Il 9 febbraio 2017 La Stampa ha compiuto 150 anni. I festeggiamenti si sono protratti fino a giugno e sono stati chiusi da un convegno sul futuro dei giornali.
Le tecniche avanzate di produzione sono di natura trasversale: forniscono un contributo determinante per l’innovazione di processo in qualsiasi settore. L’impianto torinese dove viene stampato e confezionato il quotidiano La Stampa, insieme ad altri periodici di informazione, è un vero e proprio concentrato di tecnologie. Siamo andati a visitarlo per scoprire i suoi segreti.
di Riccardo Oldani
Chi ha fatto gli studi a Torino sa che sono due le gite a tema tecnologico che non potranno mai mancare nel programma di una scuola elementare: quella alla Centrale del Latte e quella alle rotative del quotidiano La Stampa (www.lastampa.it). Era così 40 anni fa, ed è così ancora adesso, soprattutto per quanto riguarda il quotidiano torinese, che nel corso degli anni ha sempre mantenuto un elevatissimo livello tecnologico e che oggi viene stampato in una tipografia in cui vedono la luce anche decine di edizioni di altri organi d’informazione. Lo stabilimento di via Giordano Bruno, a Torino, è infatti uno tra i più avanzati in Italia ed è proprio in queste settimane in una fase di passaggio, che sta portando all’integrazione di Itedi, la società che lo controlla, nel Gruppo Editoriale L’Espresso.
Veduta dall’alto di due delle quattro rotative installate nell’impianto Itedi di via Giordano Bruno a Torino. Queste macchine, di ultima generazione, sono prodotte dalla Wifag, Gruppo con sede a Friburgo, in Svizzera.
IMPIANTO TECNOLOGICO
L’industria tipografica, fin dai tempi di Gutenberg, è di fatto un potente volano tecnologico. Negli ultimi anni si è trasformata a una velocità ancora maggiore. Soltanto pochi decenni fa il processo produttivo che dal testo scritto portava alle lastre da montare sulle macchine da stampa prevedeva un gran numero di passaggi. Oggi, attraverso il CTP, Computer To Plate, si passa direttamente dal file pdf dell’impaginato all’incisione delle lastre. È quanto avviene anche nello stabilimento di via Giordano Bruno a Torino, dove 5 sistemi CTP Agfa provvedono a produrre 180 lastre l’ora. A fornirci queste informazioni è Felice Serio, responsabile dell’ufficio tecnico e della programmazione, che ci accoglie alle 22:00, quando la stampa dei quotidiani inizia a entrare nel vivo con la produzione dei primi inserti. “Il culmine dell’attività – ci spiega – inizia verso le 23:00 e si prolunga fino alle 4:00, quando i camion impegnati nella distribuzione lasciano il nostro impianto per raggiungere le edicole, su un territorio che abbraccia Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta”.
Le macchine stampano ad altissima velocità, fino a 35.000 copie l’ora di periodici a 96 pagine di fogliazione.
QUALITÀ DI STAMPA
Il cuore della produzione sono le quattro rotative offset, che si basano cioè su un processo di stampa indiretto: l’inchiostro non viene infatti trasferito alla carta attraverso il contatto diretto con la lastra di alluminio, ma viene da questa trasferito a un cilindro ricoperto di uno speciale elastomero, in gergo definito caucciù. È il caucciù il mezzo che consente di trasferire sulla carta l’inchiostro. Il metodo consente di stampare ad altissima velocità su un supporto cartaceo idoneo. L’impianto torinese è dotato di soluzioni altamente innovative che consentono di ottenere un’elevata qualità di stampa anche alla velocità massima di produzione, che è di 35.000 copie l’ora per fogliazioni fino a 96 pagine.
Spiega Serio: “Le nostre rotative sono dotate di un sistema altamente innovativo, sviluppato dalla QI, un’azienda olandese, che prende il nome di QI-IDS. È un dispositivo dotato di telecamere che riprendono particolari punti dell’area stampata, quelli più critici per il bilanciamento del colore, e che in tempo reale consentono un confronto tra il pdf di riferimento e il risultato reale. Se il sistema rileva scostamenti rispetto al risultato ideale provvede a fornire le istruzioni per bilanciare in modo ottimale acqua e inchiostro”. Un ulteriore sistema, sempre basato su telecamere, controlla inoltre il cosiddetto registro, cioè l’esatta sovrapposizione dei 4 colori che concorrono alla stampa in quadricromia (blu, magenta, giallo e nero).
