P-Series: la rivoluzionaria famiglia di Smart Camera di Datalogic.
Dai primi sensori e controlli automatici sviluppati all’inizio degli anni ’70 per le macchine per confezionamento e imballaggio ai più recenti prodotti per identificazione automatica utilizzati nella tracciabilità alimentare e farmaceutica, Datalogic, fondata dall’ingegner Romano Volta, si conferma una realtà di riferimento a livello mondiale per l’industria del packaging, come spiega a Tecn’è Daniele Lippi, Packaging Industry Manager della divisione Industrial Automation.
di Anita Gargano
A Bologna c’è la più alta concentrazione di aziende produttrici di macchine per l’imballaggio: un prodotto su tre venduto in tutto il mondo – dal food al farmaceutico, dalla cosmesi al tabacco – è confezionato da macchine costruite nel capoluogo emiliano. Un distretto industriale che affonda le sue radici nella storia, e che ha cambiato radicalmente faccia quando nei primi anni Settanta i costruttori di macchine automatiche per l’imballaggio capirono che per migliorarne l’efficienza, la velocità e la qualità occorreva dotarle di controlli ottici elettronici in grado di verificare, ad esempio, la centratura del brand sopra l’incarto, il posizionamento della stampa, la presenza della compressa nel blister e così via. Quando alcuni imprenditori chiesero al professor Giuseppe Evangelisti dell’Università cittadina di sviluppare questi controlli ottici elettronici, il docente affidò l’incarico al suo giovane assistente Romano Volta, che iniziò così a sviluppare, in un piccolo laboratorio con l’aiuto di un tecnico, un primo apparato, il “color mark reader”, ancora oggi installato su tutte le macchine di confezionamento. La capacità di Volta non solo di fornire l’apparecchio di controllo, ma anche di connetterlo elettricamente ai dispositivi della macchina fino al completo funzionamento, gli fece acquisire grande notorietà nel settore e ottenere un rapido successo.
Nacque così Datalogic (www.datalogic.com), uno dei principali produttori mondiali di lettori di codici a barre, mobile computer, sensori, sistemi di visione, sistemi di marcatura laser per una vasta gamma di applicazioni rivolte ai settori retail, trasporti e logistica, all’industria manifatturiera e alla sanità. Senza dimenticare il packaging, in cui il Gruppo bolognese si conferma una realtà di riferimento a livello mondiale, come spiega a Tecn’è Daniele Lippi, Packaging Industry Manager di Datalogic, divisione Industrial Automation.
D. Datalogic nasce a Bologna nel 1972, al centro della cosiddetta “Packaging Valley” italiana in un periodo di grande innovazione tecnologica nella storia delle macchine automatiche per il confezionamento. Cosa rimane di questo “DNA” packaging così forte in un'azienda come Datalogic che si rivolge oggi al mercato globale come leader nell’identificazione automatica e nella lettura dei codici a barre?
R. Il mercato del packaging è sicuramente parte del DNA di Datalogic. I primi prodotti sviluppati dall’azienda nei primi mesi di vita furono i sensori fotoelettrici, richiesti allora dai costruttori di macchine per i controlli automatici per aumentarne l’affidabilità e la velocità nel confezionamento. Solo in seguito, verso la fine degli anni ’70, Datalogic introdusse i primi lettori di codici a barre in Europa, settore nel quale risulta oggi leader di mercato. Possiamo affermare che Datalogic segnò una tappa fondamentale nell’evoluzione del confezionamento automatico dal semplice “impacchettamento” alla possibilità di identificare meccanicamente il contenuto di una confezione e gestirne la logistica, fino a rilevarne il prezzo con un lettore laser alla cassa di un supermercato. Tutte cose che oggi fanno parte della nostra vita quotidiana, ma che a quei tempi erano decisamente pionieristiche e non prive di un notevole rischio tecnologico e imprenditoriale.
P-Series e software Impact + OCR per la verifica della qualità di stampa.
D. Questa evoluzione ha però portato a diversi assetti nell’organizzazione di Datalogic: da una parte la divisione Industrial Automation (IA), che troviamo nei mercati industriali manufacturing, e dall’altra la divisione Automatic Data Capture (ADC), più presente in altri settori come nel retail. Sempre pensando al packaging, cosa unisce oggi queste due realtà?
