Dassault Systèmes ha realizzato una ricostruzione interattiva 3D del famoso Altopiano di Giza, dove sorge la storica necropoli. L’applicazione gratuita Giza 3D, accessibile all’indirizzo www.3ds.com/giza3D, consente a tutti di addentrandosi in tombe, cunicoli e camere di sepoltura. L’applicazione interattiva è stata presentata ufficialmente in una serata di gala presso il Museum of Fine Arts, Boston (MFA). Alla presentazione sono intervenuti Lawrence Berman, curatore delle Antiche Arti Egizie, Nubiane e Mediorientali presso il MFA, e Al Bunshaft, Amministratore Delegato di Dassault Systèmes North America, che hanno parlato del futuro dell’istruzione e della ricerca, spiegando come le tecnologie 3D possano migliorare la comprensione e la conoscenza dei tesori artistici e la conservazione di dati e reperti storici a beneficio delle future generazioni.
Oltre alla visita guidata di una selezione di monumenti, il sito Web Giza 3D consente a tutti di girare liberamente all’interno della necropoli, addentrandosi in tombe accuratamente ricostruite, cunicoli e camere di sepoltura, oltre a quattro dei grandi templi del sito archeologico, fra cui le piramidi di Cheope e Micerino. I visitatori virtuali possono visualizzare immagini e foto moderne e antiche, ma soprattutto osservare con grande attenzione una trentina di reperti rinvenuti nel sito archeologico e perfettamente riprodotti in 3D. Il sito Web contiene fotografie, diari di scavi e missioni, mappe e altre testimonianze raccolte in un secolo di spedizioni, arricchendo l’esperienza di insegnamento e apprendimento. Insieme alla versione online, Dassault Systèmes e Harvard University hanno anche presentato un progetto per l’utilizzo della realtà virtuale immersiva e della tecnologia 3D interattiva nel campo dell’istruzione e della ricerca. Gli studenti di egittologia di Harvard potranno seguire corsi innovativi che utilizzano una ricostruzione virtuale immersiva in 3D in tempo reale dell’Altopiano di Giza, basata su dati archeologici reali raccolti dalla stessa università e dal Museum of Fine Arts di Boston (MFA) nella prima metà del XX secolo.