Taglio del nastro ieri per la sesta edizione di Citytech (www.citytech.eu), evento B2B leader in Italia per le tecnologie legate alla mobilità e all’urbanistica che si conclude oggi alla Fabbrica del Vapore di Milano.
La sessione istituzionale “Guidare il cambiamento della mobilità, ripensare la gestione e la connessione degli spazi per favorire la qualità della vita nelle città”, ha aperto i lavori e ha visto la partecipazione dei rappresentanti del Comune di Milano e della Commissione Europea, oltre che dei partner dell’evento: Polis Network, MaaS Global, Ernst&Young, ATM, ANIASA, ANCMA, Politecnico di Milano, Ordine degli Architetti di Milano e Legambiente.
Secondo lo studio Mobility Think Tank 2018 di EY presentato a Citytech, il comparto automotive, compresi i servizi di mobilità, vale oltre il 10% del PIL italiano. Come già accaduto in mercati internazionali, il settore sta affrontando uno dei più profondi cambiamenti di sempre anche nel nostro Paese: lo sviluppo di servizi in sharing (nel 2030 il 35% delle persone si sposterà in modo condiviso), la mobilità elettrica (nel 2025 il settore varrà 2.400 miliardi di dollari), le auto connesse (nel 2020 l’80% delle auto vendute in Italia sarà connessa e capace di scambiare dati con l’esterno), l’integrazione dei trasporti, sono solo alcuni degli abilitatori del cambiamento che sta investendo il settore della mobilita?. Il tutto accompagnato dal macro trend del momento, ovvero la crescente urbanizzazione con più del 60% della popolazione concentrata nelle aree urbane.
Queste sono alcune dei dati raccolti nel Mobility Think Tank di EY e illustrati durante la sessione istituzionale di Citytech, che delineano come l’economia della new mobility possa rappresentare un volano di crescita per il nostro sistema Paese, uscendo da situazioni di early stage in particolare nel settore dell’elettrico, dell’autonomo e del “Mobility as a service”.
Occhi aperti anche sulla guida autonoma che rappresenta un’opportunità di sviluppo di nuove competenze e nuovi business per aziende e startup del sistema Italia. La tecnologia dell’intelligenza artificiale e della guida autonoma è stata oggetto di investimenti miliardari negli ultimi 3-4 anni da parte di grandi aziende hitech e automotive di tutto il mondo, prevalentemente nei tradizionali Hub tecnologici (Silicon Valley, Israele e Cina per quanto riguarda l’accesso ai capitali).
L’Italia non può competere su questo fronte e, al netto di qualche peculiarità del nostro Paese, la sfida si sposta oggi sul fronte della gestione e dei servizi. Secondo Carlo Iacovini, Partner di Clickutility on Earth (www.clickutilityonearth.it) e Director per Local Motors dell’area EMEA: “Questo è il terreno dove possiamo recuperare un gap tecnologico e giocare d’anticipo, creando valore per quelle aziende che riusciranno a costruire competenze e know how”.
“Le prossime sfide internazionali sulla guida autonoma vertono sugli aspetti normativi, sulla classificazione dei veicoli, sulla gestione di flotte di auto e bus autonomi. Questi sono tutti ambiti che richiedono competenze nuove, il cui sviluppo è già possibili in Italia, Paese che oggi conta una leadership internazionale nel settore della sharing mobility”, conclude Iacovini.