R. La presenza su mercati così diversificati, ma assolutamente complementari, rappresenta un notevole vantaggio per i nostri clienti. Datalogic è oggi organizzata per operare sia nei mercati dell’automazione industriale sia dell’acquisizione automatica dei dati, con soluzioni avanzate per una vasta gamma di applicazioni rivolte ai settori retail, sanità, trasporti e logistica e all’industria manifatturiera. Datalogic realizza lettori di codici a barre innovativi, mobile computer per la raccolta dati, sensori, sistemi di visione e sistemi di marcatura laser che soddisfano le esigenze del mercato in continua evoluzione.
D. Mi può fare un esempio?
R. Quale Packaging Industry Manager, penso in particolare ai settori alimentare e farmaceutico, dove ci sono grandi potenzialità di sviluppo, grazie a una domanda, in forte crescita, di applicazioni di tracciabilità, che interessano di fatto tutta la supply chain, dalla produzione alla logistica, fino al punto vendita. Una traccia racchiusa in un piccolo codice collega la nascita in produzione di un alimento o di un farmaco, ad esempio in Cina o Italia, con un utilizzatore finale negli Stati Uniti. Ricordo che ci sono normative che stanno avendo un forte impatto sul mercato del packaging, come il Food Safety Modernization Act che impone determinate informazioni (ad esempio expiration date e lot code) sui prodotti alimentari commercializzati negli Stati Uniti. Oppure il passaggio dal Pharmacode 1D (il codice a barre) al GS1 Datamatrix 2D (la matrice di quadretti bianchi e neri), che permette la serializzazione dei prodotti farmaceutici, cioè l’identificazione univoca di ogni singola confezione farmaceutica al fine di assicurarne la massima sicurezza e contrastarne la contraffazione.
P-Series e software Impact + OCR per la verifica della data di scadenza.
D. Quali sono i prodotti proposti da Datalogic per queste applicazioni?
R. I lettori di codici a barre Datalogic da utilizzare per l’identificazione e la tracciabilità di prodotti confezionati sono scelti insieme al cliente, dopo un’accurata analisi e valutazione dell’ambiente e delle modalità di utilizzo. La scelta potrebbe ricadere su un robusto lettore fisso per applicazioni industriali in produzione oppure su un lettore manuale leggero ma altrettanto robusto per un magazzino o per il self-shopping al supermercato. Le esigenze di tracciabilità e di identificazione non sono però le uniche dettate da queste applicazioni. Infatti nel packaging farmaceutico e alimentare è molto importante garantire le massime condizioni di sicurezza a tutti gli operatori ed evitare la contaminazione degli ambienti che necessitano di un’estrema igiene. Per far fronte a queste richieste specifiche, Datalogic ha da poco lanciato sul mercato le prime e uniche barriere di sicurezza, con il corpo interamente in acciaio inossidabile di alta qualità (AISI 316L) e la finestra in vetro. Le nuove SG4-H, uniche al mondo, rappresentano la soluzione ideale per applicazioni dove l’estrema igiene impone frequenti lavaggi alle macchine e agli impianti con prodotti altamente corrosivi, quali perossido di idrogeno, molto utilizzato nell’industria farmaceutica. Queste barriere, conformi al grado di protezione IP69K e sviluppate in forma compatta, sono state studiate per essere installate su macchine dosatrici per liquidi e polveri, e macchine per la chiusura e la sigillatura, garantendo al contempo il massimo della protezione agli operatori e apportando longevità ai processi e alle attrezzature. Inoltre per evitarne il deterioramento e contaminazioni non presentano etichette sul profilo ma tutti i dati vengono marcati a laser direttamente sull’acciaio. Datalogic è in grado di proporre una vasta gamma di soluzioni che consentono ai nostri clienti di trovare una risposta a tutte le loro esigenze.
