Forte di 40.000 utilizzatori e di innumerevoli nuove idee realizzate in crowdsourcing ogni giorno, Local Motors ha intrapreso un approccio aperto e finora inedito nei confronti della progettazione e della produzione.
Come ci ha dimostrato la storia, con l’evoluzione della progettazione e della produzione delle auto, è nuovamente il momento di allacciare le cinture di sicurezza. Potrebbe essere una strada accidentata, ma la destinazione avrà dell’incredibile. Chi, ad esempio, sta guidando il futuro dell’industria automobilistica? Le Model T e le auto stampate in 3D ne detengono le chiavi. Ecco perché.
di Andrew Anagnost - Senior Vice President of Industry Strategy and Marketing, Autodesk (www.autodesk.it). L’articolo è stato tratto da www.lineshapespace.com.
In pochi lo sanno: Ransom Olds (da cui deriva Oldsmobile) brevettò il concetto della catena di montaggio e fu il primo a consegnare un’automobile prodotta in serie. Ma quando una decina di anni dopo Henry Ford e il suo team rivoluzionarono la catena di montaggio inserendo un nastro trasportatore, si arrivò improvvisamente alla realizzazione di un’auto che per la prima volta era economicamente alla portata della maggior parte degli americani. Tuttavia, un prodotto di tale accessibilità comportava inevitabilmente uno svantaggio. Il nuovo approccio di Ford alla produzione di massa e la relativa ottimizzazione dei costi lasciavano spazio soltanto al concetto di prodotto standard. La Model T era per tutti, ma qualsiasi decisione in fatto di design spettava alla Ford Motor Company, incluso il colore. Nero, nero o… nero?
LA RIVOLUZIONE 3D PRINTED
Facciamo un balzo in avanti di 100 anni ed entriamo in un’azienda di nome Local Motors. Ha appena presentato un’auto stampata in 3D, la Strati, per la quale sono arrivate proposte di design da persone di tutto il mondo. Forte di 40.000 utilizzatori e di innumerevoli nuove idee realizzate in crowdsourcing ogni giorno, l’azienda ha intrapreso un approccio aperto e finora inedito nei confronti della progettazione e della produzione. E questo è solo l’inizio per quanto riguarda il futuro dell’industria automobilistica. Tali cambiamenti stanno avendo un impatto su tutti i settori industriali. Le relazioni tra progettisti, produttori e consumatori si stanno intrecciando in maniera incredibile. Anche i concetti di proprietà intellettuale (PI) e innovazione sono in evoluzione. Presto assisteremo alla comparsa di un “supercomputer per ciascuno” (torneremo su questo argomento tra poco). E il modo in cui le cose vengono prodotte – vedi l’uso delle stampanti 3D e delle micro-fabbriche da parte della Local Motors (https://localmotors.com/) – sta ridefinendo completamente il panorama. Le industrie, in particolare quella automobilistica, stanno ingranando marce del tutto nuove.
La Model T di Ford. Foto Local Motors.
I MURI DELLA PROPRIETÀ INTELLETTUALE STANNO CROLLANDO
I brevetti e la PI continueranno a essere importanti per la collettività. Ma la crescita del movimento open-source dimostra come gli sviluppi trainati dalla comunità possono fornire ulteriori stimoli all’innovazione. Le recinzioni che le società erigevano intorno ai reparti di ricerca e sviluppo stanno iniziando a sgretolarsi. L’estate scorsa, Elon Musk ha annunciato che tutti i brevetti della tecnologia Tesla sarebbero diventati liberamente disponibili e avrebbero così favorito, si spera, l’innovazione nel campo dei veicoli elettrici.
“Considerato che la produzione annuale di veicoli sta sfiorando i 100 milioni di esemplari l’anno e che la flotta globale ammonta a circa due miliardi di auto, per Tesla è impossibile produrre auto elettriche a una velocità tale che permetta di far fronte alla crisi di carbonio”. Musk ha annunciato la notizia nel suo blog: “Ciò significa anche che il mercato è immenso. I nostri veri concorrenti non sono i piccoli rivoli di auto elettriche non prodotte da Tesla, ma piuttosto gli enormi fiumi di auto a benzina che ogni giorno si riversano fuori dalle fabbriche di tutto il mondo”. Se Musk non avesse messo in atto questa mossa preventiva, l’azienda avrebbe potuto trovarsi nella necessità di limitare la domanda futura dei consumatori, riducendo l’opportunità globale di produrre più veicoli elettrici, frenando conseguentemente la propria crescita come concorrente delle “forti consumatrici di benzina”. Questa iniziativa ha spalancato le porte del futuro: ora un moderno Henry Ford può intraprendere innovazioni nel campo dei veicoli elettrici liberi da brevetti.
