Una delle macchine di punta OMAG, la CS/10 per il confezionamento in stick-pack. Nella foto di anteprima: OMAG collabora con Schneider Electric al fine di un’analisi per valutare il profilo complessivo di sostenibilità e misurare l’impatto ambientale in tutte le fasi del ciclo di vita delle proprie soluzioni.
Da sempre focalizzata su performance e flessibilità, OMAG, azienda di riferimento nella produzione di macchine e linee per il confezionamento primario in buste e stick, fondata nel 1973, con sede a Gradara (PU), ha rivolto i propri obiettivi a un altro livello, verso un ulteriore traguardo: la sostenibilità. Ha quindi deciso di sottoporre una delle macchine di punta, la CS/10 per il confezionamento in stick-pack, a un processo di analisi per valutarne il profilo complessivo di sostenibilità e misurarne l’impatto ambientale in tutte le fasi del ciclo, dalla progettazione al fine vita.
L’analisi ha permesso di prendere coscienza dell’impatto ambientale di ogni singola fase del processo di realizzazione della macchina e di agire con consapevolezza su diversi fronti con l’obiettivo di aumentare l’efficienza energetica, ridurre il consumo di materiali grezzi, coinvolgendo la catena di fornitori in un percorso basato su reali obiettivi di sostenibilità e creazione di valore.
OMAG collabora da molti anni con Schneider Electric e ha affrontato con il suo supporto diversi passaggi chiave del proprio sviluppo commerciale e tecnologico. Una partnership basata su fiducia, condivisione di competenze di alto livello da entrambe le parti e disponibilità a percorrere strade sempre nuove. La valutazione a 360 gradi dell’impatto ambientale ha dimostrato non solo la sostenibilità della confezionatrice sottoposta all’analisi, ma dell’azienda nel suo complesso.
Rivolgendosi a Schneider Electric, OMAG ha trovato ancora una volta un partner in grado di supportare nell’intero percorso questo progetto. I risultati del progetto, condotto con strumenti specializzati e analizzando l’intero processo connesso alla realizzazione della macchina – compreso l’aspetto di supply chain – sono diventati la base di un rinnovamento profondo non solo per la confezionatrice analizzata, ma per ogni nuovo progetto.
Dal punto di vista dell’automazione, la macchina è stata realizzata completamente utilizzando le tecnologie motion control dell’offerta PacDrive3 – tutte soluzioni targate Green Premium Ecolabel, il programma di sostenibilità dei prodotti Schneider Electric – dedicata nello specifico alle esigenze degli OEM del settore packaging.
A queste tecnologie sono stati associati i motori brushless, che hanno portato a una riduzione del 20% dei consumi energetici. La combinazione e l’implementazione di queste soluzioni hanno portato a una contrazione dell’impatto ambientale della macchina, avvalorando l’impegno di Schneider Electric nell’offrire soluzioni in grado di supportare le volontà di sostenibilità dei propri partner.
“Prima di avviare questo progetto, avevamo sempre focalizzato la nostra attenzione sul tema dell’efficienza energetica, oltre che naturalmente sulle performance delle nostre macchine, ed è anche per questo che da più di 10 anni siamo fedeli alle soluzioni motion di Schneider Electric, che si distinguono in questo senso. Non avevamo mai però messo questo tema al centro di una riflessione complessiva sulla sostenibilità, non in modo sistematico quanto meno”, afferma Roberto Filippucci, Automation & System Manager e membro del board direzionale di OMAG.
“abbiamo scelto di farlo in relazione a un trend di mercato che comunque evidenzia maggiore attenzione a questo tema, ma soprattutto perché abbiamo ritenuto di poter sperimentare un nuovo percorso per migliorare i nostri prodotti, partendo da una prospettiva diversa”, spiega Filippucci.
“Abbiamo poi scoperto, strada facendo, implementando i cambiamenti suggeriti dall’analisi di impatto, che approcciare l’innovazione di prodotto in tutto il ciclo di vita – dalla progettazione in poi – nell’ottica della riduzione del profilo di impatto ambientale, porta anche a migliorare le performance qualitative e quantitative”, aggiunge Filippucci.
Anche in questo senso Schneider Electric, con la sua piattaforma e architettura EcoStruxure, è di supporto all’innovazione dei modelli operativi e dei processi aziendali dei costruttori di macchine come OMAG. Con la connettività, la quantità di informazioni che una macchina connessa può trasmettere, permette di realizzare algoritmi di manutenzione predittiva, servizi di controllo e gestione del parco macchine da remoto.
Grazie a queste opportunità si può migliorare la manutenzione predittiva e non, ridurre l’usura e ottimizzare il funzionamento della macchina, mantenendo livelli di performance energetica e operativi elevati, caratteristiche che risultano fondamentali se si guarda alla sostenibilità in ottica di ciclo di vita.
“Per condividere l’iniziativa abbiamo scelto di organizzare un incontro di presentazione iniziale del progetto in cui abbiamo coinvolto tutte le nostre realtà aziendali. Il tema della sostenibilità ha interessato tutti in prima persona: è un valore facile da capire e percepire. Questo ha creato coinvolgimento e massimo sostegno da parte di tutti”, conclude Filippucci.
Roberto Filippucci, Automation & System Manager e membro del board direzionale di OMAG.