DMG Mori, in collaborazione con GFM e il produttore di telai automatici Itema, ha dato vita a un centro per sperimentare le tecnologie più innovative in fatto di manifattura additiva e verificarne concrete applicazioni per l’industria. La struttura si trova a Nembro, in provincia di Bergamo, ed è aperta all’utilizzo da parte di imprese del territorio.
Sarà inaugurato ufficialmente a fine settembre, ma in realtà è già operativo, funzionante, e accessibile alle imprese manifatturiere interessate a utilizzare la manifattura additiva per sviluppare prodotti o componenti. Si tratta dell’ATC, Additive Technology Center, allestito a Nembro, in provincia di Bergamo, da tre partner di alto livello tecnologico: DMG Mori, multinazionale che produce macchine utensili ad asportazione di truciolo, GFM, azienda che progetta, produce e assembla componenti meccanici di precisione per settori come l’aerospace, e Itema, impresa bergamasca tra i leader mondiali nel settore dei telai industriali automatici, a pinza e ad aria.
ATC è un centro, collocato nella sede di Nembro di GFM, che in 200 m2 ospita macchine di ultima generazione prodotte da DMG Mori e, in particolare, una Lasertec 65 3D hybrid, che combina la manifattura additiva a letto di polvere con la fresatura per rifinire i pezzi, una Lasertec 30 SLM di seconda generazione, che utilizza la tecnologia della fusione in letto di polvere per la stampa 3D di pezzi in leghe metalliche, e una fresa a 5 assi di ultima generazione.
“Il centro nasce da un’idea che abbiamo avuto 5 anni fa”, spiega Ugo Ghilardi, Divisional Board Member Sales & Service EMEA di DMG Mori, “sulla spinta di una nostra filosofia improntata alla creazione di quelli che definiamo ecosistemi produttivi. Da tempo abbiamo individuato quattro trend che stanno trasformando la meccanica tradizionale in qualcosa di completamente nuovo: la digitalizzazione, e in particolare i digital twin, l’automazione, la produzione additiva e la formazione delle persone. Ebbene, l’ATC è un ecosistema nato per la produzione additiva, un luogo fisico in cui produrre pezzi meccanici tenendo conto dei trend che abbiamo individuato, ma in cui non operiamo da soli, bensì in collaborazione con altre importanti realtà”. Cooperare sullo sviluppo di nuovi processi e metodi di frontiera è, secondo Ghilardi, “un passo fondamentale e può avvenire soltanto creando sodalizi forti dal punto di vista applicativo, per capire come tradurre le tecnologie di punta in vantaggi concreti per le imprese. L’ATC di Nembro fa parte di un gruppo di una decina di centri high-tech che DMG Mori ha costituito nel mondo, ha richiesto un forte investimento, e diventerà un punto di riferimento nello sviluppo delle tecnologie additive per il manifatturiero, con interessanti ricadute per il territorio”.
Un primo esempio di questo impatto positivo è proprio la partnership con due aziende della Bergamasca per creare il centro. “GFM”, spiega l’amministratore delegato Manuel Cortinovis, “è un’azienda con 85 dipendenti che realizza componenti tecnologici per l’industria e sempre di più si sta trasformando per fornire non soltanto servizi di manufacturing ma anche di ingegneria, cioè di sviluppo del pezzo insieme con il cliente. In questa prospettiva la manifattura additiva diventa uno strumento indispensabile”. Itema è invece entrata nella partnership con l’obiettivo, dice l’amministratore delegato Carlo Rogora, “di velocizzare sempre di più lo sviluppo di nuovi prodotti in un mercato estremamente competitivo, dove per mantenere la leadership occorre essere sempre più veloci. La nostra ambizione è rivoluzionare il concetto di telaio automatico e per questo abbiamo costituito un team di 20 ingegneri meccatronici che hanno il compito di sviluppare la macchina del futuro. Perché questo possa succedere è fondamentale contare su un’attività di prototipazione che realizzi i pezzi già nel materiale di utilizzo, in modo da testarne non soltanto la forma ma anche le performance”.
Gli stessi servizi di cui usufruisce Itema sono a disposizione di tutte le aziende che abbiano bisogno di un supporto tecnologico nell’approccio alla manifattura additiva. “In questi termini”, spiega Francesco Stortiero, direttore dell’ATC, “forniamo un supporto al cliente che va dalla selezione del materiale alla definizione del processo, fino alla realizzazione dei pezzi di preserie. Il tutto attraverso una collaborazione che prevede attività di coengineering con il cliente e anche di training per il personale”. Riccardo Oldani