Uno dei carrelli robotici della Elettric80 che si occupano di gestire il magazzino bobine e di sostituirle sulle rotative.
ALTRE AUTOMAZIONI
Queste soluzioni si aggiungono ad altre che sovrintendono alla produzione delle lastre alla movimentazione delle bobine di carta, per dar vita a un impianto che ha tutti i crismi dell’Industria 4.0. Le lastre, per esempio, vengono prodotte in un ambiente climatizzato con temperatura costante tra 21 e 24 °C, con un sistema di gestione ABB che le suddivide automaticamente secondo la macchina di destinazione. L’addetto che ha il compito di montarle sui cilindri della rotativa riceve anche l’indicazione, su un display posizionato sulla macchina, di come devono essere posizionate per ottenere la sequenza di pagine voluta. Il posizionamento delle lastre deve avvenire infatti secondo uno schema prestabilito, che consente alla rotativa non soltanto di stampare il giornale, ma anche di piegarlo e tagliarlo: all’uscita della macchina il prodotto editoriale è pronto per essere sfogliato.
Le rotative sono macchine di grandi dimensioni, alte come un palazzo di tre piani. Nella parte inferiore avviene l’inserimento delle bobine di carta, che deve essere organizzato in modo automatico per non avere interruzioni nel processo di stampa. “Il tutto – spiega Serio – è organizzato in modo tale da garantire le velocità di rotazione della bobina in esaurimento e di quella nuova siano calibrate in modo tale da mantenere costante la tensione della carta e la sua velocità d’ingresso nella rotativa”. Le bobine sono molto voluminose e sono movimentate da carrelli robotizzati, che le prelevano, le portano alla rotativa che ne ha bisogno e le posizionano. Sono realizzati da un’azienda italiana, la Elettric80, e si muovono in maniera completamente autonoma nel magazzino. Quando hanno bisogno di ricaricare le batterie si spostano autonomamente in un’apposita stazione.
Un particolare dispositivo, il QI-IDS, l’oggetto scuro con una luce rossa nella foto, esegue scansioni a campione dei fogli di stampa e consente di bilanciare il colore in modo automatico per una qualità costante durante tutta la tiratura.
ALTRI 150 ANNI DI BUONA INFORMAZIONE
“Il futuro dei giornali è cominciato a Torino con la conferenza www.lastampa.it/2017/06/22/speciali/150-anni/the-future-of-newspapers/giornali-otto-ingredienti-per-un-futuro-sostenibile-GVmU0MnNCBsGpI9KmP67jN/pagina.html, evento che ha concluso i festeggiamenti per i 150 anni de La Stampa”, come sottolinea l’articolo edito da Nadia Ferrigo e Stefano Scarpa il 16 giugno 2017. “Sono discussioni che di solito si fanno in azienda e in gran segreto”, ma per festeggiare i 150 anni compiuti lo scorso 9 febbraio dal noto quotidiano, come sottolineato gli Autori dell’articolo sitato: “a Torino, un gruppo di protagonisti di primo piano dell’editoria mondiale si è confrontato a carte scoperte. Nel frattempo, una redazione ‘volante’ de La Stampa ha seguito in diretta il dibattito sul digitale e ha prodotto un inserto andato in edicola con il giornale del 22 giugno, ma consegnato a fine lavori a tutti i partecipanti: chi ha detto che la carta è lenta? Per aggiungere un terzo elemento, approfittando di una pausa dei lavori, abbiamo raccolto gli otto ingredienti necessari per un futuro nel quale l’informazione continui a svolgere il proprio ruolo di sostegno alla democrazia”, disponibili, anche per i nostri lettori, sempre al link sopra citato. Per concludere, gli auguri di tutto il nostro staff al quotidiano La Stampa per altri 150 anni di buona informazione! ©ÈUREKA!
La plancia di controllo delle rotative consente di seguire la corretta esecuzione dei lavori.