Nel corso della giornata di apertura di “Digital Italy Summit 2018”, Roberto Masiero, Presidente di The Innovation Group (www.theinnovationgroup.it), ha presentato il Rapporto annuale “Digital Italy 2018: costruire una nazione digitale”, edito da Maggioli Editore e realizzato per studiare le possibili direttrici dell’innovazione per il Paese, valorizzando l’importanza del digitale in questo processo.
Ne emerge che, nell’anno che sta per concludersi, le profonde trasformazioni economiche e sociali indotte dal digitale si sono inserite in un quadro dominato a livello internazionale da una flessione della crescita particolarmente sensibile nel nostro paese, che ha vissuto in parallelo una radicale discontinuità di Governo.
È possibile definire il 2018 come “l’anno del grande reset”: diversi fattori tecnologici, economici e politici di discontinuità convergono a determinare cambiamenti profondi, talora drammatici, che si concentrano in questo ristretto lasso temporale.
“Il Rapporto si è proposto di cogliere questa tensione fra presente e futuro prossimo attraverso la combinazione dei risultati delle nostre ricerche e le testimonianze di molti protagonisti. Ne risulta un quadro articolato, uno spaccato del difficile processo di transizione del nostro paese che richiede scelte chiare per una forte accelerazione del processo complessivo di innovazione digitale”, ha dichiarato Roberto Masiero, Presidente di The Innovation Group.
“Si tratta senz’altro di una grande sfida, dal cui successo dipendono gli equilibri finanziari del nostro paese, la competitività delle nostre imprese e la sostenibilità delle nostre politiche sociali”, ha aggiunto Masiero.
“In che modo dunque il digitale può contribuire al successo della ‘Grande Sfida’ e a quali condizioni questa può a sua volta favorirne lo sviluppo? L’impatto sarà tanto più positivo quanto più la componente degli investimenti in infrastrutture sarà elevata nel complesso della manovra, e quanto più saranno rafforzate le politiche industriali. In quest’area è importante non solo il mantenimento delle misure previste da Industria 4.0, ma anche l’estensione all’area dei servizi e della formazione, che dalle ultime informazioni pare tuttavia non essere prevista dalla manovra”, ha continuato Masiero.
“Alcuni interventi concreti sono previsti all’interno del Disegno di Legge di Bilancio come un fondo ad hoc per le tecnologie di intelligenza artificiale, blockchain e Internet of Things, con una dotazione di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021”, ha concluso Masiero.
Nel corso del Summit sono stati inoltre presentati i risultati del survey “IT, digitale e innovazione” realizzato da TIG, per comprendere lo stato e le tendenze dell’ICT e del digitale, intervistando i manager di 113 aziende attive sul territorio italiano. Come ogni anno TIG si propone infatti di monitorare l’avanzamento nell’adozione delle principali tecnologie digitali, Cloud, Big Data e Analytics, Blockchain, Machine Learning, IA e tecnologie innovative per lo sviluppo software.
Il campione è composto principalmente da grandi aziende (imprese con più di 250 dipendenti), che coprono il 68% del totale, il restante 32% appartiene ad aziende di piccole (8%) e medie (24%) dimensioni.
Obiettivo del survey è analizzare i principali trend coinvolti nei processi di trasformazione digitale delle imprese, lo stato di diffusione e l’effettiva rilevanza dei temi spesso collegati al più generale concetto di Digital Transformation. In particolare, testando e approfondendo tre delle tematiche più spesso associate al tema della trasformazione digitale: Data Innovation, ossia l’utilizzo di tecnologie e strumenti avanzati di gestione e analisi dei dati per abilitare la migliore comprensione delle informazioni e la creazione di nuovi prodotti e servizi data-driven; Software Innovation, ossia l’adozione di nuovi strumenti e metodologie con l’obiettivo di adeguare l’attività di sviluppo alle nuove esigenze dell’IT, delle LoB e dei clienti nella fruizione di applicazioni; e Cloud Computing e infrastruttura, ossia l’evoluzione delle architetture e delle applicazioni IT verso modelli più flessibili e dinamici, in grado di valorizzare al meglio il potenziale del digitale in azienda.
Da questo sondaggio emerge che le imprese intervistate stanno spendendo soprattutto per il mantenimento e lo sviluppo dell’esistente, a discapito dello sviluppo di nuove applicazioni. Nel complesso appare una fotografia dell’approccio e degli strumenti “tradizionali” utilizzati dalle funzioni IT; in alcuni ambiti cresce l’attenzione verso nuovi modelli di gestione e accesso alle risorse informatiche, ma queste restano relegate ancora ad ambiti non core.