D. Quali sono le novità di prodotto più significative?
R. Tra gli oltre dieci nuovi prodotti lanciati da Datalogic nei primi sei mesi del 2015, vorrei soffermarmi in particolare sul nuovo Matrix 300N. Si tratta di un lettore che utilizza la tecnologia Imager, un dispositivo capace di acquisire l’immagine di un codice a barre lineare oppure 2D, elaborarla, fornendo poi l’informazione decodificata, che può essere ad esempio il numero seriale di un prodotto farmaceutico. Al momento il Matrix 300N è senza dubbio il prodotto migliore sul mercato per queste applicazioni. Nelle dimensioni compatte di soli 54 x 75 x 43 mm, garantisce una protezione IP67, ha un illuminatore integrato configurabile e lenti liquide da 6, 9, 12 o 16 mm con l’opzione di regolazione del fuoco automatica o manuale. Grazie a un sensore ad altissima velocità può rilevare fino a 60 frame/s alla risoluzione di 1,3 Mp, con eccellenti prestazioni di lettura sul Direct Part Marking (DPM) e per tutti i codici più diffusi unidimensionali e bidimensionali (Data Matrix, QR Code, Micro QR, Maxicode, Aztec, Codentify), fino al grado ANSI F che denota la peggior qualità di stampa. La connettività è completa e include le interfacce Profinet-IO e l’opzione Power Over Ethernet (POE). Le altre caratteristiche esclusive di Datalogic che distinguono questo prodotto sono il Packtrack 2D per scansionare oggetti ravvicinati su conveyor, il sistema di puntamento Laser, la programmazione con DL.CODE Windows based via Ethernet, oppure tramite l’interfaccia utente X-PRESS.
Matrix 300N con DL.CODE software: imager 2D ultracompatto per massime prestazioni di lettura in condizioni di alta velocità e applicazioni DPM.
D. Per chi non è esperto in questi dati tecnici, come possiamo tradurli in vantaggi per l’utilizzatore?
R. Partiamo dalla parte più semplice, cioè l’aspetto meccanico e ottico. Grazie al contenitore compatto, all’illuminatore integrato, alle varie ottiche con lenti liquide e al blocco di connessione ruotabile di 90°, l’utilizzatore può montare il prodotto praticamente ovunque, anche a bordo conveyor senza il rischio di interferire con il materiale in movimento. Ma anche gli altri dati più tecnici non sono comunque difficili da tradurre in vantaggi per il cliente, in quanto significano che il Matrix 300N può leggere qualsiasi codice, anche il più piccolo e alle velocità più elevate; ad esempio è possibile leggere i codici di ben 15 confezioni al secondo. Il nuovo software di configurazione DL.CODE è semplice e intuitivo ed è in grado di assistere l’utente con un training automatico dei parametri e operazioni “drag&drop”, consentendo inoltre di monitorare la stazione di lettura tramite immagini e statistiche, mentre l’interfaccia X-PRESS offre un’impostazione più semplice tramite un solo tasto e sette LEDs presenti sul lettore Matrix 300N. Infine, la connettività estesa permette all’utilizzatore di integrare il lettore in qualsiasi ambiente, senza necessità di onerosi interventi tecnici o interfacce aggiuntive.
Barriere di sicurezza SG4-H: le prime sul mercato con il corpo interamente in acciaio inossidabile e finestra in vetro.
D. Non abbiamo ancora parlato di OCR, anch’esso molto importante nel packaging. Per concludere mi può dire cosa offre Datalogic per queste applicazioni?
R. Per la lettura ottica dei caratteri “human readable”, cioè leggibili visivamente da una persona e che tipicamente riportano “in chiaro” le informazioni sulla data di scadenza e il numero di lotto di produzione di un prodotto, ad esempio alimentare, Datalogic offre le Smart Camera. Sono piccoli sistemi di visione integrati e molto compatti, come ad esempio la nuova P-Series con il software dedicato IMPACT+ OCR. Soluzione di recente introduzione che prevede un sistema preconfigurato di camera e software dedicato che consente in maniera semplice, rapida e intuitiva la configurazione per qualsiasi tipo di applicazione OCR. La differenza principale rispetto alla tecnologia Imager è che la smart camera può eseguire ispezioni multiple basate sulla tecnologia della visione artificiale, quindi anche la lettura o la verifica di caratteri stampati (OCR e OCV). Datalogic sta investendo molto in questo ambito, in particolare per applicazioni di quality inspection e traceability nel packaging alimentare e farmaceutico.
I nostri clienti utilizzano le smart camera principalmente nella fase di produzione per verificare che il testo stampato sulla confezione o sull’etichetta sia corretto e ben leggibile, oppure coerente con l’informazione contenuta nel codice a barre o matriciale. I lettori Imager invece in tutte le fasi successive di identificazione automatica, nella tracciabilità work-in progress e nella logistica interna.
SG4-H grado di protezione massima IP69K: la soluzione ideale per applicazioni nell’industria farmaceutica dove l'estrema necessità di igiene impone frequenti lavaggi di macchine e impianti produttivi con detergenti altamente corrosivi.