Roberto Anselmi, Responsabile del reparto presse piegatrici alla Tecno 3FP, al lavoro con l’interfaccia FACE di Salvagnini.
L’interfaccia innovativa uomo-macchina FACE, sviluppata da Salvagnini, in collaborazione con NiEW, che ha ricevuto importanti riconoscimenti in ambito industriale e di cui abbiamo parlato due giorni fa, è sicuramente un esempio tangibile di come la progettualità può influire sulle soluzioni del domani.
Proprio per la capacità di esaltare gli elementi caratterizzanti di una tecnologia produttiva, ad esempio, nel panorama industriale contemporaneo, l’interfaccia uomo-macchina gioca un ruolo rilevante nel successo commerciale di una macchina utensile. Ma è anche uno dei principali punti di contatto tra utilizzatore e produttore di una tecnologia, ed è in grado di consolidare il valore percepito del prodotto.
E l’approccio digitale sempre più evoluto degli operatori ha, di fatto, contribuito a modificarne le aspettative: oggi, infatti, anche nel mondo industriale, l’esperienza d’uso dei sistemi automatici dedicati alla produzione deve rispondere a criteri di usabilità e accessibilità pari a quelli forniti dai più semplici prodotti consumer.
Per capire come FACE abbia influito sulle dinamiche di utilizzo delle soluzioni Salvagnini è utile avere visitato l’azienda Tecno 3FP di Cerea, in provincia di Verona, dove è stata raccolto la testimonianza di Roberto Anselmi, Responsabile del reparto presse piegatrici.
“Le soluzioni Salvagnini, oggi, sono enormemente evolute rispetto al passato. E lo posso dire con cognizione di causa, perché lavoro con le presse piegatrici da più di vent’anni: un tempo avevamo a disposizione solamente il metro, il pennarello, la nostra creatività e la nostra passione. Oggi invece possiamo contare su macchine e attrezzaggi moderni, matrici e punzoni specifici per il particolare da realizzare. Ma sono certo che la tecnologia possa crescere ancora”, esordisce Anselmi.
Più di vent’anni di esperienza: un orizzonte temporale che corrisponde a un’era, a un contesto produttivo completamente differente da quello attuale.
“Nel corso del tempo ho avuto modo di utilizzare tanti marchi, modelli, versioni di piegatrici con i relativi software: credetemi quando dico che a livello di software, di interfaccia, la semplicità d’uso e l’intuitività sono un enorme aiuto. Ecco, FACE ha questo grande pregio: ti rende tutto immediatamente evidente e immediatamente disponibile”, spiega Anselmi.
“Altre interfacce sono completamente diverse, ti obbligano a interrompere il tuo lavoro per andare alla ricerca, di sottomenù in sottomenù, di quello che ti serve per completare la piegatura. In FACE questo non succede, FACE ti chiede solamente di leggere: è tutto disponibile sul monitor, a portata di pochi clic. Dal mio punto di vista è un passo avanti davvero importante”, aggiunge Anselmi.
“Senza dimenticare che ho eliminato mouse e tastiera, perché oggi lavoro solo con il touchscreen: non gestisco più il programma a due mani, ma con una soltanto: con una mano mi occupo dei disegni e con l’altra lavoro alla console. Sembra un’incredibile banalità, ma lavorando con mouse e tastiera devi dedicare due mani alla gestione della macchina pur dovendo consultare il disegno: conduci contemporaneamente due attività, non una, aumentando considerevolmente il rischio di errore”, sottolinea Anselmi.
Il tempo di implementazione e di apprendimento sono un altro fattore decisivo nelle fasi di adozione di una nuova interfaccia uomo-macchina.
“Credo che insegnare a un operatore esperto come me sia facile, per comprendere il principio di funzionamento di FACE non serve molto tempo. Un operatore con meno esperienza può avere bisogno di una formazione più approfondita, ma una giornata è assolutamente sufficiente, proprio perché è giusto essere sicuri che sia in grado di lavorare correttamente con la macchina. È chiaro che non è possibile ridurre a zero la possibilità d’errore, soprattutto nel contesto d un’attività ad alto coinvolgimento umano come la piegatura: ma FACE è talmente funzionale e intuitiva da poter essere considerata praticamente a prova di errore”, conclude Anselmi.
E a conclusione di un percorso di lavoro durato più di due anni, che lo ha visto coinvolto in prima persona, è stato chiesto a Stefano Carobin, Test Engineering di Salvagnini Robotica, un commento: “Le parole di Roberto sono davvero una bella soddisfazione, il nostro obiettivo quando abbiamo iniziato a sviluppare FACE era proprio questo: rendere la pressa piegatrice semplice da utilizzare. Sembra proprio che l’obiettivo sia stato centrato. E se FACE è così ricca di funzionalità nuove, lo è proprio perché sviluppata a seguito di un’analisi sistematica delle abitudini d’uso dei nostri clienti”.
Roberto Anselmi e Stefano Carobin, Test Engineering di Salvagnini Robotica, si confrontano sull’utilizzo dell’interfaccia FACE.