchia, Paesi Bassi, Spagna, Germania, Australia, Grecia, Nuova Zelanda e Malta.
La flotta mondiale di superyacht di oltre 30 m di lunghezza è cresciuta enormemente negli ultimi decenni. Il numero degli yacht è raddoppiato tra il 1985 e il 2000, e poi di nuovo tra il 2000 e il 2010. Da allora la crescita è rallentata di poco arrivando a circa 120 yacht all’anno, con 5.092 superyacht alla fine del 2019: un aumento di oltre sei volte dal 1985. L’85,1% del totale, per 4.334 yacht, misurano fra i 30 e i 50 m. La gran parte degli yacht sono yacht a motore (soltanto il 15,9% sono a vela) con una lunghezza media di 41,2 m per un peso di 443 t.
Il 33% della flotta (1.685 yacht) ha più di 20 anni, con yacht costruiti prima del 2000, mentre 1.770 hanno fra gli 11 e i 12 anni. Risultato leggermente più basso nel corso degli ultimi 10 anni, con 1.637 yacht. Non solo, la flotta è cresciuta, ma lo è anche la dimensione delle imbarcazioni: due terzi della flotta che ha più di 20 anni di vita misura tra i 30 e i 40 m di lunghezza.
Molti e di altissimo livello i relatori intervenuti sui temi esaminati dallo studio. Per la prima sezione “Trend nel settore del refit di superyacht” sono intervenuti Chiara Pardini di Seven Stars Marina & Shipyard, Daniele di Giampaolo di Amico & Co., Rob Papworth di MB92 La Ciotat. Nel primo panel, il pubblico ha appreso che gli affari continuano a crescere per i cantieri navali di refit, spesso grazie a grandi investimenti fatti direttamente dai cantieri stessi.
Negli ultimi anni, l’industria si sta sempre più specializzando, anche in virtù dell’aumento delle dimensioni degli yacht in arrivo per lavori di refit. I relatori hanno evidenziato come il carico di lavoro per i cantieri sia in aumento anche per le richieste da parte dei proprietari degli yacht di tempi d’esecuzione dei lavori molto più rapidi.
Nella seconda sezione, i relatori Giangiacomo Zino di T.Mariotti S.p.A., Giulio Pennacchio di NCA Refit, Marcela de Kern Royer di ICON Yachts, e Marzio Rucconi di Palumbo Shipyards Superyacht Refit, hanno trattato il tema “Refit + nuova costruzione: una combinazione vincente?”. A fronte della crescente richiesta del mercato, i cantieri navali tradizionali hanno iniziato a combinare refit e newbuild. La combinazione dei due settori produttivi richiede molta flessibilità da parte dei cantieri.
I lavori di refit tendono a richiedere molte ore uomo, in un tempo molto breve, mentre le attività newbuilds hanno tempi più dilatati. Va inoltre considerato che il servizio post-vendita prevede attività molto diverse per i due settori. Ancora più complesso e impegnativo è il lavoro da sviluppare per convertire le navi commerciali in “yacht explorer”, trend molto attuale, che consente di scoprire nuove destinazioni al di fuori delle rotte tradizionali.
Sul tema del terzo argomento, “Investire nei cantieri: una buona scelta?” sono intervenuti Armando Branchini di EY/Fondazione Altagamma, Stefano Talamonti di Wider Yachts, Steward Parvin di Cantiere Rossini. Merijin de Waard, fondatore di Superyacht Times, e Ralph Dazert, capo dell’intelligence hanno preso parte a tutti i panel.
Nel corso della sessione, i relatori hanno individuato i privati come migliori investitori per entrambi i settori. Costruire un superyacht è molto complesso, i margini di ricavo sono piuttosto bassi e il rischio d’impresa è elevato e spesso non all’altezza delle aspettative. La ricerca di fondi sembra essere più indirizzata verso il private equity piuttosto che agli istituti bancari.