Il modo in cui le cose vengono costruite, come l’uso delle stampanti 3D e delle micro fabbriche da parte della Local Motors, sta ridefinendo completamente il panorama del mondo produttivo. Foto Local Motors.
UN SUPERCOMPUTER PER CIASCUNO
In un prossimo futuro, qualunque progettista o ingegnere con una buona idea potrà valutare molteplici versioni alternative del proprio progetto (alcune suggerite dal computer stesso) e prendere la decisione giusta molto prima di quanto abbia mai potuto fare in passato. Il prodotto funzionerà? È possibile costruirlo? Avrà una durata sufficiente? Addio punti interrogativi! Le risposte saranno disponibili ancora prima delle domande. Ma aspettate un attimo: vi starete sicuramente chiedendo come sarà organizzato tutto ciò. Il fatto è che ognuno avrà un “supercomputer”, anche se solo un laptop. Proprio così. Il top dei top tra i supercomputer non si limita ad accedere al cloud. È esso stesso il cloud, più un’intera galassia di informazioni, algoritmi e collaborazioni umane.
Prendete una cosa apparentemente semplice, ma in realtà estremamente complessa come la maniglia interna di un’auto di lusso. I fattori da considerare sono molto più numerosi di quanto si potrebbe pensare: l’estetica, i materiali, la dimensione, la componentistica meccanica, le caratteristiche di durata. Presto i software potranno rappresentare l’idea in 3D senza le limitazioni che derivano dal doverla produrre. Sia il progettista che il costruttore sapranno da subito se una macchina sarà in grado (oppure no) di produrre la maniglia. Tutto ciò ha proporzioni epiche. I giorni delle riconversioni, una delle maggiori e più frequenti preoccupazioni sia dei progettisti industriali che degli ingegneri meccanici, appartengono al passato. E vi sarà un ulteriore livello evolutivo: il supercomputer risponderà a domande che non avremmo neppure saputo porci. È solo una questione di algoritmi straordinariamente intelligenti. Cosa ne pensate di un computer che suggerisce: “Perché non provi questa nuova forma per la maniglia che combacia con la dimensione media di una mano umana?”. Voi non avete fatto la domanda, ma il computer vi ha fornito una soluzione meravigliosa.
Non preoccupatevi, la realtà non assomiglierà a quella di HAL in “2001: Odissea nello spazio”. Oltre agli algoritmi crescerà anche l’elemento umano di progettazione e produzione. Usate pure il crowdsourcing per procurarvi talenti ovunque vi servano. La collaborazione globale raggiungerà nuovi apici. Chiunque potrà contattare quell’esperto di prodotto in Australia… o un partner commerciale di Singapore… o un costruttore di Detroit. Tutto ciò grazie al cloud e a una galassia d’informazioni completamente nuova.
LA FABBRICA NEL CORTILE DI CASA
La produzione accessibile ci permetterà di slegarci dalla necessità di produrre qualcosa a migliaia di chilometri di distanza. Le “micro-fabbriche” che si occuperanno di ricerca e produzione sotto un unico, piccolo tetto locale e la “produzione come servizio” (la produzione di ciò che si desidera, quando e dove si desidera) stanno prendendo piede. Presto avremo a disposizione un intero ecosistema collegato a qualsiasi strumento ci possa servire e ciò consentirà di fabbricare un prodotto a livello locale, in maniera veloce e in una scala adatta alle proprie esigenze. Naturalmente le stampanti 3D stanno facendo parlare molto di sé. E a ragione. Un caso emblematico è dato dalla stampante 3D di Local Motors che recentemente ha stampato un’auto Strati in circa 44 ore nello spazio espositivo del Detroit Auto Show 2015. Ma facciamo i conti con la realtà: credo forse che in futuro ogni auto verrà stampata in 3D? Assolutamente no. La vera svolta rivoluzionaria sarà l’utilizzo industriale delle stampanti 3D e la tecnologia consentirà di operare nuovi mutamenti nella produzione, proprio come Ford produsse innovazioni sulla catena di montaggio di Olds.
L’estate scorsa, Elon Musk ha annunciato che tutti i brevetti della tecnologia Tesla sarebbero diventati liberamente disponibili e avrebbero così favorito, si spera, l’innovazione nel campo dei veicoli elettrici.
VERSO IL DOMANI
Tenendo in considerazione tutto quanto detto finora – dalla PI al supercomputer, fino alla “nuova” produzione – si può sintetizzare quanto segue: ciò che servirà per lanciare un prodotto sul mercato cambierà radicalmente. Come ci ha dimostrato la storia con l’evoluzione della progettazione e della produzione delle auto, è il momento di allacciare di nuovo le cinture di sicurezza. Potrebbe essere una strada accidentata, ma la destinazione avrà dell’incredibile.
Presto i software potranno rappresentare l’idea in 3D senza le limitazioni che derivano dal doverla produrre.